SE ZANOTELLI FOSSE PAPA...



Se Zanotelli fosse papa, non credo avrebbe scritto questa lettera.
Non si diventa papa perchè buono e intelligente e per la pace.
Non si diventa padrone perchè buono e intelligente e senza profitto.

Però si diventa operaio, dipendente da un salario, e non si può
distruggere chi il salario ce lo dà.
E' una questione di lana caprina, lo so.
Ma di lettere e appelli ne abbiamo scritti e firmati tanti in questi anni.
E i silenzi che hanno adornato questa nostra protesta sono schiaccianti e
gli ultrasuoni e il rombo delle armi  rimbalzano come spilli lancinanti
solo nelle nostre teste.
Facciamocene una ragione, non ci sono concessioni nè tantomeno deleghe.
La protesta sta diventando una professione, come il pacifismo e la non
violenza, non si vuole entrare in contraddizione con le stesse.
Zanotelli scrive al governo, non so se scrive anche al papa.
Ognuno ha la sua contraddizione e se la porta appresso, croce e delizia
della sua esistenza.
Siamo onesti perchè abbiamo questa vocazione, un dna di cuore e testa.
Ma dimmi Alex, la ribellione è  onesta?O no?

Doriana Goracci

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Egregio Presidente del Consiglio,
Pax et Bonum. Le auguro di cuore che questa antica benedizione
francescana che raccoglie quella ebraica dello Shalom (pienezza di vita)
diventi il Suo programma di governo. Io avevo tanto sperato che il suo
governo avrebbe riportato l'Italia a essere Paese non più in guerra con
altri Paesi, come prevede la Costituzione italiana (art.11). Purtroppo
non è stato così. Ne prendo atto con rammarico. Devo confessarle che non
me lo aspettavo. Non mi aspettavo la decisione di rimanere in
Afghanistan. Una guerra ingiusta contro un popolo che non ci aveva fatto
proprio nulla. Ma soprattutto non mi aspettavo una politica che mira a
rendere l'Italia un Paese armato e a immetterlo nel complesso
militar-industriale mondiale.

I fatti sono sotto gli occhi di tutti:


1. Il suo invito, lo scorso settembre durante la sua visita in Cina di
porre fine all'embargo europeo e italiano per la vendita di armi al
colosso cinese, è stato per tanti di noi un primo colpo al cuore.


2. La finanziaria di quest'anno ha stanziato 22 miliardi di euro per la
Difesa. Un aumento del 12% rispetto alla ultima finanziaria del governo
Berlusconi. Siamo al settimo posto al mondo per le spese militari.


3. Nella finanziaria di questo anno l'articolo 113 istituisce "un fondo
per le esigenze di investimento della difesa" cioè per la ricerca
militare. Si tratta per i prossimi tre anni di qualcosa come quattro
miliardi e mezzo di euro. È un fatto di estrema gravità.


4. Il sottosegretario alla difesa, on. Forcieri, ha firmato a Washington
lo scorso febbraio il protocollo di intesa su produzione e sviluppo del
caccia F-35 (Joint Strike Fighter). Se ne costruiranno oltre 4.500
esemplari al prezzo di 45 milioni di euro cadauno. Per questo progetto
l"Italia dovrà stanziare subito un miliardo di euro.


5. La decisione di ampliare la base americana di Vicenza (aeroporto Dal
Molin) presa dal suo governo contro la forte opposizione della
popolazione vicentina è molto grave.


6. Il rafforzamento delle basi militari americano e Nato, soprattutto nel
Sud Italia, che diventa la nuova frontiera della guerra al terrorismo.
La base di Sigonella (Sicilia) è in procinto di essere triplicata,
mentre Napoli diventa la nuova sede del Supremo Comando navale americano
di pronto intervento che giocherà tramite il "Comando dell'Africa"
(Afri-Com) un ruolo notevole per il controllo americano del continente
nero.


7. La firma, lo scorso febbraio di un memorandum di accordo quadro per
fare entrare il nostro Paese sotto l'ombrello dello "Scudo"
antimissile. Un accordo negato all'inizio dal suo governo e in un
secondo tempo, ammesso. Così l'Italia e Polonia sono dentro il
programma dello scudo antimissile mentre Grecia e Turchia non lo hanno
accettato. Questo spacca ulteriormente l'unione europea e fa infuriare
la Russia che grida alla "minaccia".


8. Secondo il rapporto del suo governo presentato in parlamento lo scorso
marzo, l'Italia ha venduto armi per un valore di oltre 2,19 miliardi di
euro con un aumento di vendite del 61% rispetto all'anno precedente.
Grossi affari per le banche armate, ma soprattutto per il suo governo
che è il maggior azionista delle fabbriche di armi italiane.


Da tutto ciò mi sembra ovvio affermare che il suo governo sta marciando a
piena velocità verso una militarizzazione del territorio e verso
l'inclusione dell'Italia nel complesso militare industriale mondiale.
Che questo avvenga proprio sotto un "governo amico" coperto da una
"stampa amica" proprio non riesco ad accettarlo. E più grave ancora,
mentre troviamo i soldi per le armi, non li troviamo per la solidarietà
internazionale (siamo fanalino di coda nella lista Ocse per l'aiuto ai
Paesi impoveriti). E non troviamo neanche 280 milioni di euro per pagare
il "Fondo globale" per la lotta all'Aids, come era stato promesso ai
vertici G8.


Presidente, che delusione! Soprattutto che tradimento dei poveri! Le
auguro che l'urlo degli impoveriti che per 12 anni ho ascoltato nel mio
corpo nella baraccopoli di Korogocho giunga al suo orecchio e l'aiuti a
cambiare rotta.
Sono solo un povero missionario comboniano.


p. Alex Zanotelli
(Direttore di Mosaico di pace)
Napoli, 27 aprile 2007


http://www.disarmo.org/rete/articles/art_21538.html)