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Re: DAL MINISTRO PER VICENZA - E IL SENATO APPROVA!!!
- Subject: Re: DAL MINISTRO PER VICENZA - E IL SENATO APPROVA!!!
- From: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
- Date: Thu, 01 Feb 2007 15:42:09 +0000
- Bounce-to: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
In data 1/2/2007, "GRILLOnews" <ilgrillo.parlante at virgilio.it> ha scritto: >Segnalo il resoconto stenografico dell'Intervento del Ministro della Difesa, >A.Parisi, nella seduta parlamentare del 30.01.2007. >Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 100 del 30/1/2007 ********************************************************** Non ho visto nessun commento, nessuna richiesta... Allora per qualcuno non bravo a cliccare, ho incollato io: leggete per favore e sappiate pure che Il ministro della Difesa Arturo Parisi.....SVEGLIA!!!!!!!!!!!!!! **************************************************** Roma, 1 febbraio 2007 La Casa delle Libertà ha deciso di presentare al Senato un ordine del giorno sulla base statunitense di Vicenza che approva la relazione del governo. E il Senato ha approvato il documento, che recepisce la relazione del ministro della Difesa Arturo Parisi, con 152 sì e 146 no. Quattro gli astenuti. La mossa della Cdl di presentare l'odg puntava a mettere in difficoltà il centrosinistra, se la maggioranza avesse respinto questo ordine del giorno non presentandone uno proprio per le difficoltà di coesione interna. Ma così non è avvenuto: bocciato l'odg della Lega Nord, l'Unione ha fatto passare il suo. "E' un ordine del giorno - aveva spiegato il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani - che approva la relazione di Parisi che ci ha convinto quando ha detto che la scelta del governo di non opporsi all'ampliamento della base è di rango politico, coerente con la linea politica estera di continuità con quella del precedente governo". Parisi: "Paradossale, serve un chiarimento profondo" "Paradossale! L'unica cosa che si possa dire è che è necessario un chiarimento profondo" in seno alla maggioranza sulla politica estera e di difesa, dichiara il ministro Parisi. "La politica estera e di difesa è una cosa troppo seria, qualche volta addirittura drammatica. Ne parlerò innanzitutto con il presidente del Consiglio". Finocchiaro: "Nessuna conseguenza sulla tenuta" "Il voto non ha alcuna conseguenza sulla tenuta del governo", ha affermato la presidente dei senatori dell'Ulivo Finocchiaro, dopo che l'aula di palazzo Madama ha approvato l'odg dell'opposizione. "Vittoria politica del centrodestra" "Non c'è dubbio, ci troviamo di fronte ad una vittoria politica del centrodestra - riconosce Finocchiaro - su un ordine del giorno che strumentalmente approva la relazione di Parisi". Per questo, osserva Finocchiaro, "la situazione è tanto imbarazzante per il centrosinistra quanto per il centrodestra". La presidente del gruppo dell'Ulivo al Senato ammette, dunque, che l'Unione ha evidenziato "una sua difficoltà", ma c'è anche da ricordare "che la Cdl ha sempre criticato fortemente l'operato del governo Prodi sulla politica estera", e ciò dimostra "la strumentalità della Cdl". Detto questo, Finocchiaro scandisce bene: "Questo voto non ha alcuna possibilità di incidere sulla tenuta del governo. Non sto archiviando il voto, nè sto mettendo la polvere sotto il tappeto, ma chiedo per i tanti della maggioranza, anche nel mio gruppo, che non hanno votato, una assunzione di responsabilità". Insomma, per Finocchiaro "c'è una questione politica, ma è assolutamente improbabile e del tutto improponibile che la vittoria della Cdl abbia un riflesso, uno soltanto, sulla tenuta del governo Prodi". "E' un atto di sfida portato al governo, denunciando una presunta debolezza della maggioranza e offrendo in cambio il proprio aiuto e sostegno", aveva replicato la presidente dei senatori dell'Ulivo dopo la presentazione dell'ordine del giorno da parte della Cdl. Schifani: "Prodi si dimetta" "Noi abbiamo approvato la relazione di Parisi e la maggioranza ha votato contro e abbiamo vinto noi. Qui si è segnato un dato storico e il governo Prodi è in crisi e adesso il capo dello Stato attivi una verifica per vedere se questo governo ha una maggioranza in politica estera", sostiene il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani. Ora "ci attendiamo le dimissioni del governo, devono riconoscere - aggiunge - che una crisi politica si è aperta. E' prematuro parlare ora di larghe intese. Aspettiamo le dimissioni di Prodi e poi vedremo. Certo Forza Italia non si è mai sottratta a logiche di difesa della governabilità del Paese, ma questo sempre transitoriamente". ************************************************************++ Pag. 1 .. Informativa urgente del Governo sull'allargamento della base militare statunitense di Vicenza nel quadro dei rapporti del nostro paese con gli Stati Uniti d'America (ore 9,05). PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sull'allargamento della base militare statunitense di Vicenza nel quadro dei rapporti del nostro paese con gli Stati Uniti d'America. Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per 8 minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto. (Intervento del ministro della difesa) PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro della difesa, Arturo Parisi. ARTURO MARIO LUIGI PARISI, Ministro della difesa. Signor Presidente, colleghi deputati, a proposito della vicenda relativa all'ampliamento della base militare di Vicenza, in concessione d'uso all'esercito degli Stati Uniti, nel quadro degli accordi bilaterali con l'Italia all'interno della NATO, il Governo è intervenuto in Parlamento numerose volte. Già a pochi giorni dall'insediamento dell'Esecutivo, il 31 maggio dello scorso anno, il Vicepresidente del Consiglio Rutelli, in sede di question time, aveva avuto occasione di dare conto della problematica. A questo primo intervento seguirono poi, nell'ordine, le informazioni rese il 6 luglio dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Chiti, il 13 luglio dal sottosegretario alla difesa Verzaschi, il 26 luglio dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, il 27 settembre, in risposta a tre interrogazioni distinte, da parte di chi vi parla e infine, lo scorso 24 gennaio, dal ministro per l'attuazione del programma di Governo Santagata. Pag. 2 In ognuno di questi interventi, svolti tutti in aula, il Governo ha illustrato sempre una e una sola linea di orientamento, ripetendo quasi alla lettera la stessa esposizione, affidata agli atti parlamentari, che non posso perciò che riproporre negli stessi termini. La linea muove dal riconoscimento dell'esistenza, da parte del Governo americano, di aspettative consolidate, fondate sulla disponibilità manifestata dal precedente Governo, di corrispondere favorevolmente alla richiesta avanzata al riguardo dagli Stati Uniti, questo pur in assenza di impegni compiutamente formalizzati. La formalizzazione di tali impegni era infatti condizionata alla disponibilità di un progetto dettagliato e un piano preciso di transizione sulla tempistica, le azioni da compiere e i relativi costi. Questa era appunto la formula presente nella prima risposta resa in quest'aula del Vicepresidente del Consiglio Rutelli. Tuttavia, ritenendo non irrilevanti le obiezioni avanzate da parti significative della comunità locale e giudicando di rilievo l'impatto che il nuovo insediamento avrebbe avuto sulla città dal punto di vista urbanistico, sociale e ambientale, il Governo, mentre confermava la compatibilità del progetto con le linee di politica estera e di difesa del paese, ha ritenuto di procedere alla decisione finale solo sulla base di un pronunciamento esplicito della comunità locale. Questo perché il progetto, pur non modificando la qualità militare dell'insediamento americano, ne modificava certamente la quantità, con conseguenze sociali, territoriali e ambientali, che riteneva concretamente valutabili solo con il coinvolgimento della comunità locale. Pur nella consapevolezza che la responsabilità ultima della decisione rientrasse nella competenza primaria del Governo, in considerazione della sua attinenza alla politica estera e di difesa, nell'attesa della pronuncia della comunità locale, veniva sospesa la decisione conclusiva; si procedeva, quindi, a coinvolgere e sollecitare gli organi di rappresentanza locale perché esprimessero un giudizio di fattibilità sul progetto di ampliamento stesso per gli aspetti di loro competenza. Tale posizione è stata poi rinnovata in tutte le dichiarazioni ufficiali rilasciate a margine degli incontri che il sottoscritto ha tenuto in questi mesi con le diverse parti coinvolte per illustrare la posizione del Governo; gli incontri con il sindaco di Vicenza Hullweck, con il sindaco di Caldogno, Vezzaro, con una delegazione di cittadini di Vicenza e con esponenti di gruppi parlamentari che avevano chiesto al riguardo delucidazioni. La reiterazione degli argomenti svolti in questi mesi potrebbe quindi esimere il Governo da ulteriori petizioni di posizioni già illustrate e affidate agli atti; il rispetto verso il Parlamento ed il dovere di massima trasparenza verso i cittadini, ed in particolare verso quelli di Vicenza, ci impongono, tuttavia, di ripercorrere le diverse fasi dell'iter relativo alla vicenda. La prima richiesta orientativa da parte degli Stati Uniti perviene al Governo italiano nell'ottobre del 2004; in essa si richiede un'autorizzazione di massima ad utilizzare le infrastrutture e le aree dell'aeroporto Dal Molin, in via di rilascio dall'Aeronautica militare italiana. La richiesta non fa riferimento a progetti di insediamento di nuovi reparti, ma solo all'utilizzo delle stesse da parte delle forze già presenti in quel territorio. Il ministro della difesa, onorevole Martino, informato della richiesta dal Capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Di Paola, manifesta il proprio orientamento favorevole, ferma restando, naturalmente, la necessità di svolgere tutti gli approfondimenti relativi. Nel corso del 2005, gli Stati Uniti, dopo aver individuato con maggiore precisione le aree potenzialmente disponibili, perfezionano la richiesta, annunciando, per la prima volta il 22 agosto, l'intenzione di incrementare la loro presenza militare unificando in Vicenza l'intera 173a Brigata aviotrasportata e trasferendo, quindi, nella stessa base la parte dislocata in Germania. Vengono in seguito avviati contatti di natura esclusivamente tecnico-istruttoria tra le autorità militari americane e la direzione Pag. 3 generale del Ministero della difesa responsabile del demanio militare e degli aspetti tecnici infrastrutturali. Alla fine del 2005, la direzione generale del Ministero della difesa conferma la fattibilità tecnica generale del progetto, ferma restando la necessità di giudicare la progettazione di dettaglio, che avrebbe dovuto ricevere anche il vaglio delle autorità civili regionali in sede di comitato misto paritetico Difesa-regione. Nel dicembre 2005, il Capo di Stato maggiore della difesa comunica il parere tecnico favorevole del GenioDife al ministro della difesa, che dichiara perciò una disponibilità di massima all'ampliamento della base. Conseguentemente, l'ammiraglio Di Paola, il Capo di Stato maggiore della difesa, comunica tale disponibilità al comandante militare statunitense in Europa, con lettera datata 12 dicembre 2005. Nella stessa, si afferma - ne dò la traduzione in italiano -: «Sono lieto di comunicarle la fattibilità della cosa e la disponibilità delle autorità politiche della Difesa italiana a soddisfare la richiesta degli Stati Uniti». La lettera conclude poi: «È superfluo dire che, per la cessione d'uso della citata zona, è necessario prendere in considerazione tutti i dettagli del piano di cessione e formalizzarli nel quadro dell'accordo tecnico che regola l'uso delle infrastrutture nell'area di Vicenza». È sulla base di questa lettera, di questo documento, che il Governo americano consolida la propria aspettativa sulla possibilità di realizzare il progetto e procede allo studio di fattibilità dello stesso del costo di 10 milioni di dollari. Su questa stessa base si fonda lo stanziamento di oltre 300 milioni di dollari per finanziare la prima fase dei progetti nel bilancio difesa per l'anno fiscale 2007, secondo le informazioni rese dall'ambasciatore Spogli, con lettera del 24 novembre scorso. A valle della dichiarazione di disponibilità di massima del Governo, di cui alla precedente lettera, nel giugno 2006 il Comitato misto paritetico della regione Veneto esprime, con un solo astenuto, il proprio parere favorevole sul progetto statunitense. Alla riunione partecipa, in qualità di osservatore, anche il sindaco di Vicenza. A questo punto, il Governo, riconoscendo la fondatezza delle preoccupazioni manifestate all'interno della comunità locale in ordine alle problematiche relative all'impatto urbanistico, sociale e ambientale indotte dalla realizzazione del progetto, ritiene di dover coinvolgere più direttamente la comunità locale, rappresentata dai suoi organi istituzionali, con l'obiettivo di acquisire un giudizio di fattibilità fino ad allora mai espresso formalmente in nessuna sede. A tal fine, chi vi parla, nel settembre 2006 scrive una lettera al sindaco di Vicenza, sollecitando un parere formale da parte dell'amministrazione comunale di Vicenza, richiesta peraltro confermata anche nell'incontro intercorso con lo stesso sindaco, il 16 ottobre scorso. Il 26 ottobre, il consiglio comunale di Vicenza approva un ordine del giorno in cui esprime un parere favorevole all'accoglimento, nel territorio comunale di Vicenza, della 173a Brigata aviotrasportata degli Stati Uniti. L'ordine del giorno approvato pone cinque condizioni, che riferisco testualmente, per opportuna conoscenza: assenza di voli militari connessi con l'attività operativa del reparto USA; esonero dell'amministrazione comunale vicentina da ogni onere economico connesso alla realizzazione tanto degli insediamenti, quanto delle strutture viabilistiche e delle opportune infrastrutture, compresa la realizzazione di opere esterne all'aeroporto Dal Molin e necessarie alla eliminazione di ogni impatto negativo sul piano viabilistico e ambientale, ritenute irrinunciabili ad avviso degli enti locali territoriali competenti; assenza di impatti negativi sull'attività dell'aeroporto civile Dal Molin, con totale mantenimento delle sue potenzialità di utilizzo turistico-commerciale; salvaguardia o realizzazione in altro sito, con oneri di spesa a carico dell'amministrazione degli Stati Uniti, di ogni realtà sportiva oggi esistente all'interno dell'area Pag. 4 del Dal Molin e soggetta a trasferimento; impegno da parte dell'amministrazione degli Stati Uniti ad autorizzare prioritariamente e preferibilmente risorse professionali locali nella realizzazione delle strutture previste per l'insediamento. Sempre al fine di coinvolgere le comunità locali interessate, il 14 novembre chi vi parla riceve il sindaco di Caldogno, comune confinante con Vicenza e coinvolto dal progetto di ampliamento della base americana. Riferendosi alla delibera del suo consiglio comunale del 10 agosto scorso, il sindaco manifesta la sua preoccupazione in ordine all'inquinamento acustico e ambientale, alla sicurezza, alla mobilità, alle infrastrutture e ai servizi. Il sindaco chiede, infine, che, qualora l'insediamento militare abbia luogo, il comune sia coinvolto attivamente nella fase di definizione del progetto stesso. In data 15 novembre, in una seduta straordinaria del consiglio comunale di Caldogno, aperta ai cittadini, queste preoccupazioni e richieste sono confermate in una ulteriore delibera. Il 17 novembre scorso, a seguito di notizie apparse sul Giornale di Vicenza - e successivamente confermata dalla stessa autorità statunitense - in riferimento ad una presolicitation notice predisposta da organi tecnico-militari americani, tesa ad avviare il progetto di realizzazione delle strutture idonee ad accogliere la 173a Brigata USA, il Ministero della difesa dichiara, in una nota di agenzia, che tale procedura era priva del presupposto essenziale: l'assenso da parte del Governo italiano. Questo in coerenza con la scelta di sospendere la decisione conclusiva fino al completamento della istruttoria in sede locale, scelta che ha guidato la condotta del Governo, anche in considerazione di notizie relative alla possibile attivazione di una iniziativa referendaria secondo la normativa prevista dall'ordinamento comunale. Il 14 dicembre l'ambasciatore statunitense Spogli, da me ricevuto, fa tuttavia presente che la ristrettezza dei tempi parlamentari interni all'ordinamento statunitense rende la risposta da parte del Governo italiano non ulteriormente procrastinabile. A gennaio, infatti, il Congresso avrebbe dovuto deliberare definitivamente lo stanziamento dei fondi per l'ampliamento della base nell'ambito del piano di ridislocazione delle forze statunitensi in Europa. Allo stesso modo, l'ambasciatore Spogli, il 10 gennaio scorso, rinnova la richiesta al Presidente del Consiglio, confermando l'urgenza e, quindi, l'indilazionabilità di tale decisione. Il Presidente del Consiglio, dando riscontro alle ragioni dell'urgenza, assicura una risposta tempestiva una volta sentiti i ministri competenti. Il 16 gennaio, il Presidente Prodi riconosce che i rapporti di amicizia e di cooperazione con gli Stati Uniti impongono una risposta e perciò quella decisione conclusiva era stata fino a quel momento sospesa. Muovendo pertanto dal giudizio di coerenza del progetto di ampliamento con la linea di politica estera e di difesa del nostro paese - giudizio che ha sempre guidato la linea di condotta del Governo - e considerati altresì i deliberati degli organi di rappresentanza locale, il Presidente del Consiglio ha ritenuto di dover confermare la disponibilità a corrispondere alla richiesta avanzata dagli Stati Uniti. A partire da questa decisione, si procederà pertanto alla formalizzazione della cessione d'uso delle aree necessarie alla realizzazione del progetto, dopo aver considerato i dettagli del piano di transizione, nell'ambito degli accordi che regolano la concessione in uso di infrastrutture agli Stati Uniti nel nostro paese. In questo quadro, il Governo ritiene suo dovere vigilare affinché le opere che verranno realizzate siano rispettose delle esigenze prospettate dalle comunità locali, con particolare riferimento all'impatto sul tessuto sociale, sulla viabilità e sulle reti dei sottoservizi. Sarà ugualmente dovere del Governo assicurare la massima vigilanza circa il rispetto degli accordi bilaterali in materia di utilizzo della base stessa per quel che Pag. 5 riguarda gli impieghi operativi. Della realizzazione delle opere, così come del loro utilizzo, il Governo terrà informato il Parlamento.
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