Re: Si va con il JSF



2007/1/20, rossana <rossana at comodinoposta.org>:

È prevista per domani 19 gennaio la firma dell'accordo PSFD da parte
della Norvegia, alla quale dovrebbe seguire il 25 gennaio la Turchia. A
quel punto resterebbero fuori solo Danimarca ed Italia.

Qualche info in piu sull'accordo PSFD in un articolo da Il Giornale
del 17 gennaio 2007, pag. 4

A rischio anche il bombardiere italo-americano
di Andrea Nativi

Non c'è solo l'ampliamento della base di Vicenza a causare
fibrillazioni della maggioranza: il nuovo fronte riguarda la
partecipazione dell'Italia alla seconda fase dello sviluppo del
cacciabombardiere JSF/F-35, un programma vitale per le nostre forze
armate come per l'industria aerospaziale nazionale che fa capo alla
Finmeccanica, guidata da Pier Francesco Guarguaglini, che ne ricaverà
tecnologie, miliardi di dollari di carichi di lavoro pregiati e
migliaia di posti di lavoro.

L'Italia avrebbe dovuto firmare un contratto preliminare bilaterale
entro la fine del 2006. Ai primi di dicembre tutto era pronto per una
cerimonia in grande stile a Washington, ma all'ultimo momento Roma ha
chiesto un rinvio, con qualche imbarazzo diplomatico e palpitazioni
industriali e militari.

Si è trattato di un nuovo cedimento di fronte all'offensiva
dell'ultrasinistra, che da tempo ha messo nel mirino il programma,
come tutto ciò che ha targa a stelle e strisce. Così, per evitare un
disastro parlamentare, il governo ha deciso di evitare prove di forza
con la sua tenue maggioranza prima che fosse archiviata la pratica
legge Finanziaria. Dopodichè, tutti in vacanza. Con l'esplosione della
querelle sull'ampliamento della base Usa di Vicenza la prudenza ha
suggerito di adottare un basso, bassissimo profilo sulla questione
JSF.
La firma del nuovo memorandum avverrà quindi alla chetichella, entro
fine mese, mentre il Parlamento è stato informato formalmente ieri,
con una comunicazione alla Commissione difesa della Camera, dove la
maggioranza è più salda. Comunicazione, perché formalmente non di
nuovo programma si tratta, ma di prosecuzione di un progetto iniziato
anni fa, peraltro da un governo di sinistra. In questo modo non ci
sarà né un dibattito né un pericolosissimo voto, ancorché solo
consultivo.

L'Italia ha già firmato, nel 2002, un primo memorandum per la fase di
sviluppo (SDD) di questo velivolo, con una spesa di 1,028 miliardi di
dollari fino al 2012. Il secondo, il PSFD (Production, Sustainment and
Follow-on Development) consente il prosieguo della attività, la
preparazione alla produzione di serie e il successivo supporto
logistico. Il costo addizionale per l'Italia, diluito in moltissimi
anni, è nell'ordine dei 900 milioni di dollari. Per ora non c'e nessun
impegno per l'acquisto degli aerei, ma solo una indicazione e un piano
di consegna per 131 aerei (109 per l'Aeronautica e 22 per la Marina),
che dovrà essere confermata tra qualche anno. Gli aerei, assemblati in
Italia, saranno consegnati dal 2014-2015.