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Invito serata 20 a Trieste
- Subject: Invito serata 20 a Trieste
- From: "andrea licata" <andrea.licata at gmail.com>
- Date: Wed, 20 Dec 2006 10:35:13 +0100
20 dicembre 2006, ore 20.45 conferenza LA GUERRA PERMANENTE E LE SUE BASI AULA MAGNA DELLA SCUOLA SUPERIORE DI LINGUE MODERNE PER INTERPRETI E TRADUTTORI via Filzi 14, Trieste *** Vi invio alcuni recenti articoli sul tema introduttivi all'iniziativa... <http://cuca2000.noblogs.org/post/2006/12/10/I-bambini-americani-giocano-alla-guerra-Cos-hanno-meno-paura-per-i-pap-al-fronte>Ibambini americani giocano alla guerra Così hanno meno paura per i papà al fronte Published on 12/10,2006 dal Gazzettino del 10/12/2006 Bambini americani sotto i 9 anni con l'elmo in testa marciano militarmente all'interno della Base Usaf di Aviano. Crisi di vocazione tra i giovani a stelle e strisce? Viste le continue perdite registrate nel teatro iracheno il Pentagono attinge dalla... riserva? La realtà è meno drammatica di quanto appaia al primo impatto. Gli alunni delle Scuole elementari americane (correlate alla presenza in Pedemontana del 31esimo Fighter Wing) partecipano ciclicamente da qualche mese a quello che viene chiamato "Mini Deployment", cioè uno spiegamento simulato al fronte di guerra, naturalmente in formato ridotto per età e statura dei "militi". Lo spirito del programma è di esorcizzare nei minori la paura e il dramma della guerra, che invece devono affrontate i genitori negli scenari di Iraq e Afghanistan. Quotidianamente, giornali e tv relazionano di militari feriti o caduti in combattimento, oltre che evidenziare le carneficine terroristiche con vittime civili. I bimbi osservano e assorbono privi di senso critico, maturando dubbi di fondo del tipo "mamma, papà, voi che un domani andrete là... rischiate di morire? ...siete tra coloro che sparano sui civili?". Proprio per fugare ogni perplessità, le autorità militari di concerto con i dirigenti scolastici organizzano queste full immersion all'interno dell'aeroporto "Pagliano e Gori". I bambini vengono accolti in reparto, indossano gli elmetti in kevlar degli adulti (che, ovviamente, vista la disparità dimensionale, li fa apparire goffi), i loro volti vengono dipinti con patina per scarpe (come fanno i "Rambo" delle truppe d'assalto) e si specifica loro quali sono i compiti delle unità operative al fronte di guerra. Il baby camp si allarga pure alle esercitazioni Nbc. I bambini americani cercano così di immedesimarsi nel ruolo ricoperto dai loro genitori, pronti ad affrontare le minacce della Guerra Globale. Dario Furlan <http://cuca2000.noblogs.org/post/2006/11/30/Si-rafforza-il-legame-tra-Aviano-e-Vicenza>Si rafforza il legame tra Aviano e Vicenza Published on 11/30,2006 dal Gazzettino di Pordenone del 29/11/2006 AVIANO Alla caserma Ederle l'ottavo Asos non disponeva di spazi sufficienti. Si rafforza così il legame tra le due realtà militari Il plotone di Vicenza si è trasferito alla Base La Base Usaf di Aviano ha un nuovo inquilino: lZottavo Air support operations squadron (Asos). La nuova unità proviene dalla caserma Ederle di Vicenza (sede di reparti dellZesercito americano) e si compone di 40 uomini, 15 humvee (i "gipponi" blindati) e tre veicoli governativi. Con ciò si rafforza il legame tra le due basi militari americane di Vicenza e Aviano, con questZultima sempre più votata al ruolo "joint", cioè interforze. Infatti il prossimo rafforzamento della 173sima Aerobrigata americana di casa alla caserma Ederle (un raddoppio derivante dal travaso dei battaglioni presenti in Germania) è correlato alla trasformazione da distaccamento a "squadron" dellZottavo Asos, unità pluridecorata che a Vicenza non godeva di spazi sufficienti. Di qui il trasferimento allZaeroporto "Pagliano e Gori" di Aviano. La missione dellZottavo Asos consiste nellZesercitare collegamento operativo diretto fra le truppe di terra (in questo caso i paracadutisti della 173sima Aerobrigata) e i cacciabombardieri in volo, specialmente nelle operazioni di supporto aereo ravvicinato. Il cambiamento di sede è salutato con favore dagli alti ufficiali, poiché consolida il rapporto addestrativo e operativo fra parà e piloti, tanto sui poligoni pordenonesi (Dandolo) quanto sul teatro di guerra. «Qui ad Aviano possiamo ora incontrarci con i piloti dei caccia per scambiarci opinioni su come è andata la missione, cosa ha funzionato a dovere e dove occorre apportare migliorie» - spiega sul Vigileer il maggiore Richard Beavers, ufficiale dellZAsos. Dario Furlan <http://cuca2000.noblogs.org/post/2006/11/26/Aviano-senza-Base-si-inventa-cittadella-del-fotovoltaico>Aviano senza Base si inventa «cittadella del fotovoltaico» Published on 11/26,2006 dal Gazzettino del 26/11/2006 Conversione preventiva: questo il "segreto" che permetterebbe ad Aviano, nel caso di chiusura della base americana, di riutilizzare l'area Usaf a scopi civili. Il concetto è stato espresso nel libro "Dal militare al civile - La conversione preventiva della base Usaf di Aviano", curato da Andrea Licata e che raccoglie gli studi e i progetti portati avanti dal Comitato Unitario Contro Aviano 2000 in questi ultimi anni. Viene sfatata la leggenda che vuole la base americana come indispensabile per l'economia avianese: dalle esperienze maturate in altri contesti e raccolte nel libro, emerge che basi del tutto simili a quella di Aviano, una volta dismesse e convertite a usi civili, hanno migliorato il tessuto economico locale, offrendo (ad esempio) molti posti di lavoro in più rispetto alla situazione militare. Ma nel libro, per la prima volta, si affronta anche il tema spinoso dell'inquinamento da piombo provocato dalle basi e dagli insediamenti militari: la stima (per difetto) fatta dal Comitato parla di circa 5mila tonnellate di piombo depositate negli ultimi anni solo nel poligono Cao Malnisio. Situazioni pericolose delle quali, sottolineano i curatori del libro, nessuno si cura e invece dovrebbero essere affrontate. Danni ambientali, mutazioni delle strategie militari, il futuro della base di Aviano che, in questi ultimi giorni, sembra essere molto legato al destino della base di Vicenza, ma soprattutto i "fatti": il libro curato da Licata lancia anche alcune proposte in vista di una possibile conversione della base avianese. Idee che magari ricalcano le esperienze già vissute da altre realtà che hanno dismesso le basi militari: dalla realizzazione di un centro per le energie rinnovabili, al centro di produzione di energia solare, dalla creazione di una "cittadella" del fotovoltaico, alla possibilità di organizzare attività di studio e lavoro alternative, ma anche iniziative culturali e attività di protezione civile. «L'importante è fare il primo passo - hanno precisato i curatori Andrea Licata, Stefano Del Cont Bernard e Giuseppe Rizzardo - Creare un movimento di base, perché la conversione deve essere preventiva: Aviano può farcela anche senza la base americana. Simona Cigana <http://cuca2000.noblogs.org/post/2006/11/25/Il-caro-prezzo-dell-economia-di-guerra>Il caro prezzo dell'economia di guerra Published on 11/25,2006 In vista della presentazione pubblica del volume "Dal Militare al civile - la conversione preventiva della base USAF di Aviano - Ricerche e progetti" pubblichiamo un intervento di uno degli autori del libro promosso dal Comitato Unitario contro Aviano 2000. Si tratta della prima pubblicazione in Italia sul tema della conversione ad usi civili delle basi militari. L'intervento che segue tratta i temi economici legati alla presenza della base USAF di Aviano. Quello che viene presentato venerdì pomeriggio alla biblioteca di Aviano, è un testo che fa chiarezza sulla leggenda dei benefici economici della locale base USAF, l'unico mito ad essa collegato che in parte permane, eredità soprattutto degli anni passati: non si possono infatti riscontrare analoghe credenze su altri presunti benefici dovuti alla militarizzazione del territorio. I documenti ufficiali citati nel volume sono chiari: la base USAF costa centinaia di milioni di euro in tasse, come era in realtà evidente, ma è stato taciuto parlando addirittura, incredibile ma vero, di "vantaggi". Le migliaia di soldati del governo USA in Italia, ora si sa, vengono mantenuti per circa il 40% con le tasse dei cittadini residenti in Italia, che pagano loro vitto e alloggio potremmo sintetizzare con una battuta. E' così, attraverso la "condivisione del peso", facendo pagare costi enormi ai paesi "ospitanti" (ossia occupati militarmente) che il governo USA può mantenere le sue basi nel mondo. Senza questa pesante tassazione che dura da decenni le basi all'estero non potrebbero operare con tale dispiego di mezzi e potenza. I privilegi e gli sprechi sono molti: riguardano fra l'altro l'uso dell'energia (gratis al 98%), del combustibile, dell'acqua, con sgravi persino sull'acquisto dei beni personali, oltre ai costi aggiuntivi accollati al Comune che poi si è rivalso sul governo. E' il sistema di privilegi attraverso il quale la professione dei militari in partenza per il fronte viene resa attraente per sostenere il progetto di "guerra permanente". Quando la base chiuderà, sempre con le tasse bisogna pagare le cosiddette "migliorie" apportate dalla realizzazione di Aviano 2000 (progetto anch'esso peraltro solo marginalmente pagato con fondi USA), un modo per evitare i costi enormi previsti per le spese di bonifica, la vera incognita della chiusura di una base militare, secondo le stesse preoccupanti fonti militari. Ma il consenso a queste politiche è in calo anche in Italia, che mantiene ancora delle grandi strutture, che di difensivo non hanno nulla. Con la chiusura della base a La Maddalena in seguito a proteste diffuse, la forte opposizione in atto alla costruzione di una nuova base a Vicenza, la nascita di nuovi comitati per la chiusura e il recupero ad usi civili di queste strutture giustificare la presenza di basi di guerra è sempre più difficile mentre imperversano le polemiche sulle basi CIA in Europa, sulla prigione di Guantanamo e le migliaia di morti della guerra preventiva. Le basi USA sul territorio italiano sono ormai dichiaratamente finalizzate ai nuovi attacchi: si fanno persino i nomi dei prossimi obiettivi, forse già programmati a tavolinoŠ Il tutto appare come un progetto separato del complesso militar industriale. Ma le ragioni principali che spingono un numero crescente di cittadini ad opporsi alla basi come quella nucleare di Aviano non sono solo gli sprechi. La principale opposizione alle attività militari deriva dal loro carattere offensivo nei confronti dei civili: sono civili i morti della guerra in Iraq (sarebbero più di mezzo milione secondo una recente stima), civili le vittime delle malattie delle attività militari Š Pochi anni fa i generali USA dichiaravano La Maddalena una struttura irrinunciabile e invece chiude. Quando chiuderà Aviano cosa succederà ai posti di lavoro? All'estero la conversione ad usi civili ha riguardato 8000 siti in tutto il mondo dopo il 1989. Le cifre sono notevoli: dei 500 siti militari in Renania Palatinato ad esempio (132000 lavoratori civili in una sola regione della Germania) in pochi anni più di due terzi avevano già trovato forme di riuso civile. Cosa è nato nelle ex basi all'estero? Un po' di tutto: attività commerciali, aeroporti civili, centri per le energie rinnovabili, università ed iniziative culturali. Non ci sono elementi per pensare che ad Aviano una conversione preparata non possa portare ad aumentare i posti di lavoro come successo altrove in zone anche molto più svantaggiate. Abbiamo assistito in questi anni a speculazioni e assistenzialismo per sostenere le attività militari ai danni dei civili, ma sappiamo che questa strada è solo un vicolo cieco ed abbiamo molte buone ragioni per avviare la conversione della base anche ad Aviano. Andrea Licata Content-Type: application/msword; name=Locandina_serata_20_CUSRP.doc X-Attachment-Id: f_evu53x3g Content-Disposition: attachment; filename="Locandina_serata_20_CUSRP.doc"
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