Report 13 dicembre Forum Pace- "Dal militare al civile. La conversione preventiva della base USAF di Aviano"




con cortese preghiera di pubblicazione,
L'ufficio stampa

Forum Pace 2006- 13 dicembre- Provincia di Gorizia

REPORT

“Base militare di Aviano: Una proposta di conversione preventiva”

Esistono soluzioni alternative all’esistenza di una base militare in
attività? E se così non fosse, si è consci dei costi sociali e ambientali
di queste strutture, siano esse nazionali o internazionali? Quesiti,
questi, che hanno visto impegnati mercoledì pomeriggio, alla Sala del
Consiglio provinciale, Andrea Licata, Presidente del Centro Studi e
Ricerche per la Pace dell'Università degli Studi di Trieste e Giuseppe
Rizzardo, rappresentante dell’associazione “L'ambiente è vita”, intervenuti
nell’ambito del Forum Pace per presentare il testo “Dal militare al civile.
La conversione preventiva della base USAF di Aviano.” Ad aprire il
dibattito è stato Marco Marincic, assessore alla Pace della Provincia di
Gorizia, il quale ha illustrato lo stato di abbandono e degrado di alcune
caserme dismesse dell’isontino, le quali potrebbero essere cedute, come
ipotesi futura, agli enti locali per un loro più ragionato utilizzo. Dietro
alla definizione di “conversione preventiva” si insinua di fatto una
critica alle premesse e agli scopi militari, convertendo idealmente il loro
assetto attuale a finalità civili, con un occhio di riguardo alla
situazione locale rappresentata da Aviano. Si tratta della proposta di un
cambiamento radicale, ecologico e sociale, le cui prospettive sono mirate
soprattutto al risparmio di risorse utili, alla prevenzione di un
contraccolpo economico e di eventuali speculazioni, al rifiuto delle nuove
militarizzazioni. Attraverso una serie di contributi si è parlato della
base pordenonese, esemplificata da alcuni dati ecologici importanti, legati
anche alla spesa complessiva per queste strutture. Secondo Rizzardo, il 40%
del mantenimento delle truppe statunitensi di Aviano proviene dalle tasche
dei contribuenti italiani. Il territorio non è poi mai stato soggetto a
bonifiche, studi o controlli, (né militari né dell’Arpa), nonostante siano
inevitabili varie forme di inquinamento, come quello da piombo o da
emissione massiccia di anidride carbonica legata all’utilizzo di velivoli
militari. “Si calcola che per un’ora di volo, un F16 produca circa 40.000
kg di Co2, il che corrisponde, grossomodo, al lavoro di un bosco di 3
ettari durante un intero anno” ha riportato Rizzardo. In particolare è
stato trattato l’impatto ambientale della base nucleare in questione, dei
poligoni di tiro nella zona di Pordenone, delle possibilità concrete che la
base diventi un centro internazionale di riferimento per le energie
rinnovabili con interessanti benefici occupazionali. E’ stato dato ampio
margine d’indagine anche ai progetti del Pentagono a livello globale ed ai
movimenti per la pace di fronte alle basi militari. E’ stato evidenziato
poi come le basi militari si somiglino per strutture, problematiche e
soluzioni ad esse applicabili, assumendo perciò il caso di Aviano come
modello al fine di comprendere un sistema diffuso a livello mondiale. In
questo senso il libro vuole essere un punto di partenza di un percorso
innovativo, sia perché risulta essere il primo testo in Italia sul tema
della conversione delle basi militari, sia perché si propone di dimostrare
come sia possibile realizzare in concreto un progetto, affinché questo
diventi modello applicabile a tutti i casi esistenti.
Emanuela Masseria