sardegna militarizzata Nonostante la richiesta di stop della Regione



dalla nuova sardegna  del  24\9\2005

Dal 29 settembre riprendono le operazioni militari d'autunno.Manovre Nato a Teulada
Esercitazione e sbarco: 37 navi, 57 aerei e 8500 uomini
Ignorata la richiesta di moratoria Coinvolta anche la seconda flotta Usa che è stata allontanata da Porto Rico Si teme quindi la partecipazione di sottomarini a propulsione nucleare



CAGLIARI. Altro che allentare i vincoli militari sull'isola, come richiesto più volte dal presidente Soru. Dopo l'annuncio dell'ampliamento della base americana alla Maddalena, ecco che arriva la notizia che un'intera flotta della Nato (37 navi di dieci Paesi), a partire dal 29 settembre, eserciterà la sua devastante potenza di fuoco nelle acque di Capo Teulada. Con tutta probabilità ai giochi di guerra parteciperanno anche i sottomarini nucleari. Quanti non è dato sapere. Il comitato «Gettiamo le basi» affida il suo allarme a un comunicato: «Sarà come in Normandia, spareranno davvero». E l'amministrazione di Teulada cade dalle nuvole: «I militari non ci informano. Speriamo che il presidente Soru riesca a negoziare almeno un accordo di trasparenza in modo che si riesca a capire come si svolgeranno le esercitazioni e se impiegheranno navi o sottomarini a propulsione nucleare».

LISSIA



Pagina 3 - Fatto del giorno

Ancora giochi di guerra nelle acque sarde
Dal 29 settembre trentasette navi si eserciteranno a Capo Teulada


MAURO LISSIA


CAGLIARI. Come il D-Day, lo sbarco storico delle forze alleate sulle spiagge desolate della Normandia nel 1944 che mise in ginocchio le difese costiere approntate dai generali di Hitler. Cambiano gli scenari, l'intensità, la potenza di fuoco delle armi e la rapidità dei mezzi anfibi. Non c'è il mitico fotoreporter dell'agenzia Magnum Robert Capa a fissare sulla pellicola 'leggermente fuori fuoco' gli attimi drammatici del conflitto. La storia con le sue migliaia di morti è alle spalle, ma l'operazione Destined Glory è considerata dagli esperti militari una delle più realistiche simulazioni di guerra che avvengono al mondo ogni anno. Puntuali, dal 29 settembre al 14 ottobre piomberanno nelle acque di Capo Teulada trentasette unità navali e 57 aerei con 8500 uomini al comando del vice ammiraglio John Stufflebeem, della marina statunitense, un uomo tutto d'un pezzo con esperienze dure, maturate in teatri di guerra reale. Una nota del comando informa che le forze navali e anfibie oggi in rotta verso il porto commerciale di Cagliari «metteranno alla prova e verificheranno la loro capacità e prontezza operativa nel rispondere a qualsiasi minaccia contro l'Alleanza». Una verifica estremamente seria in un momento storico in cui nel mondo i combattimenti veri superano di gran lunga le esercitazioni. Per Teulada e per le marinerie della costa sulcitana è un appuntamento consueto quando temuto: sono due settimane da vivere pericolosamente, tra esplosioni e fischi di proiettili d'artiglieria, un film di Oliver Stone che si ripete ogni autunno. Come ad Arromanches e sulla spiaggia di Omaha: dalle navi anfibie voleranno giù soldati armati fino ai denti, che dovranno affrontare il nemico a terra per riconquistare i soliti territori di Teulada, da sempre al centro di contese armate e di invasioni. Cannonate, raffiche di mitraglia, attacchi d'artiglieria e lanci di granate, seppure a carica ridotta: come se sulla costa militarmente più martoriata della Sardegna si giocassero i destini dei dieci paesi Nato coinvolti nello sbarco. Accade ogni anno in autunno e poi accade ancora a Smirne, sulla costa della Turchia. Ma ogni volta - almeno in Sardegna - sono polemiche, proteste, un allarme generale per le conseguenze di questo bombardamento a tappeto su un ambiente naturale già messo a dura prova da decenni di battaglie navali e terrestri. Stavolta però potrebbe esserci dell'altro, una novità che sembra rafforzare i timori espressi ad ogni livello politico dal presidente della Regione Renato Soru: allontanata definitivamente da Puerto Rico, la seconda flotta degli Stati Uniti avrebbe scelto Teulada come sito per le esercitazioni. E della seconda flotta fanno parte a pieno titolo i sottomarini a propulsione nucleare che appena quest'estate hanno sollevato polemiche aspre a Cagliari, il cui porto commerciale risultava inserito - il Prefetto ha smentito - fra le basi appoggio dei temibili bestioni americani. A lanciare l'allarme è il comitato antimilitarista 'Gettiamo le basi', da molti anni attento osservatore critico di ogni movimento di truppe e di armamenti nell'isola. Che i sottomarini siano in arrivo è confermato: nella strategia dell'operazione simulata il compito delle unità sottomarine è di ostacolare la navigazione delle forze Nato verso il mare di Teulada, le navi che trasportano le truppe come avvenne nel '44 nel canale della Manica. Dal porto di Cagliari si muoveranno sempre sott'acqua per sfuggire al controllo degli aerei e minacceranno le navi coi loro siluri. Di certo ci saranno e ai due sottomarini annunciati potrebbero aggiungersene altri, inglesi e francesi. Ed è una presenza scomoda, destinata a sollevare reazioni prevedibili. Una volta raggiunto lo scenario di guerra si apriranno le ostilità: se le navi anfibie sono attrezzate con mitragliatrici, le altre unità apriranno il fuoco sulla linea difensiva nemica con cannoni da 400 millimetri in grado di centrare un obbiettivo a 32 chilometri di distanza. Si annunciano lanci di missili Tow, fuoco di supporto al movimento delle truppe, tiri con mortai. Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti sono i paesi coinvolti in Destined Glory 2005, lo scopo è di «migliorare la capacità Nato di condurre operazioni multinazionali anfibie e navali di proiezione di forza e risposta a situazioni di crisi, mediante il miglioramento dell'interoperabilità». Ma se gli aspetti militari dell'operazione riguardano il comando Nato e le forze alleate, ai sardi competono i dubbi legati ai rischi che una presenza così imponente di mezzi militari e di marines presuppone. Preoccupa soprattutto l'arrivo - non ancora confermato - dei sottomarini a propulsione nucleare: un incidente, un errore di navigazione, una qualsiasi eventualità negativa che li riguardi rappresenta un pericolo serio, probabilmente vitale, per l'habitat delle coste sarde proprio mentre il governatore Renato Soru è impegnato in un complesso confronto con la Difesa nazionale per ottenere una riduzione drastica della presenza militare nell'isola e l'addio della Marina statunitense dall'arcipelago della Maddalena. Ma questa è la politica: dal 29 parleranno soltanto i cannoni.

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L'annuncio delle esercitazioni coglie il vicesindaco di sorpresa: «Non siamo informati dai militari»
«A Teulada vogliamo più trasparenza»
L'amministrazione è di centrodestra ma spera che Soru si faccia valere
«E' indispensabile lavorare insieme perché si arrivi a soluzioni soddisfacenti per il territorio»


CAGLIARI. «Sommergibili nucleari? Non so, il comune di Teulada non viene informato su quali mezzi e armi s'impiegano nelle esercitazioni militari programmate al poligono»: il vicesindaco Antonello Mulas cade dalle nuvole e misura le parole, in una fase in cui l'amministrazione guidata dal sindaco Gianni Albai ha aperto con il comando militare un dialogo dagli esiti ancora incerti: «Posso dire che se davvero arriveranno nelle acque di Capo Teulada unità sottomarine a propulsione nucleare la cosa non mi fa certo piacere - va avanti Mulas - ma il discorso non può certo concludersi qui. C'è un disciplinare d'uso del poligono che è vicino alla scadenza e che l'amministrazione comunale dovrà discutere, per andare al rinnovo. Fra i punti centrali c'è il problema dell'osservatorio, un organismo che garantisca trasparenza e che fornisca informazioni certe ai cittadini di Teulada, a tutela della salute e della sicurezza pubblica. Stiamo lavorando per questo». Mulas fa riferimento alle iniziative della Regione, l'appoggio è pieno: «Gli interventi del presidente Soru vanno nella direzione che noi auspichiamo - spiega il vicesindaco - così come noi auspichiamo che il rapporto con i militari resti cordiale e collaborativo. Certo la cordialità non può bastare, perchè ci sono in gioco questioni di importanza vitale per il territorio. E' indispensabile fare passi avanti, lavorare perchè si arrivi a soluzioni soddisfacenti». La posizione del comune di Teulada non è intransigente: «E' chiaro che non possiamo impedire all'esercito italiano di addestrarsi nel poligono - riconosce Mulas - perchè esistono accordi nazionali e situazioni che riguardano la sicurezza nazionale. Pensiamo però che la Regione possa lavorare per dare maggiori certezze ai cittadini di Teulada». Per la nuova amministrazione comunale - lista civica a ispirazione di centro-destra - quella che comincia il 29 settembre è la prima Destined Glory, un evento che mette il paese sulcitano al centro dell'attenzione e anche al centro delle polemiche fra militari e anti-militaristi: «Purtroppo dal poligono non ci dicono quello che accadrà all'interno del territorio vincolato, non sappiamo quali mezzi navali e sottomarini saranno impiegati. Sì - chiude il vicesindaco di Teulada - forse sarebbe utile un informazione più chiara e trasparente, nell'interesse di tutti». (m.l)