Centomila morti l'anno. L'Onu: «Fucili e pistole le vere armi di distruzione di massa»



fonte : L'unità

La maggior parte delle vittime dei conflitti dei nostri giorni viene uccisa dalle armi leggere, come mitragliatrici, pistole e fucili, che diventano così le vere armi di distruzione di massa del mondo contemporaneo.
Lo afferma un rapporto dell'Institut universitaire de hautes études 
internationales, diffuso lunedì in occasione dell'apertura a New York del 
secondo incontro biennale dell'Onu sul commercio illecito delle armi 
leggere.
Secondo il rapporto, il numero degli uccisi in conflitto dal fuoco di queste 
armi è stato largamente sottorappresentato nel passato. Secondo i 
ricercatori ginevrini, nel 2003 i morti per armi leggere sono stati tra gli 
80 e i 108 mila, rispetto ai 27 - 51 mila delle stime precedentemente 
accreditate.
Secondo la ricerca, in funzione della natura dei conflitti, si può calcolare 
che tra il 60 e il 90 per cento dei morti nelle guerre contemporanee sia da 
attribuire alle armi leggere.
Nel 2001 le Nazioni Unite hanno adottato un piano per fermare il commercio 
illecito di armi, e a conferenza che si è aperta a New York vuole fare il 
punto sui risultati sinora raggiunti. «Queste sono oggi le vere armi di 
distruzione di massa», affermare l'ambasciatore finlandese Pasi Patokallio, 
presidente della conferenza.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, dal 2001 a oggi il commercio legale di 
armi leggere ha prodotto un fatturato di 4 miliardi di dollari l'anno, 
mentre quello illegale ammonta a circa un miliardo di dollari l'anno.
Secondo gli esperti dell'Onu, molti conflitti sono favoriti dalla grande 
disponibilità di questo genere di armi. Alcuni paesi hanno iniziato a 
disarmare i propri cittadini. Tra questi il rapporto dell'onu cita il 
Brasile. Il governo di quel Paese, preoccupato dell'alto numero di morti per 
arma da fuoco, ha iniziato un programma di consegna volontaria delle armi 
che ha portato sinora al ritiro di 300 mila armi.
Molto diversa la situazione del Medio Oriente, dove il possesso diffuso di 
armi leggere continua a crescere. Per i ricercatori dell'Istituto ginevrino, 
nell'area vi sarebbe un numero di armi in possesso di civili compreso tra i 
45 e i 90 milioni di pezzi.
L'Italia è uno dei maggiori esportatori mondiali di armi leggere. 
Ufficialmente il maggior mercato per i nostri produttori sono gli Stati 
Uniti, ma non vi è nessuna garanzia che le armi esportate laggiù non vengano 
riesportate verso Paesi a rischio del Sud America, dell'Asia o dell'Africa.