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pescatori: «Siamo con Soru ma intanto vogliamo i soldi»
- Subject: pescatori: «Siamo con Soru ma intanto vogliamo i soldi»
- From: "Giuseppe Scano" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Tue, 17 May 2005 14:22:39 +0200
la nuova del 17\5\2005 CAGLIARI. «Firma, non firma, forse firma». Renato Soru non firma il protocollo integrativo che garantirebbe maggiori indennizzi ai pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi per le interdizioni militari. La decisione è arrivata nel pomeriggio di ieri dopo che le due marinerie avevano effettuato un lungo sit-in di fronte al Consiglio Regionale. C'è però un piccolo spiraglio. Il governatore ha chiesto tempo, qualcuno ha ipotizzato due settimane ma potrebbe essere molto di più, affinché nel protocollo possa essere inserita una dicitura che evidenzi le posizioni della Regione in materia di servitù militari in Sardegna. Solo dopo, eventualmente, potrebbe firmare il documento. dalla nuova sardegna 17\5\2005 «Non sono un ufficiale firmatore - ha puntualizzato Soru - Non metterò mai la firma su un documento che non sono stato chiamato a discutere». Soru ha riconosciuto il valore della battaglia coraggiosa condotta negli ultimi due anni dai pescatori per il riconoscimento degli indennizzi dovuti alla mancata attività durante il periodo in cui nel poligono di Capo Teulada sono in corso le esercitazioni militari. Le rivendicazioni dei pescatori rientrano però - secondo il presidente - nella più generale questione delle servitù militari «che intendiamo ridiscutere perchè è inconcepibile che in Sardegna vengano esplose il 70% delle bombe di tutto il territorio nazionale». Soru ha poi spiegato di essere disponibile a firmare l'intesa ma solo a patto che la regione possa esprimere la propria contrarietà a una presenza militare così massiccia.La palla, quindi, ritorna al Ministero della Difesa che dovrà valutare l'opportunità
di una modifica al testo già concordato con i pescatori e le loro associazioni di categoria. I rappresentanti delle due marinerie hanno deciso di sospendere il sit-in, programmato ad oltranza, ma di mantenere lo stato di agitazione sino a quando non si arriverà alla firma del protocollo. E' la conclusione, un po' convulsa, di una lunga mattinata iniziata prestissimo davanti alla sede del Consiglio Regionale, in Via Roma e terminata, intorno alle 16,00 al quarto piano del Palazzo della Giunta, in Viale Trento, dove Renato Soru ha incontrato dapprima i rappresentanti dei pescatori e subito dopo i sindaci di Teulada e di Sant'Anna Arresi. Le prime avanguardie dei pescatori sono arrivate a Cagliari intorno alle otto. Un'ora dopo il grosso delle due marinerie, che ha provveduto a sistemare reti e nasse lungo il porticato di Via Roma. Una manifestazione composta, controllata a debita distanza da un piccolo drappello di forze dell'ordine,con i pescatori impegnati spiegare ai passanti un pò sorpresi i motivi dell'insolito
e pittoresco sit-in. Sarà per la giornata decisamente sbagliata (pare che il lunedì il Palazzo Regionale non sia molto frequentato) sarà per altri motivi ma di politici se ne sono visti pochini. In compenso c'è stato un vero e proprio assalto di giornalisti ed operatori televisivi. Pietro Paolo Di Giovanni, Sandro Uccheddu e Luciano Maricca, i tre leader della protesta, si sono sbracciati per spiegare i motivi di questa ennesima manifestazione di protesta. «Abbiamo in mano un protocollo integrativo di quello firmato nel 1999, fra la Regione ed il Ministero della Difesa, che riconosce la nostra specificità - dicono - significa che dopo due anni di lotte durissime abbiamo strappato al Ministero delle concessioni molto importanti. Prima di tutto maggiori indennizzi per le nostre marinerie. A ciascuno dei pescatori di Teulada e di Sant' Anna Arresi sono stati riconosciuti circa 11 mila euro annui, a partire dall'anno 2003, per compensare i disagi derivanti dalle interdizioni in atto nel Poligono di Capo Teulada. L'efficacia del protocollo è stata fissata sino al 31 dicembre 2005». Il Ministero della Difesa, com'è noto, ha delegato il generale Angelo Dello Monaco, comandante del Comando Militare Autonomo della Sardegna a firmare l'accordo con la Regione Regione: «Sembrava tutto risolto ma la presa di posizione del presidente Soru ha rimesso tutto in discussione - dice Sandro Uccheddu, presidente della cooperativa S.Anna - condividiamo le sue posizioni in materia di servitù militari ma non possiamo accettare che le conseguenze ricadano su di noi. Vogliamo gli indennizzi perché lo Stato ha riconosciuto la nostra specificità. Il governatore ha perciò l'obbligo morale di firmare. Subito dopo inizi pure la battaglia contro il governo nazionale per la riduzione della presenza militare nell'isola. Noi saremo al suo fianco». Il sit-in continua. Si attendono i sindaci dei due comuni. In tarda mattinata arriva la notizia che il presidente Soru è disponibile per un incontro con i rappresentanti dei pescatori. Tutti in macchina! Si va in Viale Trento. Un'ora d'attesa poi il presidente riceve una delegazione. Soru sembra irremovibile ma per la firma c'è qualche speranza. Bisognerà solo aspettare le decisioni del Ministero della Difesa. Enrico Cambedda La dignità dell'autonomia Il governo adesso non può sottrarsi al confronto -------------------------------------------------------------------------- E se Soru avesse ceduto? Se avesse cioè firmato quel documento che qualcuno aveva concepito e redatto senza neppure consultarlo? Il presidente della Regione, subendo un atto di arroganza istituzionale, avrebbe assecondato chi vuole ridurre il rappresentante politico dell'autonomia a un notaio che sottoscrive silenziosamente atti scritti da altri. E tutto sarebbe stato come prima. Cioè le esercitazioni militari sarebbero continuate e i pescatori, dopo avere incassato un indennizzo che sembra più un elemosina, si sarebbero dovuti preparare a nuove battaglie. Sì, perché tra un anno si sarebbe sicuramente riproposto il problema degli indennizzi. Soru ha invece scelto di difendere la dignità dell'autonomia e del proprio ruolo. A costo di sembrare impopolare. Era infatti facile prevedere che la disperazione dei pescatori di Teulada e di Sant'Anna Arresi sarebbe stata strumentalizzata in chiave politica. Ma lui non è caduto nella trappola e ha rimesso la patata bollente nelle mani del governo. Ora, infatti, il governo non ha più alibi: risponda dunque a Soru che da dieci mesi chiede l'apertura di un tavolo per ricontrattare la presenza militare nell'isola. Insomma, dia una risposta politica a una domanda politica, invece di dispensare elemosine. La sostanza del problema è questa: Roma sfugge alle proprie responsabilità e cerca goffamente di raffreddare il clima pagando (con ingiustificabile ritardo) gli indennizzi ai pescatori. Soru, invece, tenta di andare alla radice del problema: la questione degli indennizzi non esisterebbe se il governo ottemperasse agli impegni sottoscritti. Non si deve dimenticare che, nel lontano 1988, l'allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini, dopo un accordo raggiunto con Mario Melis, si era impegnato formalmente a dismettere il poligono di Teulada. Già, 17 anni fa. Oggi il presidente Soru riparte proprio da lì, da quell'impegno che non è stato onorato. E questo è dichiaratamente l'inizio di un percorso che deve arrivare a un ripensamento della presenza complessiva delle "stellette" in Sardegna. Con un po' di laicità si deve arrivare a denervare il problema da ogni strumentalità. Perchè non può diventare argomento di contesa politica ciò che è raccontato da numeri che fanno oggettivamente paura. Cifre che certificano la scelta iniqua di scaricare sull'isola il 60% del peso delle servitù militari di tutto il Paese. Ed è oggettivamente mortificante vedere che questa sovranità sottratta venga oggi pagata (sempre in ritardo) con cifre risibili. Il problema non è quindi quello di una volgare ricontrattazione del prezzo per un'autonomia umiliata, ma quello di ritrovare la forza e soprattutto la dignità di far valere le proprie ragioni. Fa bene Soru a non voler entrare in una logica da ragioniere e da "ufficiale pagatore": sarebbe un implicito riconoscimento di una sconfitta politica di sostanza. Che la presenza delle "stellette" in Sardegna sia eccessiva e asfissiante è una consapevolezza diffusa. Politicamente trasversale. E Soru la interpreta oggi nel modo più alto, chiedendo un cambiamento reale della situazione invece di firmare, come un oscuro burocrate, una cambiale in bianco che serve solo a rinviare il problema dei pescatori e a perpetuare la iniqua condizione di sussidiarietà della nostra isola. (p.m.) ...................... http://www.censurati.it http://cdv.splinder.com 328 6849962 fax 079 634198............................
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