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a chi dice che alla maddalena non c'è niebntre di pericoloso partono e arrivano navi appoggio
- Subject: a chi dice che alla maddalena non c'è niebntre di pericoloso partono e arrivano navi appoggio
- From: useppescano at virgilio.it
- Date: Sat, 26 Mar 2005 16:41:53 +0100
dalla nuova cronaca gallura 24\3\2005 a Emory S.Land rientra a Santo Stefano Due mesi in Africa per la nave appoggio per sommergibili americani LA MADDALENA. La Uss Emory S.Land, la nave appoggio per i sommergibili di stanza nell?isola di Santo Stefano, è ritornata nell?arcipelago della Maddalena dopo due mesi di attività operative nell?Africa occidentale riguardanti la cooperazione nella sicurezza tra gli Stati Unti e gli Stati che si affacciano nel Golfo di Guinea. A questa operazione hanno partecipato 20 ufficiali della Marina del Ghana, Gabon, Benin, Sao Tome oltre che della Francia, Spagna, Portogallo e Inghilterra. Sono stati impegnati in attività addestrative attinenti alla condotta della navigazione, ricerca e soccorso, antiterrorismo e alla diffusione delle informazioni per la prevenzione dell?Hiv/Aids. Il Comandante della USS Emory S.Land, il capitano Michael Budney ha dichiarato: «E? stata scelta la nostra unità perché è in grado di assolvere una vasta serie di lavori di riparazione e possiede le capacità necessarie per contribuire alle attività addestrative navali nel Golfo di Guinea. Abbiamo svolto tutte le attività addestrative, fornito assistenza tecnica e raggiunto i risultati previsti. Ne è derivato un arricchimento della nostra conoscenza di quella area e il desiderio di conoscerla sempre di più». Il Colonnello Barry Cronin del Corpo dei Marines, Comandante del Task Group 60.5, è stato a bordo durante la missione: «Una migliore sicurezza porta a una maggiore stabilità regionale - ha confermato -, che contribuisce alla crescita economica, che a sua volta promuove idee democratiche per lo sviluppo di una migliore qualità della vita». L?equipaggio ha svolto, fra l?altro attività umanitarie, quali la ristrutturazione di aule scolastiche, a favore della popolazione degli Stati africani occidentali. «E? stata la nostra sfida più grande - ha spiegato il capitano Budney - perché la missione della nave è visitare porti e riparare unità; rimanere in navigazione per 46 giorni è stata una grande prova per l?equipaggio che si è comportato in maniera egregia. Abbiamo incontrato diverse difficoltà, problematiche tecnico-logistiche e numerose manovre di ancoraggio che hanno richiesto grande determinazione. Tutti hanno svolto il lavoro senza bisogno di ordini». Andrea Nieddu
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