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La Maddalena. Bilancio dopo le audizioni al Senato
- Subject: La Maddalena. Bilancio dopo le audizioni al Senato
- From: "giuseppe" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Tue, 8 Feb 2005 14:50:58 +0100
unione galluara del 8\2\2005 «Controlli più mirati e un piano di emergenza» Torneranno al Senato i consulenti scientifici delle associazioni ambientaliste sentiti qualche giorno fa sul caso La Maddalena. Dopo anni di silenzio si cerca di fare chiarezza sull'impatto ambientale della base di Santo Stefano. E in particolare sulla radioattività. In tal senso si sta muovendo la commissione Ambiente del Senato, secondo un programma di lavoro che è stato definito dopo aver accolto la proposta del vicepresidente Pino Mulas, di Alleanza nazionale, perché fosse promossa una iniziativa parlamentare, volta a fare chiarezza su una serie di dati contrastanti e sulla loro interpretazione scientifica. La relazione che ha suscitato maggiore interesse è stata quella illustrata da Vincenzo Migaleddu, medico radiologo, consulente scientifico del Wwf Sardegna, che ha effettuato una minuziosa descrizione di quanto si è verificato negli ultimi due anni. Ed esattamente da quando il sommergibile statunitense Hartford, a propulsione e con armamento nucleari, ebbe un serio incidente mentre si stava allontanando dalla base appoggio dell'isola di Santo Stefano. Una manovra errata aveva provocato un violento impatto contro un fondale roccioso, con la conseguenza che erano stati arrecati danni allo scafo e alla timoneria. Quando l'incidente divenne notizia pubblica e si avanzò il timore che il mezzo subacqueo avesse subito danni anche al reattore nucleare, l'associazione ambientalista corsa Abcde e il Wwf Gallura decisero di intervenire. Raccolsero campioni di alghe in alcuni siti dell'arcipelago e li inviarono al Criirad, un centro specializzato di ricerca francese, chiedendo un'analisi approfondita per accertare se vi fosse la presenza di radioisotopi artificiali quali lo iodio 131, il cobalto 60 e il cesio 137. Il Criirad, dopo aver effettuato le analisi, escluse che nell'arcipelago si fosse verificata una temuta piccola Chernobyl. Le analisi accertarono, però, la presenza in due campioni di alghe verdi (corallina elongata) e rosse (jana rubens) di torio 234, derivato naturale dell'uranio 238, con tassi di radioattività notevolmente più alti rispetto ad altri campioni. Seguirono altre analisi per valutare se il rapporto potesse ritenersi naturale o alterato dalla presenza di uranio arricchito, cioè combustibile ancora attivo dei reattori, o di uranio impoverito, vale a dire già combusto. Per questo aspetto il Criirad accertò che il rapporto poteva considerarsi normale. Attraverso gli esami di spettrografia alfa, il Criirad accertò anche la presenza di plutonio 239. Una presenza che non era stata mai segnalata dall'Apat e dall'Icram, gli istituti pubblici preposti al controllo ambientale. Si pose allora la necessità di rispondere a degli interrogativi precisi con altri esami. Era necessario accertare se il plutonio potesse ritenersi legato all'utilizzo della base appoggio oppure fosse un retaggio di esplosioni atomiche avvenute altrove tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Nell'occasione venne anche richiesta alle autorità militari una indicazione precisa sul cosiddetto punto zero. Vale a dire la situazione ambientale dal momento in cui era iniziata l'utilizzazione della base con mezzi bellici a propulsione atomica. A tutt'oggi non è giunta alcuna risposta. In sede di audizione il dottor Migaleddu ha sollecitato la ripresa degli esami con un monitoraggio più appropriato e centraline adeguate, la dichiarazione del punto zero, la pubblicazione del piano di emergenza in caso si verifichi un incidente di tipo acuto come quello occorso al sommergibile Hartford. Piero Bardanzellu 08/02/2005 3286849962 http://cdv.splinder.com http://progettotempio.blog.tiscali.it www.censurati.it
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