[ dalla maddalena ] Lo strano silenzio sull?Hartford e le pecche nella sicurezzaalla



 
DOMENICA, 16 GENNAIO 2005
 
Pagina 9 - Olbia
 
La Maddalena. Pericoli e prevenzione nella base americana di Santo Stefano,
Gian Carlo Fastame si rivolge a Roberto BaggioniIl radiochimico bacchetta
l?ammiraglio 
«Deve spiegare perchè non sono stati resi ufficiali i dati sul monitoraggio»
 
 
 
Lo strano silenzio sull?Hartford e le pecche nella sicurezza
 
 LA MADDALENA. Gian Carlo Fastame, radio chimico che in diverse occasioni
ha preso parte al vivace dibattito sulla presunta radioattività, interviene
in seguito alle dichiarazioni rilasciate dall?ammiraglio di Marisardegna
Roberto Baggioni. L?attacco è polemico. A parte la questione della presenza
americana, Fastame manifesta seri dubbi «sull?efficienza dell?organizzazione
della Marina nell?isoletta di Santo Stefano».
 Fastame chiede all?ammiraglio Baggioni «per quale motivo non renda pubblici
i dati della rete di monitoraggio della radioattività ambientale della Marina
militare italiana, nonostante gli annunci in tal senso del marzo 2004 di
un suo comandante, alla presenza di un Senatore della Repubblica». Fastame
è curioso di conoscere almeno la localizzazione dei punti di prelievo. «Le
chiedo di far sapere per quale motivo la Marina non ci ha informati, o almeno
non ha informato il sindaco, dell?incidente Hartford, che secondo il report
ufficiale della U.S. Navy è avvenuto il 25 ottobre 2003 alle 12,40 alla
Secca delle Bisce, a 1100 yarde dall?Isola delle Bisce, sotto gli occhi
della guardia costiera italiana che inutilmente ha cercato di avvertire
con il telefonino il Commodoro che conduceva il sottomarino in emersione
ad una velocità eccessiva, portandolo ad urtare per tre volte sulla secca
e provocando incisioni nello scafo per 66 metri quadri e danneggiando il
timone per il 25 per cento fino a portarlo a toccare lo scafo». Ancora «le
chiedo di far sapere per quale motivo a La Spezia durante le fasi di ingresso
o di uscita, un ufficiale di collegamento della Marina italiana di Maridipart,
sale a bordo del sottomarino. Quindi le manovre sono effettuate con l?assistenza
del pilota in ore diurne: alla Maddalena di notte, senza ufficiale e pilota.
Le chiedo di far sapere dove si trova il rimorchiatore, immagino adeguato
e protetto, che secondo il piano di emergenza in caso di incidente deve
allontanare il sottomarino entro un?ora, stando a distanza di sicurezza
di 520 metri, a non meno di 10 chilometri, a una velocità non inferiore
a 3 nodi, magari col ponente teso. Le chiedo - continua Gian Carlo Fastame
- di far sapere di quale struttura organizzativa di personale medico e paramedico
dispone la sua stazione di decontaminazione sita nell?ex ospedale militare,
e se e come è organizzata per la distribuzione alla popolazione delle pasticche
di iodio stabile in caso di incidente a un sottomarino nucleare, distribuzione
che deve avvenire in tempi immediati».
 Ecco la conclusione. «Non sono preoccupato per un incidente: per cultura
tecnica e gestione di società industriali, valuto remoto il rischio e gestibili
le conseguenze, ma per la stessa cultura che ho appreso dai colleghi Usa,
dico che la prevenzione e l?organizzazione delle contromisure sono irrinunciabili».
Andrea Nieddu