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(Fwd) documento da inviare e diffondere se condiviso
- Subject: (Fwd) documento da inviare e diffondere se condiviso
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Wed, 15 Dec 2004 23:30:49 +0100
- Priority: normal
------- Forwarded message follows ------- From: "A.C." <arribo at libero.it> To: <Undisclosed-Recipient:;> Subject: documento da inviare e diffondere se condiviso Date sent: Wed, 15 Dec 2004 21:47:14 +0100 Movimento per la società di giustizia e per la speranza Cari amici, in seguito ad alcune inaccettabili dichiarazioni di Ciampi nel suo viaggio in Cina, il Movimento è intervenuto con questo scritto; che è indirizzato anche ai membri del parlamento. E' chiaro che ognuno lo può spedire come documento proprio, e con modifiche. L'email del Presidente è: presidente.repubblica at quirinale.it . Non si consentono allegati; si richiede nome, cognome, indirizzo del mittente. L'email dei parlamentari è del tipo: ROSSI_M at camera.it; m.rossi at senato.it . Per posta: Palazzo del Quirinale, Montecitorio, Palazzo Madama, 00100 Roma. Un saluto fraterno da Arrigo Colombo. Centro Interdipartimentale di Ricerca sull'Utopia Università di Lecce Movimento per la società di Giustizia e per la Speranza Al Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi Ai membri del Parlamento Le dichiarazioni fatte in Cina dal Presidente sull'embargo delle armi e su Taiwan non possono essere condivise Questa volta il Presidente ci ha dolorosamente stupiti: la sua abituale prudenza in materia politica, la sua misura di sempre; il suo impegno per la pace. Non che la sua spedizione in Cina, con tutta l'ampia delegazione che l'ha accompagnata, non sia stata una iniziativa lungimirante e coronata da successo; che ha finalmente aperto con quel paese un rapporto umano, culturale, economico. E il Presidente ci ha messo tutta la sua umanità, la sua volontà costruttiva, il suo entusiasmo. Ma forse l'entusiasmo lo ha tradito; in almeno due punti: le armi e Taiwan. A parte la questione di competenza: se cioè si potessero fare interventi del genere senza un mandato parlamentare. Ma il problema dell'embargo sulle armi alla Cina è di competenza dell'Unione Europea, che lo pose con grande coraggio e forza al seguito della feroce repressione di Tien Anmen; quando la Cina dimostrò al mondo che, neppure dopo il crollo del sistema sovietico, e il generale processo di democratizzazione, rinunziava al suo regime dispotico; non ci rinunziava neanche di fronte all'esplosione della volontà popolare; e non ci ha rinunziato neppure ora, quando ha eliminato tutta l'ideologia e la prassi comunista, in particolare la socializzazione dei beni (pur viziata dallo statalismo), ma ha conservato il dogmatismo e il dispotismo; senza più neppure la copertura della nuova società da costruire; spudoratamente, come puro fatto di potere, di un'oligarchia che tiene il potere saldamente nelle sua mani, e disprezza e reprime la sovranità popolare. Togliere l'embargo: e perché poi? se nulla è cambiato? solo perché la Cina s'è fatta economicamente più potente? Allora si cede alla potenza sacrificando la libertà, si fa un salto indietro di tre secoli, si abbandona il popolo cinese ai suoi oppressori. O forse perché lo vuole la Francia, la quale ha un dopoguerra piuttosto cinico di smerciatrice d'armi al Terzo Mondo (si vedano i recenti fatti in Costa d'Avorio); o la Germania, anch'essa ansiosa d'affari. Quanto a Taiwan, essa non appartiene alla Cina ma al popolo taiwanese. Anche qui dev'essere chiaro - e dovrebb'essere spiegato con chiarezza ai despoti cinesi - che è una questione di democrazia, di sovranità popolare, di autodecisione di un popolo. Il Presidente sembra averlo dimenticato. La sorte di Taiwan non può essere decisa se non dai suoi abitanti; nessuno può interferirvi. Piuttosto bisognerebbe ricordare a quei signori, tanto gentili, che essi hanno invaso il Tibet, e lo stanno cinesizzando con massicci spostamenti di popolazione; e che questo è profondamente ingiusto, e non può essere tollerato dall'umanità. Il Presidente avrebbe potuto almeno chiedere una moratoria sulla pena di morte; dal momento che là, in quel grande nobile paese, le persone vengono ogni anno suppliziate a centinaia. Lecce, il 12 dicembre 2004 per il Movimento, il responsabile Prof. Arrigo Colombo Coordinamento: Arrigo Colombo, Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax 0832-314160 E-mail arribo at libero.it/ Pag web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia ------- End of forwarded message -------
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