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Armi: gli scandali della BAE riguardano anche l'Italia
- Subject: Armi: gli scandali della BAE riguardano anche l'Italia
- From: "Giorgio Beretta" <gberetta at tiscali.it>
- Date: Wed, 6 Oct 2004 09:02:36 +0200
Credo possa interessare... anche qualche giornalista e parlamentare di buona volonta'. L'articolo e' riproducibile in parte o del tutto citando la fonte: Unimondo Se qualcun avesse la registrazioen del programma della BBC mi contatti. Ciao Giorgio http://unimondo.oneworld.net/article/view/95427/ Armi: gli scandali della BAE riguardano anche l'Italia Il programma della BBC "Bribing for Britain?" in onda stasera svela che è Steven Mogford, l'attuale direttore esecutivo del gigante armiero BAE, il personaggio chiave del caso di corruzione dietro l'affare "Al Yamamah", la colossale vendita di aeroplani e navi da guerra della BAE all'Arabia Saudita iniziata negli anni del governo Thatcher per la cifra di 50miliardi di sterline (quasi 75 miliardi di euro). Un'affare tuttora in corso in quanto l'Arabia Saudita continua a pagare ogni anno milioni di sterline alla BAE per manutenzione, aggiornamento e training. E nell'ambito dei "programmi internazionali di coproduzione" italiani segnalati dall'ultima Relazione governativa figurano 11 autorizzazioni "con destinazione finale Arabia Saudita, per un controvalore di 91 milioni di euro rientranti nel programma Tornado". Insomma una faccenda che riguarda anche l'Italia. Armi: gli scandali della BAE riguardano anche l'Italia Guardian Unlimited | Unimondo martedì, 05 ottobre, 2004 Tornado GR4 del Saudi Arabia Airforce ©BAE Il programma della BBC "Bribing for Britain?" in onda stasera svela che è Steven Mogford, attuale direttore esecutivo del gigante armiero BAE, il personaggio chiave del caso di corruzione dell'affare "Al Yamamah": lo riporta un'anticipazione del Guardian di oggi. Il quotidiano britannico già lo scorso maggio aveva svelato che il Ministero della Difesa della Gran Bretagna stava indagando sull'imponente caso di corruzione da parte della BAE, la maggior industria armiera britannica, verso prominenti personaggi dell'Arabia Saudita ai quali sarebbero stati pagati 60 milioni di sterline (quasi 90 milioni di euro) di bustarelle. Oggi, anticipando il programma delle BBC, il Guardian rivela che l'allora "chief operating officer" della BAE, Steven Mogford, è il personaggio-chiave dell'affare "Al Yamamah" (la Colomba) una vendita di aeroplani e navi da guerra della BAE all'Arabia Saudita iniziata negli anni del governo Thatcher, per la colossale cifra di 50miliardi di sterline (quasi 75 miliardi di euro) che ha fruttato alla BAE un guadagno annuale di 1,5 miliardi di sterline (quasi 2 miliardi 225milioni di euro) per una quindicina d'anni. I 60 milioni di sterline sarebbero stati passati ai funzionari sauditi da Mogford in pagamenti per "prostitute, Rolls-Royces e vacanze Californiane" - riporta il Guardian. Mogford è inoltre accusato durante la trasmissione "The Money Programme" sempre della BBC, di "aver dato ordini far smettere un'inchiesta interna alla BAE sulla sorte dei "slush fund", le "bustarelle" pagate ai sauditi. Il principale beneficiario degli "incentivi" della BAE è il principe saudita Turki bin Nasser che avrebbe svolto il ruolo di intermediario nell'affare. Prominente personaggio della famiglia regnante saudita, il principe Turki è genero dell'attuale Ministro della Difesa, il principe Sultan del clan che controlla il petrolio statale saudita. Le rivelazioni sono state fatte alla BBC da Peter Gardiner, titolare di una piccola agenzia di viaggi incaricata dalla BAE di incanalare 7 milioni di sterline all'anno al principe Turki e alla sua famiglia. Tra questi figurano una Rolls-Royce da 170 mila sterline come regalo di compleanno per la moglie del principe, il noleggio di un Boeing 747 cargo per spedire in Arabia lo shopping della moglie oltre che numerosi pagamenti di camere in hotel cinque stelle e vacanze in Colorado e California per il principe e il suo entourage al costo di oltre 2 milioni di sterline (quasi 3 milioni di euro). In una nota, la BAE si dice "dispiaciuta e sorpresa" per il programma della BBC e "afferma categoricamente che non esistono e non ci sono mai stati quelli che i media definiscono 'slush fund' (bustarelle)". Va ricordato che solo nel febbraio 2002 il Parlamento britannico ha approvato una legge che rafforza il reato di corruzione e vieta diverse forme di pagamento a funzionari di stati esteri. Sebbene la consegna delle navi e dei Tornado sia ormai finita, l'affare è tuttora in corso: l'Arabia Saudita infatti continua a pagare ogni anno milioni di sterline alla BAE per manutenzione, aggiornamento e training. E l'affare che riguarda anche l'Italia. Nell'ambito dei "programmi internazionali di coproduzione" italiani segnalati dall'ultima Relazione governativa figurano 11 autorizzazioni "destinazione finale Arabia Saudita, per un controvalore di 91 milioni di euro rientranti nel programma Tornado". "In Arabia Saudita, l'Italia ha continuato a inviare componenti dei cacciabombardieri Tornado esportati fino al 1998 dalla Gran Bretagna con il megacontratto "Al Yamamah" (La Colomba): 120 aerei in cambio di 400 mila barili di petrolio al giorno" - nota Francesco Terreri. "Una faccenda che meriterebbe attenzione anche in Italia - commenta Giorgio Beretta della Campagna per il controllo dell'export di armi - e che invece sembra passare sotto silenzio sia da parte dei media che del mondo politico. Oltre al fatto che al programma di aggiornamento del sistema Tornato dell'Arabia Saudita partecipa anche l'Italia, nel marzo scorso la Bae System ha raggiunto un accordo con Finmeccanica, la principale industria militare italiana, per rafforzare la reciproca 'cooperazione strategica' allo scopo di 'identificare tutte le possibili opportunità sia nell'ambito delle joint ventures esistenti che in altri campi di attività'. E tra questi potrebbe figurare il nuovo contratto di 1,5 miliardi di sterline (quasi 2miliardi 225milioni di euro) sempre con l'Arabia Saudita per sostituire e ammodernare aerei da guerra con nuovi sistemi aerei e missilistici" - nota Beretta. Insomma una faccenda che riguarda da vicino anche l'Italia soprattutto ora che il Presidente e Amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, è stato nominato presidente dell'Associazione delle industrie aerospaziali e della difesa europee. [GB]
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