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una bella news per i familiari dei militari morti d'uranio impoverito
- Subject: una bella news per i familiari dei militari morti d'uranio impoverito
- From: useppescano at virgilio.it
- Date: Thu, 24 Jun 2004 15:02:35 +0200
dalla nuova sardegna del 24\06\2004 Un tribunale riconosce: ucciso dalle radiazioni Soldato reduce dai Balcani era morto di cancro, si riapre la polemica sui casi sardi Elicotterista ucciso dall?uranio impoverito Giudice romano condanna il ministero della Difesa: l?esposizione alle radiazioni è causa di servizio La sentenza riapre le speranze dei familiari dei militari morti dopo le missioni estere e alla quali era stato negato l?indennizzo CAGLIARI. Una sentenza del tribunale di Roma potrebbe riaprire le speranze di giustizia di molte famiglie di militari, anche sardi, morti per malattie contratte, probabilmente nelle missioni estere o nei poligoni di esercitazione, dopo l?esposizione a sostenze radioattive e cancerogene. Sino ad oggi le richieste di indennizzo erano sempre state rigettate dalla magistratura, mentre la sentenza del giudice romano, che ha riconosciuto la causa di servizio per l?esposizione alle radiazioni, stabilendo anche un maxi indennizzo di 500mila euro ai famigliari che saranno pagati dal ministero della difesa. farà da battistrada a nuove istanze, a nuovi processi. Un iter che sicuramente riaprirà pagine tristi ma che garantirà che finalmente giustizia sarà stata fatta. La sentenza romana, che ha stabilito come causa della morte l?uranio impoverito, ma non solo, chiude la lunga battaglia di Paola, la vedova di Stefano Melone, riconoscendo che la morte dell?elicotterista di Canale di Orvieto, in provincia di Terni, è avvenuta nel 2001 per cause di servizio e ha stabilito un risarcimento, da parte del ministero della Difesa, di mezzo milione di euro. Ma non ha vinto solo Paola Melone perché adesso possono vincere anche tutti i familiari dei soldati italiani morti, tra cui anche svariati sardi, dopo aver partecipato a missioni all?estero. La causa contro il ministero era stata iniziata già da Stefano Melone nell?agosto del 2000, dopo che era stato messo in congedo definitivo e permanente per causa di servizio. L?uranio impoverito, ma non solo, la causa del tumore che lo aveva colpito. La notizia è stata data anche da Falco Accame, presidente dell?Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti. «Il tribunale di Roma - scrive Accame in un comunicato - ha riconosciuto la dipendenza da causa di servizio per esposizione a sostanze radioattive e cancerogene, sostanze che includono, almeno è da presumersi, l?uranio impoverito e per le quali non sono state adottate adegujate misure di protezione». «Gli Stati Uniti - ricorda Accame - hanno emanato norme di protezione nei riguardi dell?uranio impoverito dopo le esperienze della guerra del Golfo, cioè durante le operazioni in Somalia della Restore Hope, operazioni alle quali hanno partecipato anche reparti italiani. Purtroppo per il personale italiano furono emanate norme di protezione solo 6 anni dopo, e in quelle norme si mette in evidenza il rischio da tumori e di malformazioni alla nascita». «Noi abbiamo avuto - continua Falco Accame nel suo comunicato stampa - personale esposto all?estero negli Emirati Arabi, nella Somalia, nella Bosnia, nel Kosovo, in Albania e Macedonia. Anche nei poligoni di tiro interforze, in cui operano forze straniere che impiegano come dotazione armi all?uranio, abbiamo avuto casi di personale militare e civile contaminato e casi di malformazioni alla nascita». «Il fenomeno è apparso evidente specialmente in Sardegna - precisa Accame - dove sono presenti grandi poligoni internazionali, aperti a ditte civili. Tra i principali Salto di Quirra, Capo Frasca e Teulada». Il comunicato si chiude ricordando che a Tempio, dopodomani, 26 giugno, si svolgerà un convegno sull?uranio impoverito a cui parteciperanno anche familiari di vittime e personale contaminato. Forse la sentenza del tribunale di Roma produrrà anche la riapertura dell?indagine sulle tante morti che hanno costellato il rientro in Italia dei militari in missioni all?estero in zone dove possono essere rimasti contaminato da sostanze radioattive e cancerogene.
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