TEULADA E la guerra in spiaggia continua



  dalal nuova sardegna del  3\6\2004
  
Il sindaco di Teulada: «Hanno 7200 ettari, ma sparano qui»  
  
  
  
Una tragedia scampata In quel momento il litorale era affollato Venti anni
fa un analogo incidente  
  
 

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 TEULADA. S?è trattato di un errore. L?equipaggio del carro armato che,
l?altro ieri, ha sparato tre proiettili davanti alla spiaggia civile, avrebbe
sbagliato nell?individuare il bersaglio. Sarebbe la conclusione cui sono
giunti gli esperti balistici che, ieri mattina, hanno effettuato un sopralluogo
nel Poligono di Capo Teulada per verificare le cause dell?incidente che
ha suscitato numerose polemiche. E? stato accertato, come d?altronde si
sapeva sin dal primo momento, che i proiettili non erano esplosivi. Il particolare
non giustifica la gravità dell?episodio, né l?imperizia dimostrata da coloro
che erano addetti a sparare.
 Il gioco di guerra era iniziato secondo le procedure di sicurezza, ormai
minuziosamente codificate.
 Il gruppo delle blindo «Centauro» s?era mosso da uno dei poligoni, in formazione
di combattimento. Prima di aprire il fuoco gli automezzi si dovevano disporre
in linea. Probabilmente la manovra non è stata effettuata in modo corretto
e tre colpi, anziché raggiungere le sagome, sono passati sopra la testa
d?alcuni operai e sono andati a finire in mare. Comprensibile, perciò, il
panico fra coloro che in quel momento affollavano l?immenso arenile. In
altre parole, è stata superata la cosiddetta ?campana di sgombero?, cioè
quell?area che, durante le esercitazioni, è rigorosamente ?off limits?.
 L?incidente è uno dei tanti che in questi anni si sono verificati durante
le esercitazioni militari: «Non voglio infierire su un errore umano che
purtroppo avrà conseguenze disciplinari solo per l?equipaggio del carro
armato - afferma il sindaco di Teulada, Salvatore Mocci - il problema è
decisamente più complesso. Il dito va puntato, invece, su coloro che hanno
programmato l?esercitazione. Le forze armate hanno a disposizione 7.200
ettari, gran parte di questi sono utilizzati anche per questo tipo d?attività.
Non capisco, perciò, l?esigenza di sparare nell?area delle Sabbie Bianche.
Qui c?è un complesso dunale fra i più estesi ed importanti d?Europa che
andrebbe protetto e salvaguardato. Per nove mesi l?anno, invece, si deve
assistere al transito di mezzi militari ed alle simulazioni belliche. L?impatto
per il delicato equilibrio dell?area è devastante. Da anni stiamo combattendo
una dura battaglia per ottenere che questi luoghi siano affidati al comune
e ritornino agli usi civili».
 A Porto Pino in molti ricordano ancora i colpi arrivati in rapida successione,
una ventina d?anni fa, a poche centinaia di metri da un ristorante. Dopo
quell?episodio i responsabili del poligono avevano deciso di allargare le
«campane di sgombero» per evitare che un errore simile si potesse ripetere.
Enrico Cambedda