sulle malattie da proiettili ad uranio impoverito a tempio( sassari ) il 28\6\2004



unione sarda  cronaca  gallura   del  9\5\2005

Tempio.
Nel corso di un convegno dell'Unac e del Mso, la terribile testimonianza
Storia del soldato Giovanni in guerra con la leucemia
Il padre: «Mio figlio vive la stessa situazione di Valery Melis»


È un veterano delle missioni italiane nei Balcani e nel golfo, il
maresciallo Giovanni Pilloni: la sua storia è purtroppo simile a quella di
altri militari che negli ultimi anni hanno operato in Kosovo, Macedonia,
Somalia e Iraq. Lo scorso anno gli è stata diagnosticata una leucemia, ieri
mattina, ha parlato il padre Salvatore nel corso di un incontro organizzato
a Tempio dall'Unac e dal Movimento Sardo d'Opinione. Le due associazioni
hanno annunciato che a fine giugno i militari ammalati e i loro familiari s'
incontreranno a Tempio per parlare del dramma di chi al ritorno dalle
missioni deve combattere un'altra guerra contro terribili malattie. Oltre a
Salvatore Pilloni c'erano il segretario regionale dell'Unac, Michele Garau e
i rappresentanti del Movimento Sardo d'Opinione. Giovanni Pilloni ha 37
anni, attualmente le sue condizioni di salute non sono buone. Il padre ieri
ha parlato per oltre un'ora delle condizioni del giovane di Gonnoscodina e
dell'atteggiamento della Marina Militare e dello Stato. Una denuncia
durissima, nonostante Salvatore Pilloni debba anche lui fare i conti con un
precario stato di salute. «Mio figlio Ñ ha detto Ñ ha partecipato a diverse
missioni italiane all'estero. La sua base è a Grottaglie, in una base
elicotteri della Marina Militare. Al rientro dall'Iraq, alla fine dello
scorso anno, ha iniziato a star male. Gli è stato asportato il testicolo
destro. Siamo andati a Milano nel centro oncologico europeo, ci hanno detto
che la malattia può essere ricollegata alla esposizione all'uranio
impoverito. Per mesi nessuno ci ha cercato e nessuno si è occupato di
Giovanni. L'unica cosa, è un invito da parte della Marina Militare a non
rivolgermi ai giornali, fatto attraverso mio figlio. Ma io non ho paura di
nessuno e continuerò a parlare di chi ha servito la patria e ora è stato
completamente abbandonato».
Durissimo anche il commento di Michele Garau, responsabile dell'Unione
nazionale Arma Carabinieri per la Sardegna. «L'invito a tacere è stato fatto
dai generali che poi partecipano alle manifestazioni e alle parate. Ma di
queste persone non si occupa nessuno. I dati che abbiamo a disposizione
parlano da soli, decine di persone, militari e civili, che oggi rischiano di
morire a causa di neoplasie. Ma c'è anche dell'altro, come le malformazioni
ai bambini. Noi chiediamo ai candidati alla presidenza della Regione di
farsi promotori nei loro programmi elettorali di comissioni ad hoc al fine
di monitorare le situazioni all'interno dei poligoni di tiro e di tutte le
aree utilizzate per le sperimentazioni di armi all'uranio impoverito».
Le richieste dell'Unac e del Movimento Sardo sono contenute in una lettera
aperta inviata a Mauro Pili, Renato Soru e a tutti gli altri candidati alla
guida della Regione. «La nostra Ñ aggiunge Mario Satta, portavoce del
Movimento Ñ è una battaglia apartitica. Non pretendiamo che nessuno accolga
in tutto e per tutto le nostre posizioni. Che almeno, però, si apra un
dibattito sulla sicurezza e sulla salute di chi è esposto a gravissimi
rischi».
Il prossimo 28 giugno a Tempio Unac e Mso, chiederanno ai militari colpiti
da leucemie e tumori di raccontare la loro terribile situazione. È
annunciata la presenza del presidente dell'associazione nazionale di tutela
per le vittime delle Forze Armate, Falco Accame, di diversi parlamentari e
di medici. «Ho parlato anche con il padre di Valeri Melis Ñ conclude
Salvatore Pilloni Ñ le cose che chiedo per mio figlio riguardano tanti altri
giovani».

Andrea Busia