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La Maddalena: il falso mistero del torio 234
- Subject: La Maddalena: il falso mistero del torio 234
- From: "Marcao" <caomar at tiscali.it>
- Date: Thu, 6 May 2004 18:06:27 +0200
Comitato sardo Gettiamo Le Basi Comunicato Stampa 6 maggio OGGETTO: La Maddalena, il falso mistero del torio radioattivo 234 svelato dallo scienziato del Cnr Francesco Polcaro: 'E' il combustibile dei sommergibili Usa' Le 'Indagini straordinarie di monitoraggio della radioattività ambientale nell'Arcipelago di La Maddalena' effettuate da Apat, Icram e Arpas hanno confermato gli elevatissimi tassi di torio radioattivo 234 rilevati dal centro di ricerca francese, CRIIRAD, senza fornire chiarimenti plausibili sull'origine del sorprendente accumulo del 'figlio dell'uranio impoverito'. L'ingegnere Francesco Polcaro, primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche e membro del Comitato Scienziate/i contro la guerra, intervistato dal comitato Gettiamo le Basi, offre una spiegazione credibile: 'L'alta concentrazione di torio 234 non meraviglia. I sommergibili statunitensi a propulsione nucleare della classe Los Angeles, quelli che abitualmente transitano e sostano alla Maddalena, usano come combustibile per il reattore nucleare una miscela contenente anche il torio 234'. L'ingegnere continua: 'Il Torio e' certamente un elemento presente in natura, ma non si puo' assolutamente escludere che l'elevatissima concentrazione di torio 234, rilevata da analisi di diversa fonte, sia conseguenza diretta dell'incidente del sommergibile a propulsione nucleare Hartford, che appunto ha un reattore nucleare che usa un combustibile contente torio, ed ancora meno che essa sia il prodotto dell'accumulo nel tempo delle attività della base Usa. Va tenuto infatti presente che la nave appoggio Emory Land svolge anche le delicatissime operazioni di manutenzione del reattore nucleare, di prelievo del combustibile esaurito e di immissione di nuovo combustibile nucleare: anche se queste operazioni sono usualmente compiute con la massima prudenza, la possibilita' di incidenti, anche ripetuti, di maggiore o minore entita' e' ineliminabile. E' anche evidente che, in assenza di t estimoni civili, questi incidenti, specie se non troppo gravi, difficilmente sarebbero resi noti. Non possiamo per altro dimenticare che gli standard di sicurezza impiegati negli impianti militari sono inevitabilmente piu' bassi di quelli richiesti per i reattori ad uso civile, tanto e' vero che nessun reattore per la propulsione navale militare otterrebbe l'autorizzazione al funzionamento come impianto per la produzione di energia a terra. Non e' neppure un caso che, anche se in passato sono state realizzate unita' navali civili propulse da impianti nucleari, nessuna di queste sia poi rimasta in uso, ad esclusione di alcuni rompighiaccio usati nell'Oceano Polare Artico. Dobbiamo infine ricordare che, in caso di incidente, le fortissime correnti della Sardegna settentrionale diffonderebbero in brevissimo tempo la contaminazione in un'area molto vasta e che le strutture di controllo ambientale sulla radioattività in Italia sono ridotte ai minimi termini: basti ad esempio dire che il r apporto annuale sullo stato della radioattività in Italia, che dovrebbe essere fatto per legge dall'APAT, non viene più pubblicato semplicemente perchè questo Governo ha smantellato la struttura dell'APAT che se ne occupava. Quarda caso, questa e' la stessa struttura che aveva curato, su mandato dell'ONU (UNEP) le analisi sulla contaminazione radioattiva in Kosovo. Negli altri paesi invece esistono delle strutture che controllano in continuo decine di nuclidi per evidenziare incidenti nucleari. E' il caso della Spagna che l'anno scorso si è accorta di un incidente che non era stato denunciato in un sommergibile nucleare inglese nella base di Gibilterra'. La spiegazione dell'ingegner Polcaro appare decisamente molto piu' plausibile della fantasiosa ipotesi formulata da APAT, ICRAM e ARPAS che individuano l'origine della sorprendente concentrazione di torio 234 nell'ingordigia della Jania Rubens, un'alga Dracula che vampirizzerebbe i graniti sardi succhiandone il torio naturale. Invitiamo le Autorita' Competenti a desistere dallo sperpero di pubblico denaro in ricerche attinenti la sfera della fantascienza e a indirizzare le indagini su tipologia e modalita' di funzionamento dei mostri atomici Usa che infestano i nostri mari. Le invitiamo ad affidare le indagini a enti 'super partes' che offrano garanzie di competenza e professionalità pur consapevoli che il problema non è appurare se la base Usa inquini o non inquini. Il vero problema è la presenza stessa di una minacciosa base nucleare di una potenza straniera, totalmente fuori da qualsiasi controllo da parte dell'Italia, che espone la popolazione, sia al pericolo permanente di incidenti catastrofici, sia al rischio di rappresaglie da parte dei paesi colpiti dagli attacchi unilaterali degli Stati Uniti, ormai proiettati in una politica di guerre 'preventive' e infinite. L'eventuale non contaminazione dell'Arcipelago - ancora tutta da dimostrare - non puo' essere sbandierata per eludere e vanificare la volo nta' espressa dal Consiglio regionale: 'La base Usa deve essere smantellata in tempi certi e ragionevoli'. Comitato Gettiamo Le Basi Per il comitato Mariella Cao tel 070823498 3386132753 Per informazioni: Dott. Ing. V. F. Polcaro Senior Scientist Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica Area di Ricerca Roma-Tor Vergata Via Fosso del Cavaliere 100 I - 00133 Rome - ITALY phone: +39-06-49934456 fax : +39-06-20660188 Comitato sardo Gettiamo Le Basi Comunicato Stampa 6 maggio OGGETTO: La Maddalena, il falso mistero del torio radioattivo 234 svelato dallo scienziato del Cnr Francesco Polcaro: 'E' il combustibile dei sommergibili Usa' Le 'Indagini straordinarie di monitoraggio della radioattività ambientale nell'Arcipelago di La Maddalena' effettuate da Apat, Icram e Arpas hanno confermato gli elevatissimi tassi di torio radioattivo 234 rilevati dal centro di ricerca francese, CRIIRAD, senza fornire chiarimenti plausibili sull'origine del sorprendente accumulo del 'figlio dell'uranio impoverito'. L'ingegnere Francesco Polcaro, primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche e membro del Comitato Scienziate/i contro la guerra, intervistato dal comitato Gettiamo le Basi, offre una spiegazione credibile: 'L'alta concentrazione di torio 234 non meraviglia. I sommergibili statunitensi a propulsione nucleare della classe Los Angeles, quelli che abitualmente transitano e sostano alla Maddalena, usano come combustibile per il reattore nucleare una miscela contenente anche il torio 234'. L'ingegnere continua: 'Il Torio e' certamente un elemento presente in natura, ma non si puo' assolutamente escludere che l'elevatissima concentrazione di torio 234, rilevata da analisi di diversa fonte, sia conseguenza diretta dell'incidente del sommergibile a propulsione nucleare Hartford, che appunto ha un reattore nucleare che usa un combustibile contente torio, ed ancora meno che essa sia il prodotto dell'accumulo nel tempo delle attività della base Usa. Va tenuto infatti presente che la nave appoggio Emory Land svolge anche le delicatissime operazioni di manutenzione del reattore nucleare, di prelievo del combustibile esaurito e di immissione di nuovo combustibile nucleare: anche se queste operazioni sono usualmente compiute con la massima prudenza, la possibilita' di incidenti, anche ripetuti, di maggiore o minore entita' e' ineliminabile. E' anche evidente che, in assenza di t estimoni civili, questi incidenti, specie se non troppo gravi, difficilmente sarebbero resi noti. Non possiamo per altro dimenticare che gli standard di sicurezza impiegati negli impianti militari sono inevitabilmente piu' bassi di quelli richiesti per i reattori ad uso civile, tanto e' vero che nessun reattore per la propulsione navale militare otterrebbe l'autorizzazione al funzionamento come impianto per la produzione di energia a terra. Non e' neppure un caso che, anche se in passato sono state realizzate unita' navali civili propulse da impianti nucleari, nessuna di queste sia poi rimasta in uso, ad esclusione di alcuni rompighiaccio usati nell'Oceano Polare Artico. Dobbiamo infine ricordare che, in caso di incidente, le fortissime correnti della Sardegna settentrionale diffonderebbero in brevissimo tempo la contaminazione in un'area molto vasta e che le strutture di controllo ambientale sulla radioattività in Italia sono ridotte ai minimi termini: basti ad esempio dire che il r apporto annuale sullo stato della radioattività in Italia, che dovrebbe essere fatto per legge dall'APAT, non viene più pubblicato semplicemente perchè questo Governo ha smantellato la struttura dell'APAT che se ne occupava. Quarda caso, questa e' la stessa struttura che aveva curato, su mandato dell'ONU (UNEP) le analisi sulla contaminazione radioattiva in Kosovo. Negli altri paesi invece esistono delle strutture che controllano in continuo decine di nuclidi per evidenziare incidenti nucleari. E' il caso della Spagna che l'anno scorso si è accorta di un incidente che non era stato denunciato in un sommergibile nucleare inglese nella base di Gibilterra'. La spiegazione dell'ingegner Polcaro appare decisamente molto piu' plausibile della fantasiosa ipotesi formulata da APAT, ICRAM e ARPAS che individuano l'origine della sorprendente concentrazione di torio 234 nell'ingordigia della Jania Rubens, un'alga Dracula che vampirizzerebbe i graniti sardi succhiandone il torio naturale. Invitiamo le Autorita' Competenti a desistere dallo sperpero di pubblico denaro in ricerche attinenti la sfera della fantascienza e a indirizzare le indagini su tipologia e modalita' di funzionamento dei mostri atomici Usa che infestano i nostri mari. Le invitiamo ad affidare le indagini a enti 'super partes' che offrano garanzie di competenza e professionalità pur consapevoli che il problema non è appurare se la base Usa inquini o non inquini. Il vero problema è la presenza stessa di una minacciosa base nucleare di una potenza straniera, totalmente fuori da qualsiasi controllo da parte dell'Italia, che espone la popolazione, sia al pericolo permanente di incidenti catastrofici, sia al rischio di rappresaglie da parte dei paesi colpiti dagli attacchi unilaterali degli Stati Uniti, ormai proiettati in una politica di guerre 'preventive' e infinite. L'eventuale non contaminazione dell'Arcipelago - ancora tutta da dimostrare - non puo' essere sbandierata per eludere e vanificare la volo nta' espressa dal Consiglio regionale: 'La base Usa deve essere smantellata in tempi certi e ragionevoli'. Comitato Gettiamo Le Basi Per il comitato Mariella Cao tel 070823498 3386132753 Per informazioni: Dott. Ing. V. F. Polcaro Senior Scientist Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica Area di Ricerca Roma-Tor Vergata Via Fosso del Cavaliere 100 I - 00133 Rome - ITALY phone: +39-06-49934456 fax : +39-06-20660188
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