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news sulla base usa e uranio impoverito dala nuova sardegna del 11\3\2004
- Subject: news sulla base usa e uranio impoverito dala nuova sardegna del 11\3\2004
- From: "giuseppe scano" <useppescano at virgilio.it>
- Date: Thu, 11 Mar 2004 15:34:58 +0100
«Gli Usa violano norme in vigore nella Ue» La Maddalena, lo studioso Paolo Fois analizza la clamorosa denuncia di Giudice ENRICO GAVIANO LA MADDALENA. Un'iniziativa clamorosa, quella del consigliere provinciale di Forza Italia, Giulio Giudice, che ha deciso di ricorrere alla Commissione europea e all'Alta corte di giustizia sul raddoppio della base Usa di Santo Stefano, denunciando così il governo italiano, il premier Berlusconi, il ministro Martino e il presidente della Giunta regionale Italo Masala, «per aver tenuto un comportamento omissivo e omertoso sulla vicenda del raddoppio della base americana di Santo Stefano». Un'iniziativa che però può essere più incisiva, secondo quanto detto dal professor Paolo Fois, esperto di diritto internazionale. A patto di fare dei distinguo, intanto precisando quali sono le materie su cui far leva per trovare eventuali manchevolezze da parte del governo e della regione e quindi individuare quali sono i soggetti della Comunità europea a cui indirizzare le osservazioni. Fois, vede con favore l'iniziativa di Giulio Giudice, perché comunque serve ad aumentare ulteriormente l'attenzione sul problema della base di Santo Stefano. «Il crescente interesse, sul piano internazionale, del caso La Maddalena è ormai evidente - dice Fois -. Era un problema italiano, ha coinvolto di recente direttamente la Corsica, e iniziative coerenti su questo piano sono ovviamente da vedere con favore, non fosse altro che per il fatto che si attiva ulteriormente l'attenzione sulla questione, ma occorre fare valere gli argomenti giusti e coinvolgere i soggetti, le istituzioni, giusti». Entrando nel merito della proposta di Giudice, Fois dice: «Nel caso della Maddalena si possono, trovando ovviamente i riscontri, fare denunce di violazione delle norme Ue di tutela dell'ambiente e denunce di violazione di accordi di politica estera da parte del governo italiano. Occorre essere il più precisi possibile, perché altrimenti si rischia che il tutto venga archiviato, cestinato, e che dunque non abbia alcuna effettiva conseguenza». Nel caso di violazione delle norme sulla tutela dell'ambiente, sempre considerando che l'inquinamento nucleare è al momento presunto, Fois sottolinea che: «il destinatario di una denuncia di questo tipo è la Commissione europea, che deve valutare se ci sono violazioni sotto questo profilo. Di certo c'è che il Parco della Maddalena ha ricevuto finanziamenti europei nel quadro Interreg. Stato e regione, per ottenere questi soldi, si sono impegnati a rispettare determinate regole di salvaguardia e tutela dell 'ambiente che, ovviamente, risulterebbero disattese se il problema inquinamento si dimostrasse reale. Le finalità del Parco sarebbero ovviamente annullate». Per quanto riguarda invece il piano squisitamente politico, il rapporto fra le nazioni che compongono l'Unione europea è sotto la lente d'ingrandimento di Paolo Fois. «L'Ue si sta dando una linea unitaria, con il progetto di una Costituzione europea, non ancora in vigore. E allo stesso tempo l'Unione ha definito (Barcellona 1995, ndr) insieme ai paesi che si affacciano nel Mediterraneo un accordo che di certo non va verso la proliferazione delle armi. Questo impegno non è coerente con quello che stanno facendo gli Usa alla Maddalena. E poi, c'è un altro aspetto, relativo all'obbligo che ciascun paese Ue ha di informare gli altri paesi membri della propria politica estera. E' ammissibile - si chiede Fois - che fra l'Italia e un paese terzo, gli Usa, ci sia un accordo segreto (quello riguardante la base di Santo Stefano, ndr) e che gli altri paesi della comunità europea non ne conoscano il contenuto»? «In questo caso - sottolinea ancora Fois - il destinatario dei rilievi è il presidente del consiglio europeo, il primo ministro irlandese Charlie McCreevy. Comunque, credo che un esposto come quello di Giudice possa essere inviato in maniera unitaria, ma i destinatari devono essere ben distinti e poi, trattandosi dell'esposto di un privato, non può essere inviato all'Alta corte di giustizia, che invece viene coinvolta direttamente in queste questioni, dagli altri Stati membri». --------- Da soli contro lo Stato CAGLIARI. Da soli contro lo Stato: è la storia dei soldati che hanno utilizzato proiettili all'uranio impoverito o partecipato ad altre missioni misteriose per l'Esercito. C'è chi ha vinto questa sfida, anche se niente potrà restituirgli una vita normale. È il maresciallo Marco Diana di Villamassargia, che a dicembre - difeso dall'avvocato Andrea Pettinau - si è visto riconoscere il diritto alla pensione privilegiata. La decisione è stata della Corte dei conti di Cagliari, all'indomani delle perizie medico legali che confermavano una «correlazione» fra la malattia del sottufficiale una rara forma di tumore al fegato - e l'utilizzo in servizio di olii, batterie al nichel e solventi in Somalia e Bosnia. C'è un'altra storia ancora in attesa della parola fine, nonostante il protagonista sia purtroppo morto: è quella del caporal maggiore di Quartu Valery Melis, stroncato a febbraio dal morbo di Hodgkin, tumore contratto dopo le missioni nei Balcani. I familiari del soldato sono ancora coinvolti nella battaglia giudiziaria con lo Stato, per il riconoscimento della causa di servizio. Causa di servizio invece sempre rifiutata dal ministero della Difesa, soprattutto quando dal suo lettino d'ospedale, Valery Melis denunciava: «Lo Stato mi ha scaricato». ------------- Drammatica denuncia di un militare «Quei proiettili raccolti a mani nude» Fabio Cappellano, che contrasse un tumore dopo aver partecipato alle esercitazioni nei poligoni sardi, fa ricorso al Tar e accusa: «Nessuno mi ha informato dei pericoli» CATANZARO. Ricorrerà al Tar della Calabria per ottenere il riconoscimento della causa di servizio un ex caporale dell'esercito, Fabio Cappellano, 27 anni, residente in provincia di Catanzaro che nel 2000, un anno dopo aver partecipato ad esercitazioni militari nei poligoni della Sardegna, scoprì di avere un tumore al testicolo con metastasi al «retroperitoneo» e polmone. Cappellano aveva già raccontato la sua storia alla «Nuova Sardegna» denunciando tutte quelle cose che oggi lo hanno portato a fare ricorso al Tar. Ma soprattutto denunciando il disinteresse delleo Stato e dello stesso esercito davanti alle circostanze denunciate da Cappellano. Nessun rischio per esposizione a radiazioni fu mai segnalato all'ex caporale dell'esercito, F.C., di 27 anni, della provincia di Catanzaro, durante le esercitazioni svolte nei poligoni della Sardegna. Pochi mesi dopo l' addestramento il giovane scoprì di avere un tumore ad un testicolo, con metastasi al'retroperitoneo' ed al polmone. L'ex militare, che ora lavora in una azienda privata, ha deciso di rivolgersi al Tar della Calabria per ottenere il riconoscimento della causa di servizio dopo che due commissioni mediche militari hanno ritenuto che non esiste concausalità tra la malattia e l'attività svolta. "Per circa due mesi - racconta il giovane - ho partecipato ad esercitazioni nei poligoni della Sardegna dove simulavamo conflitti bellici. Poi, senza indossare nessun tipo di protezione, venivamo impiegati anche nel recupero dei resti di proiettili sparati. Nessuno dei miei superiori ci ha mai parlato di eventuali rischi o di possibili esposizioni a radiazioni". Il giovane si è arruolato nell'esercito italiano nel dicembre del 1998 come volontario in ferma breve. Dopo un breve periodo di addestramento svolto in una caserma di Cassino, il militare, che svolgeva le mansioni di'mortaista' e conducente di automezzi, fu trasferito presso la caserma degli alpini all' Aquila. Nel novembre del 1999 F.C. partecipò ad un addestramento svoltosi nei poligoni di tiro di Capo Teulada e Perdasdefogu, in Sardegna. L'anno successivo, dopo un incidente stradale, casualmente l'ex militare scoprì di avere un tumore. "Mentre recuperavamo i resti dei proiettili sparati - ha detto - ho avuto modo di vedere che nel poligono c'erano anche bombe di aereo ed altri tipi di proiettili". Prima di scoprire che era affetto da un tumore, l'ex militare, che nel gennaio del 2000 rimase coinvolto in un incidente stradale, fu sottoposto ad una Tac e ad ecografie dalle quali non fu riscontrato nessun tipo di neoplasia. "L' oncologo al quale mi sono rivolto per curarmi - ha aggiunto il giovane - mi spiegò che la malattia era dovuta, con una probabilità altissima, alla mia esposizione a radiazioni. Questo spiegherebbe anche l'elevata aggressività del tumore". Nonostante l'intervento chirurgico a cui è stato sottoposto ed al ciclo di chemioterapia, l'ex militare ha ancora una piccola metastasi al polmone sinistro che "mi auguro andrà via con il passare del tempo. A giugno dovrò sottopormi ad ulteriori accertamenti al termine dei quali i medici decideranno cosa fare. Quando ho terminato la ferma volontaria l'esercito non mi ha pagato nemmeno il premio di congedo che comunque mi spettava e durante la mia malattia nessuno, tranne i miei familiari, si è interessato alle mie condizioni". "Mio figlio, durante la malattia - dice il padre dell'ex militare - è stato abbandonato dallo Stato ed anche dalle autorità militari. Per circa un anno non gli fu pagato nemmeno lo stipendio". Il deputato dei verdi, Mauro Bulgarelli, ritiene che sia urgente una commissione d'inchiesta che indaghi sui poligoni militari. "Ormai le denunce - ha detto - si moltiplicano di giorno in giorno e testimoniano con forza quanto sosteniamo da tempo: nei poligoni si svolgono continue esercitazioni con uranio impoverito". "Le cose raccontate dal giovane caporale calabrese destano preoccupazione e angoscia. Anche su questo episodio occorre immediatamente fare chiarezza. Il Ministro della Difesa ha il dovere etico di non lasciare soli questi ragazzi e per questo è quanto mai opportuno un suo intervento". E' quanto sostiene in una nota Pino Sgobio, parlamentare dei Comunisti Italiani, che ha rivolto una interrogazione al Ministro della Difesa. L'interrogazione riguarda la vicenda dell'ex militare calabrese al quale non è stata riconosciuta la causa di servizio dopo essersi ammalato di un tumore scoperto dopo aver partecipato ad esercitazioni in poligoni della Sardegna. "Siamo di fronte - ha aggiunto Sgobio - ad un'ennesima e brutta pagina di storia militare: il mancato riconoscimento della causa di servizio ad un giovane calabrese, caporale dell'esercito italiano, che - dopo aver svolto esercitazioni nei poligoni della Sardegna, dove, simulando conflitti bellici, senza indossare nessun tipo di protezione, veniva impiegato, insieme ad altri, anche nel recupero dei resti di proiettili sparati - si è ammalato di un tumore al testicolo ed al polmone". ------------ LA MOZIONE La Cdl chiede al governo un «costante monitoraggio» ROMA. Il senatore Pino Mulas di An è il primo firmatario di una mozione sull'arcipelago della Maddalena, sottoscritta da 13 senatori della Cdl fra cui i parlamentari sardi Mariano Delogu (An), Pasqualino Lorenzo Federici e Ignazio Manunza (Fi) e Gianfranco Tunis (UdC) oltre al coordinatore di Fi in Sardegna, Romano Comincioli. «Il Governo - dice il senatore Mulas - garantisca ai cittadini sardi il costante monitoraggio sanitario e la doverosa tutela ambientale dell'arcipelago della Maddalena che, in virtù di accordi bilaterali tra l'Italia e gli Stati Uniti, costituisce una base strategica della Marina militare statunitense. A tal fine è necessario assicurare una corretta e completa informazione sui controlli effettuati dalle competenti autorità sanitarie circa un'eventuale inquinamento nella zona». Nella mozione, secondo quanto informa una nota di An, si impegna il Governo a una costante attività di verifica degli accordi internazionali d'intesa con le autorità locali preposte alla tutela e alla salvaguardia dell' ambiente e della salute pubblica; al mantenimento della destinazione delle aree e delle strutture già esistenti, e dei livelli occupazionali del personale civile dell'arsenale militare; ad una costante ed esaustiva informazione dell'opinione pubblica circa i dati relativi agli ultimi controlli.
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