La Sardegna al centro dei giochi di guerra



Da Liberazione del 24 aprile 2003

Missile fuori controllo, il comandante di Quirra ammette
La Sardegna al centro dei giochi di guerra
Walter Falgio
Cagliari - nostro servizio
«Qualcosa a bordo del missile non ha funzionato. Gli incidenti sono possibili ma ciò che non possiamo accettare è che parti dell'Aster 30 siano ricadute fuori dalla fascia di sicurezza del poligono. Per questo ci scusiamo con la popolazione». Le parole del generale Carlo Landi, comandante del poligono interforze del Salto di Quirra, sono dettate dall'esigenza di fare chiarezza, di spiegare perché mercoledì scorso alle 17.20 quel missile è sfuggito al controllo. Anziché dirigersi verso il mare, dove avrebbe dovuto raggiungere il suo radiobersaglio, il vettore di produzione francese è piombato sulle campagne tra Escalaplano, Armungia e Ballao. Zona sud-orientale dell'isola a cavallo tra le province di Cagliari e Nuoro, fortunatamente disabitata.

L'Aster non ha provocato «danni a persone e a cose», recita lo stringato comunicato diramato dal poligono venerdì sera. Perché il missile è volato dalla parte opposta alla direzione prevista per l'esercitazione e ha superato addirittura il recinto della base? L'interrogativo che in questi giorni preoccupa il generale (e non solo) non è certamente da sottovalutare, prima di tutto per l'enorme rischio corso dalla popolazione. Secondo i militari i frammenti del missile, senza testata di guerra, sarebbero stati sospinti dal forte vento in quota. Tuttavia, immaginare pesanti oggetti metallici come foglie in balia degli eventi atmosferici non è facile. Il lancio rientrava nelle attività di sviluppo che l'amministrazione della Difesa italiana sta attuando a Quirra per valutare le caratteristiche del sistema difensivo antiaereo Samp/t (Surface-air moyenne portée). Progetto in corso di sperimentazione da una decina d'anni, destinato a sostituire il più datato sistema Hawk, e arrivato proprio adesso alle fasi finali.

Coincidenti con lo scoppio del conflitto angloamericano in Iraq, altri massicci "giochi di guerra" hanno interessato diverse zone della Sardegna confermando il ruolo centrale dell'isola nella sperimentazione di armamenti e sistemi difensivi. Nelle ultime settimane l'esercitazione "Spring Flag 2003" ha visto impegnata, assieme agli altri scali militari di Grosseto e Trapani, la base aerea di Decimomannu, la più grande della Nato, particolarmente indicata per gli attacchi verso l'Africa e il Medio Oriente. Decine gli aerei in volo, dai tornado ai G222, dai C130J agli Mb 339, per arrivare ai famosi Amx, le cosiddette bare volanti, frequentatori abituali dei cieli sardi in questo genere di simulazioni. La fama del cacciabombardiere co-prodotto da Finmeccanica e aziende brasiliane è tristemente nota. Dall'84 ad oggi, decine di incidenti e cinque piloti morti. Tornando all'Aster impazzito, la vicenda non depone certo a favore del Samp/t e delle sue imprese costruttrici, Aérospatiale, Thompson Csf e Alenia Difesa, che fanno capo al consorzio italo-francese Eurosam.

«Abbiamo aperto un'inchiesta interna per stabilire quali problematiche tecniche abbiano causato l'incidente», continua il generale, «anche se, ci tengo a sottolinearlo, per ciò che riguarda il poligono tutto ha funzionato alla perfezione». Landi aggiunge che il missile è stato teledistrutto e il 70 per cento dei frammenti sarebbe caduto in una zona di sicurezza interna all'installazione militare. Mentre le parti precipitate all'esterno saranno presto recuperate per «ragioni industriali», spiega il comandante. I missili dispersi sono ritrovati specialmente quando costituiscono un pericolo o sono ritenuti interessanti per la sperimentazione anche se non tutti i residuati sono stati riportati a casa. Nelle campagne intorno al poligono, celati tra la vegetazione, se ne possono trovare diversi.

Ma cerchiamo di capire meglio cos'è il sistema di difesa antiaerea Samp/t. Prodotto dal consorzio di imprese tra Roma e Parigi, è costituito appunto dall'Aster 30 a lancio verticale capace di raggiungere la velocità di un chilometro e mezzo al secondo. Da un radar tridimensionale della Thompson, Arabel, una centrale di controllo e quattro lanciatori a otto celle verticali. Il tutto è montato su un autocarro Astra Iveco in Italia e Renault in Francia. Secondo questi dati tratti da "Rivista militare", periodico dell'Esercito italiano, e ripresi anche da "Analisi difesa", l'Italia ha previsto di investire 3000 miliardi di lire per l'acquisto di sei batterie e il progetto sarebbe «già in fase avanzata di industrializzazione». L'anno scorso è stato consegnato il primo lotto e tra il 2007 e il 2010 il sistema dovrebbe raggiungere la piena operatività.

Antimilitaristi ed esponenti politici hanno fermamente denunciato l'accaduto. «Come al solito la Sardegna paga a caro prezzo la sperimentazione di questi sistemi missilistici», sottolinea il Comitato sardo Gettiamo le basi. «Subiamo veri e propri attentati alla vita, il diritto alla sicurezza è negato, il territorio sottoposto a costante occupazione. Il tutto senza un minimo di tornaconto visto che posti di lavoro e profitti dovuti alla vendita del sistema antiaereo non interesseranno certamente l'isola. Inoltre meraviglia il fatto che i militari stiano cercando di recuperare il missile visto che la bonifica del territorio non è mai stata effettuata». «Nessuna problematica cosiddetta tecnica può giustificare il rischio concreto e gravissimo che pesa sulla sicurezza delle popolazioni a causa di esercitazioni militari, già di per sé limitative e distruttive dei beni delle comunità locali», scrivono in un'interpellanza al presidente della Giunta i consiglieri regionali di Rifondazione Luigi Cogodi, Velio Ortu e Walter Vassallo.