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Fwd: Fiat Avio atterra da Bush
- Subject: Fwd: Fiat Avio atterra da Bush
- From: francesco iannuzzelli <francesco at peacelink.org>
- Date: Wed, 9 Apr 2003 13:36:50 +0000
- Organization: peacelink
---------- Forwarded Message ---------- Subject: Fiat Avio atterra da Bush Date: Wed, 09 Apr 2003 04:50:38 +0200 http://ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/08-Aprile-2003/art38.html Fiat Avio atterra da Bush Il Carlyle Group si appresta ad acquisire il gioiello aerospaziale con la partecipazione subordinata (al 30%) di Finmeccanica. Fatto fallire l'accordo con i francesi di Snecma FRANCESCO PICCIONI Un pezzo pregiato dell'industria hi tech italiana finirà nelle mani del «club degli ex presidenti». Statunitensi e conservatori. Ieri mattina la Fiat e il Carlyle Group hanno firmato un «memorandum d'intesa» per la cessione di tutte le attività aerospaziali della Fiat Avio. In pratica il fondo di investimento Usa ha ora l'esclusiva a trattare, e ha annunciato l'inizio della'analisi minuziosa della situazione economica, finanziaria e legale della controllata Fiat per arrivare a fare l'offerta d'acquisto vera e propria. Ma già si conosce il prezzo che verrà proposto: 1,6 miliardi di euro, coperto per la maggior parte da una cordata di banche (per 900 milioni di euro). I restanti 700 milioni verrano divisi in modo ineguale: al 70% proverranno dal Carlyle, per il 30% da Finmeccanica, gruppo industriale tuttora controllato, con il 32,4% dal ministero del tesoro, ossia dallo stato. Per la Fiat è un'altra boccata di ossigeno in soldi liquidi, per l'industria italiana a valenza strategica è invece l'inizio della fine. E' chiaro infatti che il controllo totale dell'operazione è in mano agli americani, mentre Finmeccanica dovrà curare l'aspetto propriamente industriale e produttivo. Ed è chiaro anche che il governo ha avuto il suo peso nel «riorientare» la politica di alleanze industriali in senso antieuropeo. Fin qui, infatti, le trattative per l'acquisto di Fiat Avio erano state condotte da Finmeccanica insieme ai francesi di Snecma, sulla base di un'ipotesi di partnership paritaria (50%) che, improvvisamente, è stata giudicata «troppo costosa» dai vertici italiani. Ognuno può farsi due conti: il 30% di 700 milioni equivale a 210 milioni di euro, il 50% fa 350. Per una differenza di appena 140 milioni il governo italiano ha deciso che il controllo di una delle ultime produzioni tecnologiche d'avanguardia poteva andare perso. E di farlo rompendo con la Francia a favore degli Usa. Il Carlyle Group, infatti, non è davvero un «fondo americano» come tanti. Il «club degli ex presidenti» deve il suo soprannome all'incredibile numero di ex amministratori repubblicani (e conservatori europei e asiatici) che affolla i suoi vari board. A cominciare dal senior advisor per l'Asia, George H. W. Bush, ex presidente Usa e padre del bombardiere in carica. Gli altri dirigenti di spicco del Carlyle, lo abbiamo scritto in tanti già molte volte, hanno tutti la stessa estrazione: il senior counsellor globale è James Baker (ex ministro del tesoro con Bush padre ed ex segretario di stato con Reagan, presidente dell'Institute for Public Policy che porta il suo nome), il presidente è Frank Carlucci (ex direttore della Cia, ex ministro della difesa). In questo circolo esclusivo si incontrano solo due italiani: Marco De Benedetti (Tim) e Chicco Testa (già ecologista, poi presidente dell'Enel). Il gruppo investe nei media, negli immobili commerciali, nella sanità, nelle telecomunicazioni. E negli armamenti. Cento pacifisti statunitensi, che come tanti ritengono ci sia quantomento un «conflitto di interessi» tra Bush figlio e padre - uno fa la guerra, l'altro ci guadagna - sono stati arrestati ieri mentre manifestavano davanti alla sede newyorkese del gruppo. Affari privati, guerra e repressione con soldi pubblici. E' l'America di oggi. Quella a cui vendiamo quel poco di avionica che «ci» era rimasta. -------------------------------------------------------
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