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(Fwd) [noomc-it] Fabbriche di armi; no alla produzione bellica
- Subject: (Fwd) [noomc-it] Fabbriche di armi; no alla produzione bellica
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Wed, 12 Mar 2003 14:50:44 +0100
- Priority: normal
------- Forwarded message follows ------- To: <Undisclosed-Recipient:;> From: "Red * Ghost" <red-ghost at libero.it> Date sent: Wed, 12 Mar 2003 03:38:58 +0100 Subject: [noomc-it] Fabbriche di armi; no alla produzione bellica! Send reply to: "Red * Ghost" <red-ghost at libero.it> [ Double-click this line for list subscription options ] Fabbriche di armi; no alla produzione bellica! (elaborazione a cura di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova, sulla base di informazioni ricevute dalla rete.) 6 Marzo 2003. Finalmente, di notte, potremo dormire sonni più tranquilli! E di giorno, visto che i nostri angeli custodi ci hanno abbandonato in massa per trasferirsi in Paradiso a gustare il caffè Lavazza, ci penseranno altri angeli custodi, uccellacci supersonici, i "Predator". Tranquilli tutti! Non si tratta di mostri sfuggiti da "Jurassic Park", ma di costosissimi mostri tecnologici. Questi "Predator", che dovrebbero tutelare dall'alto la nostra sicurezza, sono bellissimi regali che ci sono stati fatti dai nostri politici affaristi del centro-sinistra, che hanno fatto il consueto passamano con i loro colleghi della Casa delle Libertà: si tratta di "Predator bipartisan"! E giustamente i Predator garantiranno la nostra libertà. I "Predator" sono aerei telecomandati con potenzialità anche da bombardiere 'leggero', oltre che per ricognizione aerea. Per tutto ciò, questi sistemi d'arma assolutamente non possono essere spacciati come aerei atti alla difesa del territorio nazionale!! Ma dove si trova il nido dove si schiudono le uova di questi volatili telecomandati? A Ronchi dei Legionari, vicino a Gorizia. A Ronchi esiste la fabbrica bellica Meteor, che oggi fa parte del gruppo Finmeccanica, è una società controllata da Galileo Avionica. Meteor si è sempre occupata, fin dagli anni Sessanta, della costruzione degli UAV, Unmanned Air Vehicles, velivoli telecomandati, altrimenti detti "Drones", aeroplani teleguidati; il modello della Meteor più noto e' il "Mirach". La fabbrica produce anche altri sistemi d'arma. Nel 1999, durante il governo di centro-sinistra, la Meteor ha vinto il contratto per la fornitura di velivoli telecomandati "Predator" al governo italiano, e si può trovare l'annuncio della firma del contratto sul sito di General Atomics, che e' il produttore Statunitense dei Predator. http://www.ga.com/news/pr_meteor.html Quindi Meteor produrrà aerei UAV "Predator" su licenza USA, comprati dal Governo Italiano come fornitura per l'Esercito, la Marina, l'Aviazione Italiana. Meteor si occuperà dell'assemblaggio di 5 dei 6 "Predator"; inoltre fornirà lo specifico supporto tecnico e logistico per questi velivoli. Per la Meteor si tratta di un affare di circa 12 milioni di Euro di guadagno. Il contratto fra l'Amministrazione della Difesa e la General Atomics è stato firmato il 3 luglio 2002, e ora governa il centro-destra, e prevede la consegna del primo velivolo entro il 2003 per un totale di 5 macchine con un costo pari a 54 milioni di Euro. Risulta necessario sottolineare questo fatto: l'appalto di contratto viene messo in attuazione nel 1999, durante il governo di centro-sinistra, e il contratto sottoscritto dal governo Berlusconi. E adesso tanti personaggi responsabili della politica guerrafondaia del governo D'Alema, sicuramente spinti a questa politica da interessi e da smanie di guadagno, vanno alle marce della pace, alle fiaccolate, ai digiuni, facendo bella mostra di se stessi come campioni del pacifismo. Sfruttano per la loro visibilità politica, per ricomporre la loro fazione politica in vista dei prossimi impegni elettorali, la tragicità della guerra e il sangue che i popoli versano. Squallidume partitico! Dei futuri morti Iracheni e dei massacrati attuali Palestinesi proprio non ne parlano: asetticamente sventolano la bandiera arcobaleno, e così si lavano la coscienza, asserendo "Non si può fare di più" ( a meno che non ci siano le televisioni presenti, che allora il ceto politico, Disobbedienti movimentisti in testa, dà.l'assalto al Palazzo d'Inverno!). Molti si dichiarano contro la guerra "senza se e senza ma", ma se l'ONU avvallasse il macello sentiremo dichiarazioni sulla necessità di abbattere con la bombe i dittatori del mondo, ed intanto, fatto oggettivo, hanno mandato, a spese del popolo Italiano, i nostri mercenari con la penna sull'elmetto a combattere sulle lande deserte Afgane in supporto di altri mercenari che dovranno andare a massacrare sulle lande deserte Irachene. Paghiamo per l'invio indebito di truppe in tutto il mondo, vengono spesi 54 milioni di Euro per questi 5 "Predator" e chiudono il Geriatrico a Padova, e strutture sanitarie in tante città italiane, le spese sanitarie familiari per degenze e cure mediche vanno alle stelle, le scuole fanno pena, muoiono i bambini schiacciati da strutture fatiscenti per una scossa di terremoto, pesante sì, ma non catastrofica, i servizi pubblici e anche quelli privati sono deficitari, le tariffe per la energia elettrica, per il gas, per lo smaltimento dei rifiuti, sono insopportabili per molte famiglie, la povertà comincia ad assumere aspetti preoccupanti, e vengono spesi quattrini per appoggiare una guerra per la "Libertà Duratura". Ecco i frutti del .pacifismo bipartisan, di destra e di una certa cosiddetta sinistra! Ci dicono che i requisiti di questa società in evoluzione sono la certezza delle basi materiali e una adeguata sicurezza, per garantire la stabilità dell'attuale ordine politico. Si vogliono controllare popoli e paesi mediante l'intimidazione delle armi e usare il potere militare come strumento di pressione politica disgregante. In tanti marciatori per la pace non è presente questo concetto, che la guerra è originata per la conservazione dell'attuale sistema economico di sfruttamento di risorse e di umanità; parlano di un altro mondo possibile, ma solo frutto di mediazioni e compromessi, come i bilanci partecipativi, lo sviluppo compatibile, la Tobin Tax, ma non parlano mai della necessità di licenziare i padroni e di chiudere le fabbriche di armi, di esautorare dal potere gli speculatori finanziari mondiali e i consigli di amministrazione delle società trasversali multi nazionali, e di consegnare il potere di autodecisione e di autodeterminazione direttamente ai popoli. Diamo allora qualche informazione tecnologica per far capire meglio la questione Meteor, ed avere ulteriori strumenti di analisi. La Meteor di Ronchi dei Legionari lavora sui programmi relativi agli UAV, velivoli senza pilota, usati per acquisizione di informazioni, del tipo aerei spia ( si ricordano gli U2 Statunitensi sui cieli dell'Unione Sovietica?), e per la produzione di simulatori per velivoli, elicotteri e sistemi radar. Il mercato degli UAV viene stimato dai vertici della società giuliana, nel prossimo futuro, pari a 4 miliardi di Euro, includendo gli UAV tattici, quelli civili e gli aerobersagli. Il 40% di questo mercato sarà appannaggio USA, ma la fetta Europea dovrebbe essere considerevole. Ma quanto pacifisti sono gli Europei!! Gli UAV compresi nei programmi di realizzazione e di ricerca di Meteor possono essere divisi in tre categorie: "Predator", "Falco" e "Nibbio". · Del "Predator" abbiamo discusso in precedenza. · Il "Falco" è un UAV di categoria MAE (Medium Altitude Endurance, Volo di Durata ad Altezza Media) con apertura alare di 7,20 m, di cui è prevista una versione navale. All'interno vi è il payload (una sorta di centrale comando) che comprende i visori termici, telecamere a colori e designatori laser. · Il "Nibbio" ha superato il numero di 100 esemplari prodotti; nel 2004 sarà prodotta una versione sperimentale modificata in diverse configurazioni che comprenderanno un data link, sistema informatico di collegamento di dati, e sensori elettro-ottici. Il settore simulatori di volo è quello che maggiormente ha fatto incrementare il portafoglio ordini della Meteor per il 2001; in particolare si parla del simulatore per la società EFA, di cui Meteor ha una quota azionaria del 25%, con responsabilità di progettazione e produzione della postazione istruttore, posizione briefing/debriefing,( che impartisce istruzioni sul volo aereo o le destruttura), generatore di lezioni e generatore di scenari e dei programmi informatici del tipo "data base" per il Digital Radar Land Mass System, per un valore di circa 130 milioni di euro. Sonoprevisti 18 Full Mission Simulators. Anche per la società Agusta, METEOR dovrebbe fornire i database terrestre e marittimo, oltre al simulatore del radar di bordo per il prossimo simulatore di missione dell'EH-101. Sempre in campo radaristico costruisce il Radar Environment Simulator, proposto quale sistema di simulazione per i radar di difesa aerea RAT 31DL, che Alenia Marconi System sta vendendo in numerose nazioni NATO, ultime la Turchia e la Grecia. Su questa materia è in fase organizzativa un prossimo convegno che avrà luogo a Udine, in occasione della concomitante fiera. Localmente ha riservato la sua attenzione sull'argomento, qualche mese fa, il quotidiano di Trieste "Il piccolo". Nel dicembre 2002, su tutta questa vicenda dei "Predator" alla Meteor e' uscito un articolo sul settimanale Panorama, nel dicembre 2002 http://www.panorama.it/italia/cronaca/articolo/ix1-A020001016779 Decisamente è opportuno riportare il contenuto dell'intero articolo. "L'aereo spia atterra in Italia. E non decolla" di Michele Lella 13/12/ 2002 Il primo "Predator", destinato alle forze armate italiane, è alloggiato nell'hangar della Meteor a Ronchi dei Legionari. Silenziosi, sofisticati e senza pilota: gli Usa li impiegano nella caccia ai terroristi. L'Italia li ha comprati, ma per usarli dovrà cambiare la legge. Un joystick nella mano destra e uno nella mano sinistra. E davanti, tre, quattro monitor circondati da una miriade di spie e pulsanti luminosi. Un colpetto con il polso destro e l'aereo s'inclina dolcemente abbassando l'ala. Un po' di pressione con la mano sinistra e su uno degli schermi compare l'immagine di un hangar, sempre più grande. Fin qui tutto normale, la tecnologia ci ha abituati a velivoli sempre più sofisticati. Ma il fatto insolito è che la cabina di pilotaggio si trova a terra, magari a centinaia di miglia dal velivolo; e l'aereo in questione è un "Predator", uno di quei velivoli senza pilota che abbiamo imparato a conoscere nel conflitto in Afganistan, ove si sono rivelati preziosi per l'esercito americano. E ora il "Predator" parla anche italiano. Primo paese della Nato, dopo gli Stati Uniti, l'Italia ne ha acquistati cinque esemplari che saranno pronti a partire da marzo 2003, con consegne previste fino al 2004. Il primo, a dire il vero, è già arrivato e si trova a Ronchi dei Legionari, negli stabilimenti della Meteor, una società del gruppo Finmeccanica, che si occuperà di metterlo in pista, oltre che di allestire la stazione di controllo terrestre. Non che l'Italia si prepari a imponenti operazioni belliche, ma la scelta del "Predator" è il risultato di una serie di valutazioni economiche e logistiche molto sensate. L'obiettivo è infatti quello di impiegare gli Uav (Unmanned aerial vehicle, velivoli senza pilota, ndr) in operazioni altrimenti molto costose oppure rischiose per la vita dell'equipaggio. Qualche esempio? Un efficace pattugliamento anti clandestini nel canale d'Otranto, l'osservazione e il rilevamento di dati in zone colpite da catastrofi naturali (basti pensare al terremoto in Molise o alle eruzioni dell'Etna). Il "Predator", che consuma come un Piper, può stare in volo fino a 24 ore senza doversi rifornire e invia video e foto in tempo reale alla base terrestre, ha tutte le carte in regola per assolvere a questi compiti. Se non fosse che, almeno per il momento, non è autorizzato a volare. Già, perché le leggi (internazionali, beninteso, non solo quelle italiane) proibiscono lo spazio aereo civile ai velivoli telecomandati, limitandone l'impiego ai poligoni militari o alle zone di guerra. Insomma, i "Predator" dell'Aeronautica militare dovranno aspettare che le norme cambino per poter entrare in azione. «La situazione» spiega a Panorama Renzo Lunardi, presidente della Meteor, «è simile per molti versi a quella che si venne a creare quando furono costruiti i primi aeroplani ultraleggeri: non esistevano prima e quindi non potevano volare perché non c'erano regole. Tuttavia, gli Uav sono un fenomeno in rapida espansione e bisognerà tenerne conto: entro 10 anni potrebbero essere impiegati in campo civile anche da molte società di lavoro aereo». Per sbloccare la situazione, magari in tempi rapidi onde non far rimanere i "Predator" italiani negli hangar troppo a lungo, è già all'opera un gruppo di lavoro congiunto (Aeronautica militare e autorità civili) che cercherà di sviluppare le regole necessarie a far convivere in cielo aerei senza pilota e aviogetti civili in tutta sicurezza. «Ma», chiarisce Lunardi, «per arrivare a tanto ci vorrà del tempo, direi tra i tre e i cinque anni». Nel frattempo, l'impiego dei nostri Uav, che saranno dislocati presso la base di Amendola, in Puglia e verranno collaudati inizialmente presso il poligono militare di Perdasdefogu, in Sardegna, sarà esclusivamente militare. Al progetto, che ben si inquadra nell'ottica interforze della Nato, non è interessata solo l'Aeronautica militare, bensì l'intero sistema di difesa. Perché il punto di forza del "Predator" rimane proprio l'economicità di uso. Per pattugliare efficacemente l'intero canale d'Otranto ne basterebbero tre e il risparmio, dicono alla Meteor, potrebbe essere superiore al 40 per cento, rispetto all'impiego di velivoli tradizionali come gli ormai anziani Breguet Atlantic in dotazione alle nostre forze armate, o all'acquisto di aerei Awacs (quei bestioni sormontati da una gigantesca antenna circolare schierati da alcuni paesi della Nato) di ultima generazione. Dallo stato maggiore dell'Aeronautica per ora non si sbilanciano sulla data di debutto dei "Predator" tricolori: «Sono stati sviluppati e saranno impiegati per esigenze militari; ciò accadrà verosimilmente anche in ambito Nato», fanno sapere. Ma quando? «L'arrivo in Italia, presso il 32° stormo dell'Aeronautica militare ad Amendola, del primo esemplare avverrà entro l'estate del prossimo anno», chiariscono dall'Arma azzurra. «E un eventuale impiego bellico al fianco delle altre forze del Patto Atlantico è evidentemente subordinato al raggiungimento della capacità operativa del sistema e degli equipaggi, che ne hanno il controllo a distanza; ma ciò avverrà non prima del 2004». Insomma, se ci sarà una nuova "Desert Storm" nei primi mesi del prossimo anno, non ci saranno i nostri Uav in prima linea. Il "Predator", che viene prodotto dal 1996 dalla californiana General Atomics, e che in totale ha collezionato ormai più di 22 mila ore di volo, costa relativamente poco: circa 4 milioni di dollari per il velivolo «nudo», cioè senza tutti quei complessi dispositivi tecnologici, come lo speciale radar ad apertura sintetica che gli consente di vedere anche attraverso le nubi o il fumo. «Full optional», invece, questo «uccello» dall'aspetto solo in apparenza sgraziato, interamente costruito in materiali compositi e pesante quasi una tonnellata, può decuplicare facilmente il suo prezzo. «Ma il risparmio», insistono alla Meteor, «va calcolato sull'insieme delle voci, a cominciare proprio dall'addestramento dei piloti e dei rischi che essi dovrebbero affrontare». Di sicuro, invece, i "Predator" italiani non saranno armati di missili anticarro (i temibili Hellfire), come quelli che vengono impiegati di recente dalla Cia per operazioni «coperte» contro i terroristi di Al Qaeda. L'intelligence statunitense ne ha già in linea una dozzina e ogni mese gliene vengono consegnati altri due, prontamente dislocati nelle zone calde del pianeta, dallo Yemen alla Somalia, dall'Afganistan all'Iraq, dove colpiscono in modo silenzioso e letale presunti membri dell'organizzazione terroristica che fa capo a Osama Bin Laden. Ma che cosa consente di fare in concreto un aereo come il "Predator"? La missione tipo è quella di pattugliamento: decollato da un qualsiasi aeroporto, lo Uav sale fino a 7.500 metri e raggiunge il suo obiettivo. A quel punto inizia a orbitare a bassa velocità, (la massima è di appena 130 chilometri l'ora), mentre dalla postazione a terra un operatore ne controlla la telecamera ad alta definizione montata proprio sotto il muso. E poco importa se sia giorno o notte, nuvoloso o sereno, perché gli accorgimenti non mancano davvero: esiste infatti una seconda videocamera agli infrarossi per vedere nel buio oltre al già citato radar ad apertura sintetica che può scattare foto anche attraverso una fitta coltre di nebbia o fumo. Quando i "Predator" italiani arriveranno ad Amendola (viaggiano in un contenitore che gli americani chiamano «coffin», cassa da morto), di certo impiegheranno una nutrita squadra di specialisti. Per far volare un "Predator" 24/ 7, cioè 24 ore su 24, sette giorni su sette, occorre infatti un team di 55 persone, tra piloti, sistemisti, operatori radar e tecnici aeronautici, divisi su più turni di servizio. Alla Meteor, nel frattempo, mordono il freno. Oltre a occuparsi dei cinque "Predator" dell'Aeronautica militare (il valore totale della commessa è pari a circa 50 milioni di euro, mentre la «fetta» dell'azienda triestina è di circa il 25 per cento), a Ronchi dei Legionari si studiano e si producono anche velivoli teleguidati tutti italiani. È il caso del Falco, un «mini-predator», il cui primo volo avverrà tra qualche mese e sul quale si punta molto, soprattutto per venderlo anche a forze armate straniere. «Peserà circa 300 chilogrammi», racconta Lunardi, «e potrà portarne altri 70 come carico pagante volando fino a 14 ore entro un raggio di 150 chilometri dalla stazione base». I possibili impieghi del Falco? «Dal controllo e la prevenzione degli incendi estivi alle missioni di soccorso e ricerca in mare, fino alla raccolta di dati geografici e ambientali». Compiti più militari, invece, per un altro ricognitore senza pilota che esce dalle linee di produzione della Meteor, il Nibbio, una specie di siluro con le ali, che può essere lanciato da terra, da una nave appoggio o da un altro aereo e raggiungere in pochi secondi la quota massima di 12.500 metri alla velocità di un aereo a reazione, per poi tornare alla base e «atterrare» dolcemente appeso a un paracadute. Da tutto questo articolo possiamo tutti insieme trarre delle conclusioni oggettive, non fare solo ragionamenti basati su supposizioni senza fondamenti comprovati. A che servono questi "Predator"? Dicono per impieghi civili, rilevamento di dati geologici dall'alto, pattugliamento del Canale d'Otranto e delle coste italiane per impedire l'arrivo di clandestini (su quanto queste operazioni contro i disperati del mondo siano di natura "civile" ci sarebbe tanto da discutere); sinceramente non si scorge il senso di un apparecchio assolutamente costoso per questo genere di operazioni. Gli UAV sono nati per compiere operazioni militari di tipo aeronautico, senza correre il rischio di perdere i piloti (e qui si potrebbe fare tutto il discorso sulle strategie inumane di guerra, sulla necessità di non perdere vite dei piloti aggressori, naturalmente .sorvolando sui massacri causati sulle popolazioni civili bombardate e aggredite dall'alto di cieli). Inoltre, dopo le recenti guerre, sono diventati molto "di moda". Lo stesso Pentagono ne aveva sottovalutato inizialmente l'uso: infatti i "Predator" erano usati dalla Cia e non dall'Air Force. Ma ora è proprio opportuno avere questo genere di aerei, armarli e lanciarli in missioni militari senza correre il rischio di perdere i piloti. Lo spazio aereo nemico può essere nudo di difese aeree del paese aggredito, ma può sempre capitare che qualche missile terra-aria vada ad. incocciare proprio giusto sul bersaglio di qualche aereo guidato da spavaldi Rambo statunitensi o alleati ipersicuri della loro immunità. Cocciolone insegna! Comunque, ad onor del vero, da ricordare che un "aereo fantasma" Statunitense, con piloti a bordo, era stato abbattuto dalla contraerea iugoslava! L'Italia si e' prontamente allineata al gruppo degli alleati già da qualche anno, in particolare dopo la "figuraccia" durante la guerra nel Kosovo, dove USA, Regno Unito, Germania, Francia usarono i loro "Drones", aerei telecomandati, e l'Italia non ha potuto farlo perché le stazioni di base dei Mirach 26, sempre della società friulana Meteor, non si interfacciavano con la rete C3I (Command Control Communication Intelligence) della Nato. Quindi il loro utilizzo principale sono le missioni militari, come viene affermato fra l'altro dalla stessa aeronautica militare, nell'articolo di Panorama. Nonostante quel che dicono i produttori e i militari, non e' che questi UAV siano poi cosi' affidabili; cascano spesso, si rompono, sbagliano mira, vengono usati male, ecc., e si calcola che circa un terzo dei "Drones" finora costruiti siano andati persi. Insomma è lecito sfatare il mito delle armi "intelligenti" e "chirurgiche". Risulta sicuro che la legislazione Italiana ne vieta l'uso nell'ambito civile, e sappiamo che i tempi di promulgazione di una legge che ne permetta l'uso saranno di necessità lunghi, anche se la lobby dell'industria bellica ne favorirà una corsia preferenziale. Possiamo allora trarne una chiara conseguenza che conferma come l'uso dei "Predator" sia previsto non sul territorio nazionale, (dove potrebbero avere un discutibile, improbabile, e dispendioso uso civile), ma in missioni all'estero, per scopi militari di aggressione bellica, o di spionaggio aereo, tutto questo vietato dalla Costituzione del nostro Paese. Viene presentata l'obiezione che i "Predator" comprati dall'Italia non sono armati. L'Italia ha acquistato la versione "A" che non può essere armata, mentre i "Predator" che appartengono alla la versione "B", sono armati con una decina di missili Hellfire , con alcune caratteristiche tecnologiche ancora segrete, forse con l'apparato di penetrazione costituito da lega ad Uranio impoverito, e in futuro anche con bombe "intelligenti". Però non è detto che qualche governo italiano guerrafondaio non voglia dotarsi dei "Predator", di tipo "B", e quindi i cittadini sono invitati a controllare questa situazione, ma lo stesso uso di ricognizione militare su obiettivi del nemico da parte dei nostri attuali "Predator" è da condannare e da impedire. Interverranno a questo proposito le forze politiche del pacifismo iridato contro la guerra? Alcuni siti di informazione sul "Predator": http://www.fas.org/irp/program/collect/predator.htm http://www.dissidentvoice.org/Articles/Herold_Predator.htm http://www.cdi.org/terrorism/predator.cfm http://www.strategypage.com/dls/articles/20021227.asp http://www.airforce-technology.com/projects/predator/ Inviare msg : mailto:noomc-it at yahoogroups.com Iscriversi : mailto:noomc-it-subscribe at yahoogroups.com Cancellarsi : mailto:noomc-it-unsubscribe at yahoogroups.com Supporto tecnico: mailto:noomc-it-owner at yahoogroups.com Sito della lista: http://groups.yahoo.com/group/noomc-it Iscriviti anche a NOBIOTECH-IT: nobiotech-it- subscribe at yahoogroups.com L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html ------- End of forwarded message -------
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