riformano i servizi segreti: svolgiamo una ricerca?



Ciao a tutti!
Si stanno per riformare i servizi segreti. E' una questione importante e chiedo se qualcuno puo' svolgere una ricerca in merito su Internet. Intanto riporto qualcosa tratto dal Corriere della Sera di oggi 4-5-02.
A.M.

Servizi segreti, licenza di violare la legge

ROMA - Il segreto di Stato non durerà più di 15 anni. Gli 007 potranno commettere reati, ma senza mettere a repentaglio l’incolumità altrui. E, nel caso di conflitto tra agenti e magistrati, deciderà la Corte costituzionale: il comitato parlamentare di controllo non avrà mai accesso agli atti. Ecco la riforma dei servizi segreti varata ieri dal Consiglio dei ministri. Il disegno di legge passa ora alle Camere e, se verrà approvato, partirà il nuovo reclutamento di agenti anche all’esterno della pubblica amministrazione. «Dopo decenni di inutili tentativi abbiamo reso "a termine" il segreto di Stato», spiega il ministro con delega ai servizi, Franco Frattini. A pagina 5

M. Caprara, Di Feo
Piccolillo


Via ai nuovi Servizi, un limite al segreto di Stato

Licenza di reato agli 007 in caso di «eccezionale necessità». Archivi chiusi solo per 15 anni

ROMA - Il segreto di Stato non durerà più di 15 anni. Gli 007 potranno commettere reati a patto di non mettere a repentaglio l’incolumità altrui. E, nel caso in cui un magistrato voglia vederci chiaro su una operazione "sporca", a valutarne la legittimità sarà la Corte Costituzionale: il Comitato Parlamentare di Controllo sui servizi di informazione non avrà accesso agli atti nè prima nè dopo l’operazione. «Dopo decenni abbiamo reso "a termine" il segreto di Stato. Mi piacerebbe che il primo agosto, anniversario della strage dell’Italicus, riuscissimo ad aprire tutti gli archivi» ha dichiarato il ministro della Funzione Pubblica con delega ai servizi, Franco Frattini, al termine del consiglio dei ministri che ha varato il disegno di legge, dopo 5 mesi di discussioni. «Non si tratta di una vera riforma, ma di modifiche alla norma del ’77, rese urgenti dall’emergenza internazionale» ha dichiarato il ministro. Le critiche però arrivano dai Verdi, da Rifondazione e dal presidente del COPACO, Enzo Bianco, che si dice «preoccupato per un provvedimento che rafforza le garanzie funzionali, ma non sembra aumentare il controllo parlamentare». «Abbiamo accolto tutti i suggerimenti del COPACO - replica Frattini - tranne quello dei tre saggi "controllori", che erano a forte rischio lottizzazione e obiettivamente di intralcio al premier. E poi dovevamo prevenire le fughe di notizie». Il ddl dà il via alle nuove assunzioni che per la prima volta saranno anche esterne alla pubblica amministrazione.


OPERAZIONI SPORCHE - Non sono punibili i reati degli 007 e, in casi di «eccezionale necessità», neanche quelli di «persone estranee ai servizi». Ma solo a tre condizioni: che la loro condotta sia «idonea» e «indispensabile» per ottenere il risultato e che questo «non fosse raggiungibile in altro modo». Le "spie" vengono autorizzate dal premier, su richiesta del direttore dei servizi. O, in casi «di assoluta urgenza», da quest’ultimo che può dare il permesso anche di usare documenti falsi, e di «disporre l’esercizio di attività economiche in Italia e all’estero». Chi «preordina» autorizzazioni illegittime rischia da 2 a 5 anni.


ARCHIVI APERTI - «A norma approvata - annuncia Frattini - tutte le stragi, da Piazza Fontana a Ustica, saranno automaticamente "scoperte". A meno che il premier, caso per caso, con atto motivato, decida una proroga di durata limitata a dieci anni». In futuro il segreto potrà essere apposto su tutto ciò che mette in pericolo, o danneggia, l’integrità e l’indipendenza della Repubblica, la difesa militare e delle istituzioni, ma anche «gli interessi economici del Paese». E cesserà dopo 15 anni. Fatta eccezione per notizie «particolarmente sensibili» come i sistemi di difesa militare.


I CONTROLLI - Se un magistrato scopre uno 007 che commette reati il direttore del servizio può opporre una «causa di giustificazione», eventualmente confermata dal premier. Al pm non resta che sollevare conflitto di attribuzione. «La Corte Costituzionale per la prima volta avrà pieno accesso a tutti gli atti del provvedimento» sottolinea Frattini. Ipotesi che però sorprende Bianco: «è un compito improprio per la Corte che non decide mai sugli atti, ma sui principi».
Virginia Piccolillo


L’INTERVISTA

Andreotti: ma il vero guaio sono i controlli di Echelon Li usò anche la Thatcher

ROMA - «Ah sì? Segreto di Stato che dura al massimo 15 anni? Dovrò leggerlo, questo disegno di legge. Se rimangono le vecchie regole, l'apposizione del segreto di Stato è molto rigorosa, si tratta di un evento eccezionale», è la prima osservazione di Giulio Andreotti mentre il Corriere lo informa delle linee generali della riforma dei servizi segreti proposta dal Consiglio dei ministri. «Con la normativa in vigore, la procedura richiede la trasmissione di atti ai presidenti delle Camere. Che io ricordi, le volte nelle quali il segreto di Stato è stato usato si contano sulle dita di una mano. Da me, poi, detto tra parentesi, credo che sia stato usato mai», fa notare il senatore a vita. Proprio ad Andreotti, pilastro delle parti emersa e sommersa della Prima Repubblica, entrato a Palazzo Chigi come sottosegretario all’età di 28 anni, vari veterani dei servizi faticano a perdonare una scelta che ha a che vedere con i segreti: quella di rivelare l'esistenza della rete Stay Behind , di «Gladio». Risale al 1990. E nonostante la familiarità con gli apparati riservati dello Stato maturata nelle sette volte nelle quali è stato presidente del Consiglio, Andreotti, adesso, quando ne parla sostiene: «Come settore mi ha sempre appassionato poco».
Su, senatore, sa bene di essere uno che nella materia dei servizi si è addentrato parecchio…
All’obiezione Andreotti reagisce con una delle sue sottili risatine beffardamente autoironiche, paradigmi dell'andreottismo quanto il suo sguardo ad occhi socchiusi o le ramificazioni della sua vecchia corrente nelle campagne del Lazio. Poi aggiunge: «Ma no… Il settore mi ha appassionato poco per un motivo: sono più le grane che danno che i servizi che rendono. Però è meglio lasciar perdere queste considerazioni…».
E quali altre le vengono in mente?
«Non so quale sia la necessità di una riforma, ora i servizi sono guidati abbastanza bene. Sia il generale Mori, a capo del Sisde, sia il generale Pollari, al Sismi, sono persone sulle quali non c'è niente da dire. Forse si potrebbe addirittura fare una struttura comune europea».
Un po' utopistico, per il momento, non crede? L'Europa, la situazione internazionale le sembrano pronte a una novità del genere?
«La cosa che mi ha scandalizzato, in passato, è quando ho saputo di quel sistema Echelon per cui alcuni Paesi hanno steso una rete di intercettazioni telefoniche del tutto al di fuori delle regole conosciute».
Con «alcuni Paesi» intende innanzitutto gli Stati Uniti?
«No, non solo. Anche Inghilterra e Australia. In un rapporto del Parlamento europeo c'è scritto che la signora Thatcher faceva sorvegliare i ministri. Un rapporto sconcertante. Avrebbe dovuto sollevare un chiasso del diavolo, invece non se n'è parlato più. Qualcuno avrà avuto la coda di paglia…».
Il disegno di legge tocca un campo disciplinato dalla riforma varata nel 1977, quando a Palazzo Chigi c'era lei. Il governo conferma la divisione fra Sismi, struttura militare, e Sisde, civile. Ma lei non avrebbe preferito unificare i due rami?
«Ritengo sempre che se li si unificava era meglio. Furono l’ammiraglio Casardi e il suo omologo degli Interni a mandare due memorie in Parlamento sostenendo che ne sarebbe venuto fuori un centro di potere molto pericoloso. Terrei presente com'è cambiato il confine tra sicurezza militare ed economica, spionaggio e controspionaggio. Adesso se uno si abbona, credo con dieci sterline, al bollettino dell'Istituto strategico di Londra sa sugli armamenti quello che una volta ci voleva tutto un apparato per sapere. Ma, le ripeto, il settore mi ha appassionato poco…».
Maurizio Caprara