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[JUGOINFO] ...ancora sull'Uranio Impoverito...
- Subject: [JUGOINFO] ...ancora sull'Uranio Impoverito...
- From: "jugocoord at libero.it" <jugocoord at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Thu, 11 Apr 2002 17:38:53 +0200
* Un recente articolo da NATURE * RICERCARE PER NON TROVARE Due articoli su come fare finta di fare ricerca scientifica. La conferenza-farsa del professor Franco Nobile in un Circolo Ufficiali, organizzata per assolvere l'uranio e tranquillizzare l'establishment. ===*=== UN RECENTE ARTICOLO APPARSO SU "NATURE" DEPLETED URANIUM SOILS BATTLEFIELDS Report assesses chemical effects of Gulf war weapon. NATURE 12 March 2002 HELEN PEARSON > http://www.nature.com/nsu/020311/020311-2.html MEDICINA Vittime dell'uranio di Helen Pearson L'URANIO IMPOVERITO presente in diverse armi potrebbe aver provocato in alcuni soldati dei danni ai reni e potrebbe anche aver determinato una contaminazione ambientale a lungo termine, sostengono alcuni scienziati inglesi. La loro ricerca, effettuata indipendentemente dall'appoggio statale, richiede degli accurati test di esposizione e un lungo periodo di monitoraggio ambientale nelle zone in cui si e combattuto. L'uranio impoverito (DU) e una sostanza altamente radioattiva. E stato utilizzato per creare armi che fossero in grado di perforare anche dei mezzi fortemente corazzati, durante la guerra del Golfo e il conflitto del Kosovo. Da tutto cio e nata un'importante controversia: i missili esplosi avrebbero rilasciato una densa polvere radioattiva e chimicamente tossica, per colpa della quale i veterani di guerra dichiarano di aver riportato delle gravi malattie. La relazione della Royal Society del Regno Unito conclude che la maggior parte dei soldati non e stata esposta in misura sufficiente agli effetti di questo metallo, quindi non puo essere a rischio per quanto riguarda le conseguenze tossiche del suo utilizzo. <Per quanto riguarda la maggior parte dei soldati presenti sul campo di battaglia, riteniamo altamente improbabile che essi possano aver subito degli effetti negativi>, afferma il leader del gruppo Brian Spratt, dell'Imperial College di Londra. Cio vuol dire che l'uranio impoverito non puo essere ritenuto una spiegazione sufficiente della Sindrome della Guerra del Golfo, sebbene la relazione non affronti esplicitamente questo problema. Tuttavia, sostiene sempre il rapporto, circa duecento soldati della Guerra del Golfo, per la maggior parte americani, colpiti in maniera non grave o che avessero trascorso un po' di tempo nella manutenzione dei veicoli contaminati, potrebbero aver inalato una quantita di polvere tossica sufficiente a provocare loro dei danni renali. Anche un numero per ora non determinato di iracheni potrebbero essere stati affetti dagli stessi problemi. Conseguenze durature La principale raccomandazione contenuta in questo rapporto riguarda la necessaria effettuazione di test accurati e certificati per determinare la presenza di livelli anche minimi di uranio impoverito nell'urina, in seguito ai quali coloro che fossero identificati come possibili vittime dell'esposizione dovrebbero sottoporsi a lunghi periodi di monitoraggio delle loro condizioni di salute. <Bisogna servirsi di una gamma di test molto moderni>, dichiara il membro del gruppo e studiosa del metabolismo Barbara Clayton dell'Universita di Southampton, in Gran Bretagna, perche questo genere di verifiche e in grado di individuare cambiamenti biochimici anche impercettibili. Esami delle urine sensibili all'uranio impoverito saranno presumibilmente effettuabili nel Regno Unito gia alla fine di quest'anno. Ma non bisogna dimenticare che potrebbero anche esserci delle conseguenze durature sotto il profilo ambientale: il 70-80 per cento di tutte le armi in cui e presente l'uranio impoverito - circa 250 tonnellate nella sola regione in cui si e combattuta la Guerra del Golfo - e probabilmente rimasto sepolto nel terreno. I bambini che giocano in quei luoghi potrebbero essere particolarmente esposti al rischio di contaminazione. E, con il passare dei decenni, il corrodersi di queste armi potrebbe rilasciare l'uranio impoverito nel suolo, ed esso potrebbe essere recuperato dalle piante e dagli animali o, ancora peggio, potrebbe finire col mescolarsi alle risorse idriche umane. Secondo il panel che ha effettuato la ricerca, e necessario un monitoraggio a lungo termine di queste zone per stabilire con precisione le conseguenze future. Rimuovere i detriti delle armi e sostanzialmente impossibile, perche non si conosce la loro esatta collocazione. <E un vuoto di conoscenza>, sostiene Barry Smith, che studia l'inquinamento al British Geological Survey di Nottingham, nel Regno Unito. La diffusione dell'uranio Le armi con uranio impoverito sono state usate per la prima volta dalle Forze Alleate nel 1991, durante la Guerra del Golfo: in quell'occasione ne furono utilizzate, secondo i calcoli, 340 tonnellate, a cui si sarebbero aggiunte le 11 tonnellate utilizzate piu tardi in Bosnia e in Kosovo alla fine degli anni Novanta. Non si sa se le armi con uranio impoverito siano al momento impiegate in Afghanistan, le opinioni sono contrastanti. Nella prima parte della relazione della Royal Society, pubblicata l'anno scorso, il comitato di ricerca ha esaminato gli effetti per la salute dell'esposizione alle radiazioni dell'uranio impoverito, concludendo che, potenzialmente, quest'esposizione non implica un maggiore rischio di morte per cancro. Gli effetti tossici dell'uranio impoverito a livello chimico e il suo impatto ambientale, sono poi oggetto della seconda parte, pubblicata in questi giorni. Il panel di esperti non aveva a disposizione molte prove concrete sulle quali basare il proprio lavoro - pochi studi scientifici su umani avevano finora calcolato gli effetti tossici a lungo termine dell'uranio impoverito. Solo racconti del tutto aneddotici parlano di malattie serie che colpirono i membri di un intera squadra di pulizie della Guerra del Golfo. Il panel ha invece basato le proprie conclusioni sulle prove scientifiche disponibili e sul calcolo della quantita di uranio impoverito inalata dai soldati, ottenuto dall'analisi degli scenari di battaglia. Nature (Traduzione italiana, dal sito BOILER) ===*=== RICERCARE PER NON TROVARE =1= Mauro Cristaldi UNA RICETTA AUTARCHICA PER LA RICERCA: URANIO IMPOVERITO ALL'ITALIANA (bozza di articolo per "Il Manifesto") Il clima, quello di una festa al circolo ufficiali di una caserma importante; l'occasione, la presentazione del libro "La prevenzione oncologica nei reduci dei Balcani" pubblicato a cura della "Lega contro i Tumori" di Siena su carta patinata pesante (nota di Accame: modello rivista militare); lo scopo, la presentazione di un primo prodotto di quella che sarà il nuovo tipo di ricerca da affidare ad AN in Italia, visto che quella precedente era stata già abbondantemente ridimensionata. Quindi soavi profumi, fiori, tanti fiori, alti ufficiali in Divisa, signore al lifting imbellettate, presentatrice TV e vallette della scuola alberghiera ed alla fine un bel rinfresco offerto dalla nuova amministrazione provinciale di Roma. Si inizia con una breve prolusione di un compito Assessore (che ci informa che nientemeno che l'on. Fini è membro onorario della Lega Tumori), poi il doveroso minuto di raccoglimento per Marco Biagi, segue la presentazione effettiva dell'illustre oncologo da parte del gen. medico Tricarico (comandante della Sanità Militare e già nella commissione Mandelli) ed infine l'esposizione dei risultati ottenuti dall'indagine condotta dall'autore, prof. Franco Nobile, "Docente in Semeiotica Chirurgica dell'Università di Siena e specialista in Oncologia" - così recita il risvolto della sovraccoperta del prezioso volumetto, che continua così: "presidente della sezione senese della Lega contro i Tumori (O.N.L.U.S.) e direttore tecnico dei Centri di Prevenzione Oncologica. [a capo] Come responsabile dell'Osservatorio per le Contaminazioni Radioattive nell'Ambiente (O.C.R.A.) si occupa dal 1986 del monitoraggio dei rischi conseguenti alla catastrofe di Chernobyl, studiando le relative misure di radioprotezione in collaborazione con la Fisica Sanitaria dell'Azienda Ospedaliera Senese e con Legambiente del cui Comitato Nazionale Scientifico fa parte." (qui c'è anche la copertura a sinistra, ma non è il solo ad averne!). Peccato che gli interventi siano democraticamente "blindati" e che nessuno possa interloquire con il Professore sul fatto che la diagnosi precoce dei tumori, che lui chiama "prevenzione oncologica", non coincida affatto con la prevenzione primaria, la quale invece dovrebbe aver costituito la misura igienica iniziale prima che si fosse continuato ad esporre persone (popolazione, militari, volontari) alle cause ambientali del tumore (polveri, acque, alimenti contaminati). Ma infatti sembrerebbe proprio così, ma solo per i parà della Divisione Folgore, presi dal prof. Nobile come oggetto di studio, in modo da mostrare in pieno quell'"effetto militare sano", di cui parla l'articolo sul DU in corso di pubblicazione col prossimo numero della rivista scientifica "Tribuna Biologica e Medica" eseguito dagli "Scienziate e scienziati contro la guerra". Il reggimento in questione, infatti, è in gran parte operativo nei Balcani solo dall'inizio del 2000 e quindi quasi tutti i componenti (tranne i veterani) si possono considerare fuori rischio massimo; il quale invece ci fu in Kosovo, proprio nel corso dei 4 mesi successivi alla fine dei bombardamenti NATO, ma per quei poveri fantaccini inconsapevoli inviati senza protezioni a rimuovere rottami, prima della divulgazione della circolare Bizzarri del 22 novembre '99, che avvertiva del pericolo con studiato ritardo (e prima lo stesso non era avvenuto in Somalia, e poi in Bosnia, e chissà quando in Sardegna?): ma purtroppo, questa è la triste realtà, loro ebbero il sacro compito di distruggere, con quell'atto dovuto alla Patria, quelle prove dell'avvenuta contaminazione ambientale, dimostrabile negli abitacoli non sottoposti al dilavamento meteorico, che poco convenivano al governo di allora. Ma cosa ha detto in questa bella occasione il prof. Nobile? Che manca un registro tumori completo per l'Italia (son trent'anni che se ne parla e, a questo punto, forse si potrebbe pensare che a qualcuno non conviene), che i parà fumano tutti le Malboro e che la Ferrari Formula 1 ha in questo le sue responsabilità, che c'è una correlazione diretta tra insorgenza di linfoadeniti e tatuaggi nei parà (immagino che avranno poche altre attività intellettuali a cui dedicarsi), che il gruppo di controllo stava nell'Albania incontaminata da DU, ma che l'indagine sulla contaminazione ambientale ha riguardato nientemeno pure la Puglia dove - stavolta a ben 350 km di distanza dal Kosovo! - non sono state trovate tracce significative di DU portate dai venti transfrontalieri (sic!). Chissà? se il Prof. Nobile fosse andato pure in Sardegna a cercare DU forse lì sarebbe stato più fortunato del suo compaesano Prof. Riccobono, che con tre campionamenti eseguiti intorno alla base di Quirra sarà forse capace, anche lui, di liberarci dall'ipotesi di considerare preoccupante qualsiasi contaminazione attribuibile agli esperimenti bellici "eventualmente" effettuati in quella base militare. Dopo queste esperienze, lo confesso, sono proprio ansioso di leggere gli atti del convegno di Siena già tenutosi il 29 settembre 2001, sul quale purtroppo non ebbi informazione nemmeno dai colleghi dell'Anpa, che invece mi mandano sempre gli auguri natalizi, nonostante che io tutti gli anni non trovi uno straccio di segretario che possa rispondere per me. Ora mi sorge il dubbio che il Prof. Nobile non abbia avuto nemmeno il tempo di leggere il rapporto UNEP - da cui però il suo libro riporta tante fotografie su carta patinata, un po' come il libello elettorale con cui il Berlusca ha vinto le elezioni - per sapere che il DU, in quanto prevalentemente emittente alfa, è un radionuclide di difficile rilevabilità soprattutto se a basse concentrazioni: quindi, caro Professore, forse bisogna pensare che spesse volte gli strumenti tecnologici non siano sufficienti, oltre che imprecisi, se non ci fosse un cervello pensante dietro! Visto che ci siamo, un altro piccolo suggerimento da uno che un po' se ne intende: sarebbe meglio evitare di dire in pubblico che, se non si riscontra Uranio nell'organismo o nei liquidi organici, significa che si può escludere il danno oncologico, in quanto, tra le nozioni base della cancerogenesi, c'è proprio il concetto che, se il danno sia già stato trasmesso ad alcune cellule mutate, non è escluso che queste degenerino riproducendosi in cellule cancerogene anche in assenza della causa scatenante primaria (e dire che quando mi dicono che i medici non sanno la biologia, io non ci voglio credere!). Ed ora mi sorge un dubbio: chissà perché nessuno dice che nella "Italian zone" del Kosovo, la più contaminata di tutte quelle assegnate ad altre nazioni (in ordine di pericolosità potenziale sulla base agli impatti dichiarati dalla NATO: Italian, German, American, British, French zones) sono presenti anche reparti spagnoli e che invece il reparto portoghese è stato rimosso dal governo dopo un preoccupante rapporto (<http://www.itn.pt/Dprsn/Kosovo rf180401/rel final ingl170501.pdf>) eseguito dalla missione scientifica portoghese in Kosovo e Bosnia-Erzegovina i1 7 aprile 2001? E perché sulla popolazione residente in Kosovo, visto che tutte queste milizie stanno lì a proteggerli, non risulta nessuna indagine in corso? L'ultimo dubbio che mi sorge - e poi attendo le dovute "ritorsioni" - che tra i quattro "Casi particolari" citati nel libello in questione a pag.44, su 612 soggetti quasi tutti paracadutisti del 186° Rg.to della Brigata "Folgore" (601, di cui 121+31 del gruppo di controllo, +11 civili esposti), vengano annoverati ben tre casi emblematici: - T.M. di anni 34, in missione per 4 anni in Irak e di 2 mesi a Sarajevo, fumatore: cancro al polmone; - I.T. di anni 25, sardo, arruolato nel 2000, mai stato in missione: all'inizio del 2001 operato per un linfoma (di che tipo non è dato sapere: segreto militare?); - A.R. di anni 24, in missione per 3 mesi a Sarajevo nel 1995: dalla fine del 2000 in trattamento per un linfoma (idem). Dopo dovute insistenze e liberali concessioni, dal Presidente Moffa è stato permesso un solo commento a caldo, a Falco Accame, Presidente dell'Ass. Naz. Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti, che è intervenuto con le argomentazioni qui sinteticamente riportate: - i militari in Bosnia nel 1995 operavano senza misure di protezione; - le misure di protezione adottate in Kosovo dalla fine del 1999 per i militari riducevano il rischio di danno, come avvenne sempre per le truppe USA fin dal 1993 dopo l'esperienza della guerra del Golfo; - attraverso gli esperti del CISAM (militare) il Min. della Difesa non dovrebbe ufficialmente controllare sé stesso; - non sono stati presi in esame né bunker sotterranei, né sgombero di proiettili e rottami, costituenti i fattori di maggior rischio; - si tace sui melanomi riscontrati dal prof. Marchiafava sui civili (9 su 600); - secondo le norme KFOR il rischio da DU esiste e la commissione Mandelli nel suo ultimo rapporto ha rilevato una correlazione diretta tra esposizione ed insorgenza di linfomi di Hodgkin; - non è stata fatta nessuna indagine in profondità dove penetrano i missili dotati di barre al DU da 300 kg, facendo solo attenzione ai proiettili anticarro di superficie da 30 g. A questo punto penso che qualsiasi organizzazione per i tumori possa costituirsi in Fondazione, proprio sul modello proposto dalla ministra Moratti per le Università, in modo tale che i pochi rappresentanti del Sapere - finanziato dalla cattiva coscienza di coloro che pensano che i tumori occorra solo curarli e non prevenirli prima che insorgano - portino il verbo della Scienza Italica nel mondo italico con il motto militaresco: "Ricercare per non trovare!" =2= FORUM - http://www.nuovopsi.com/forum/ Pasquale Angeloni Le differenze tra la ricerca italiana e quella USA Avanti! 23.3.02 Le differenze tra la ricerca italiana e quella USA Sulluranio impoverito è ora di fare chiarezza Pasquale Angeloni I ricercatori USA, dopo le gravi affezioni organiche e genetiche (figli malformati) riscontrate a carico dei reduci della guerra del Golfo, hanno accertato che nessun caso di tumore si era verificato dopo le misure di protezione (tute, maschere, guanti) adottate a partire dal 1993 durante la guerra in Somalia. Da questo studio effettuato su due popolazioni di reduci tenute ben distinte, i ricercatori hanno concluso correttamente che le misure di radioprotezione adottate sono efficaci per evitare i danni da esplosione di proiettili alluranio impoverito (DU). In Italia, invece, il 20 Marzo nei locali della Provincia di Roma il Prof. Franco Nobile, oncologo dellUniversità di Siena, ha tenuto una conferenza, ampiamente ripresa da tutta la stampa quotidiana e probabilmente da quella periodica perché molto ben veicolata. Il Professore ha illustrato il contenuto di un suo libro, in verità molto elegante in carta patinata, nel quale sono stati esaminati numerosi militari reduci dai Balcani senza riscontrare neppure un casi di tumore. Non ha precisato che tutti i soggetti esaminati avevano trascorso i tempi delle loro misioni nei Balcani solo dopo ladozione delle misure radioprotettive, iniziate con la circolare Bizzari del 22 novembre 1999, sei mesi dopo linizio della guerra in Kossovo. Da questa preselezione dei casi esaminati è derivata la conclusione che non esiste alcun rapporto fra uranio ed insorgenza di tumori. Grazie tante. Altro esempio italico è il campionamento di terreno fatto dal Prof. Riccobono (geologo dellUniversità di Siena) nel poligono di tiro di Perdasdefogu in Sardegna dove è stato negato luso di armi al DU e dove conseguentemente non sono state adottate misure protettive per gli operatori. E già ampiamente noto nella letteratura internazionale che sul terreno non si trovano tracce di uranio impoverito perché si confonde con luranio naturale per cui, se si vuole trovare quello che si cerca, bisogna sottoporre ad esame i muschi ed i licheni, filtratori di acqua e di aria e quindi buoni indicatori biologici. Fra un po di tempo ci sarà detto che tutti i campioni sono risultati negativi per il DU. Frattanto tre militari destinati a svolgere il loro servizio di leva nel poligono sono stati uccisi dalla leucemia, un altro lotta contro il male. A Quirra, frazione di Villaputzu con 150 abitanti, confinante con il poligono, 12 persone sono morte di tumore; ad Escalaplano, 2.600 abitanti, 11 bambini sono nati con gravi malforma zioni genetiche. I ricercatori scelti dal Ministero della Difesa hanno già ampiamente dimostrato di procedere a tesi precostituite, sistema infallibile per non far procedere di un passo la ricerca. La Commissione Mandelli, cui nella primavera scorsa è stato contestato un errore di metodo statistico, ha dovuto ritirare la prima relazione e sostituirla con unaltra corretta. Confidiamo nellonestà intellettuale del professore Nobile e del Professore Riccobono perché non si prestino a fornire argomenti a chi vuole denigrare i ricercatori italiani. Il Ministro della Difesa ha preso la corretta iniziativa di disporre unindagine con la massima trasparenza, affidandone la supervisione al Sottosegretario Cicu. Siamo certi della buona fede sia del Ministro, sia del Sottosegretario che ha anche interesse diretto essendo sardo ed eletto in Sardegna. Per questa certezza sui politici responsabili e per evitare che la ricerca a tesi precostituite ne adombri limmagine personale e di parte politica, segnaliamo le condizioni di trasparenza, che condividiamo, contenute in un pro memoria inviato al Sottosegretario Cicu dallOn. Falco Accame, già Capo del Gruppo di Ricerca operativa delle Forze Armate e già Presidente della Commissione Difesa della Camera (eletto nelle liste del PSI). Lo riportiamo testualmente: 1) Desegretare tutto ciò che si riferisce alle sperimentazioni nei poligoni fatte da civili e militari. Mettere a disposizione di una Commissione ad hoc tutto il materiale già segretato relativo alle operazioni condotte nei poligoni. 2) Rendere note le posizioni dei bombardamenti eseguiti nei poligoni negli ultimi 20 anni (mappe dettagliate di tutte le sperimentazioni eseguite) ed in particolare le posizioni delle fosse e gallerie utilizzate 3) Rendere note le persone che hanno partecipato alle operazioni sopracitate precisando gli incarichi assolti (con particolare riferimento a chi ha eseguito operazioni di sgombero di proiettili e rottami nei poligoni) 4) Individuare le zone di raccolta materiali (ordigni e rottami relativi alle esercitazioni di cui sopra). 5) Rendere noti i bandi di uso delle armi all'uranio impoverito emanati nei riguardi di ditte civili e paesi stranieri che hanno operato nei poligoni e le dichiarazioni con cui i destinatari hanno assicurato di ottemperare alle interdizioni sopracitate. 6) Rendere note le procedure di verifica seguite per accettarsi che ditte civili e paesi stranieri abbiano ottemperato ai bandi sopracitati. 7) Rendere note le posizioni geografiche di caduta in acqua di quei missili dotati di barre di stabilizzazione all'uranio impoverito, in particolare per quei missili che usano barre pesanti che raggiungono i 300 Kg. 8) Eseguire valutazioni di affidabilità delle nostre apparecchiature a registrare la presenza di uranio impoverito, visto che in Bosnia non sono state capaci di localizzare le radiazioni di uranio impoverito provocate dalla caduta di circa 10.000 proiettili. Per far ciò occorre effettuare in zone protette sperimentazioni degli effetti di proiettili all'uranio impoverito affidandosi a fisici nucleari di comprovata fama per stabilire quali tipi di misurazioni e strumenti debbano essere usati e come. Valutare contemporaneamente se gli strumenti in uso da parte delle squadre NBC siano in grado di localizzare in particolare le radiazioni alfa delluranio impoverito. Aggiungiamo (e ripetiamo) soltanto che sarebbe molto saggio lasciar cadere i risultati sui campioni di terreno perché il materiale da esaminare deve essere costituito da muschi e licheni. Il vertice politico del Ministero della Difesa, a nostro modesto avviso, non ha intenzione dingannare nessuno, neppure con il nobile(non per noi) fine di rassicurare lopinione pubblica, pertanto valga questo nostro intervento come consulenza tecnica (gratuita) di supporto ai Politici per scelte ponderate e consapevoli. -------------------------------------------------------- FOR FAIR USE ONLY --> La lista JUGOINFO e' curata da componenti del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia (CNJ). I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le posizioni ufficiali o condivise da tutto il CNJ, ma vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di segnalazione e commento. --> Bilten JUGOINFO uredjuju clanovi Italijanske Koordinacije za Jugoslaviju (CNJ). 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