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(Fwd) Piccole atomiche
- Subject: (Fwd) Piccole atomiche
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at href.org>
- Date: Wed, 20 Mar 2002 22:51:18 -0000
- Organization: peacelink
- Priority: normal
Da Il Manifesto - 19/03/2002 Piccole atomiche Gli Stati uniti, dall'asse del male allo squilibrio del terrore delle "bombe penetranti" MANLIO DINUCCI Bush scopre che l'ambiguità fa parte della deterrenza nucleare", titolava domenica The New York Times. In cosa consiste tale ambiguità? Nel far comprendere, senza ammettere ufficialmente, che gli Stati uniti si stanno preparando a usare, nella "guerra contro il terrorismo", anche le armi nucleari. Si tratta di "mini-armi nucleari penetranti per la distruzione di bunker", riferisce William Arkin, cui qualcuno ha passato un'altra pagina del rapporto "segreto" del Pentagono Nuclear Posture Review. Esse potrebbero essere usate contro "obiettivi in grado di resistere a un attacco non nucleare", oppure "in caso di sviluppi militari sorprendenti". Senza escludere la Russia e la Cina, sempre potenziali fonti di pericolo, nel mirino ci sono anzitutto Iraq, Iran, Corea del Nord, Libia e Siria. A confermare che l'amministrazione Bush fa sul serio è Spencer Abraham, segretario del dipartimento dell'Energia (addetto all'arsenale nucleare): in una audizione alla Commissione senatoriale dei servizi armati, il 14 marzo, ha annunciato un primo stanziamento di 10 milioni di dollari per uno studio sulla trasformazione di una delle attuali testate nucleari in un'arma penetrante. "Ciò - ha dichiarato il presidente della commissione Carl Levin - segnala al mondo che esiste una nuova e più ampia gamma di eventualità in cui gli Usa potrebbero considerare l'uso delle armi nucleari". Allo stesso tempo, però, esperti collegati al Pentagono fanno sapere che le nuove armi nucleari, in fase di studio, non sono pericolose perché di bassa potenza e, esplodendo sottoterra, non provocherebbero diffusione di radioattività nell'ambiente, ossia sarebbero "pulite". Ambedue le affermazioni sono false. La prima è smentita da una legge varata nel 1994 dal Congresso Usa: essa proibisce ai laboratori statunitensi di effettuare ricerche per lo sviluppo di armi nucleari di potenza inferiore ai 5 kiloton, in quanto "le armi nucleari di bassa potenza cancellano la distinzione tra guerra nucleare e guerra convenzionale" (Fas Public Interest Report, gennaio 2001). Il senso della legge è chiaro: tali armi sono pericolose anche per chi le usa, perché possono spingere altri paesi a dotarsi a loro volta di armi nucleari e innescare una guerra nucleare generalizzata. La seconda affermazione è smentita da uno studio realizzato dalla Federazione degli scienziati americani: esso dimostra che una bomba nucleare penetrante, come la B61-11 realizzata dal Pentagono nel 1997 violando la legge sopracitata, provoca una fuoriuscita di radioattività dal terreno, con conseguenze distruttive per ogni forma di vita nell'ambiente circostante. Con queste rudimentali suggestioni sulla non pericolosità del nucleare di bassa potenza, Bush sta preparando l'opinione pubblica interna e internazionale al superamento del "tabù" delle armi nucleari sostenendo che, in certi casi, esse possono essere usate anche contro paesi non-nucleari, come quelli indicati quali possibili obiettivi. Viene così ribaltato l'impegno alla base del Trattato di non-proliferazione nucleare, ossia che un paese dotato di armi nucleari non attacchi un paese che ne è privo. Dato che diversi altri paesi sono oggi in grado di fabbricare tali armi, rudimentali ma non meno letali, ciò significa imprimere un'accelerazione alla corsa agli armamenti nucleari. Si sta quindi andando non verso un nuovo "equilibrio del terrore", ma verso un ancora più pericoloso "squilibrio del terrore". Senza che, a differenza di quanto avveniva durante la guerra fredda, ci sia una adeguata mobilitazione.
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