(Fwd) Piccole atomiche



Da Il Manifesto - 19/03/2002

Piccole atomiche

Gli Stati uniti, dall'asse del male allo squilibrio del terrore delle 
"bombe penetranti" 

MANLIO DINUCCI 

Bush scopre che l'ambiguità fa parte della deterrenza nucleare", 
titolava domenica The New York Times. In cosa consiste tale 
ambiguità? Nel far comprendere, senza ammettere ufficialmente, 
che gli Stati uniti si stanno preparando a usare, nella "guerra 
contro il terrorismo", anche le armi nucleari.

Si tratta di "mini-armi nucleari penetranti per la distruzione di 
bunker", riferisce William Arkin, cui qualcuno ha passato un'altra 
pagina del rapporto "segreto" del Pentagono Nuclear Posture 
Review. Esse potrebbero essere usate contro "obiettivi in grado di 
resistere a un attacco non nucleare", oppure "in caso di sviluppi 
militari sorprendenti". Senza escludere la Russia e la Cina, sempre 
potenziali fonti di pericolo, nel mirino ci sono anzitutto Iraq, Iran, 
Corea del Nord, Libia e Siria.

A confermare che l'amministrazione Bush fa sul serio è Spencer 
Abraham, segretario del dipartimento dell'Energia (addetto 
all'arsenale nucleare): in una audizione alla Commissione 
senatoriale dei servizi armati, il 14 marzo, ha annunciato un primo 
stanziamento di 10 milioni di dollari per uno studio sulla 
trasformazione di una delle attuali testate nucleari in un'arma 
penetrante. "Ciò - ha dichiarato il presidente della commissione 
Carl Levin - segnala al mondo che esiste una nuova e più ampia 
gamma di eventualità in cui gli Usa potrebbero considerare l'uso 
delle armi nucleari".

Allo stesso tempo, però, esperti collegati al Pentagono fanno 
sapere che le nuove armi nucleari, in fase di studio, non sono 
pericolose perché di bassa potenza e, esplodendo sottoterra, non 
provocherebbero diffusione di radioattività nell'ambiente, ossia 
sarebbero "pulite". Ambedue le affermazioni sono false.

La prima è smentita da una legge varata nel 1994 dal Congresso 
Usa: essa proibisce ai laboratori statunitensi di effettuare ricerche 
per lo sviluppo di armi nucleari di potenza inferiore ai 5 kiloton, in 
quanto "le armi nucleari di bassa potenza cancellano la distinzione 
tra guerra nucleare e guerra convenzionale" (Fas Public Interest 
Report, gennaio 2001). Il senso della legge è chiaro: tali armi sono 
pericolose anche per chi le usa, perché possono spingere altri 
paesi a dotarsi a loro volta di armi nucleari e innescare una guerra 
nucleare generalizzata.

La seconda affermazione è smentita da uno studio realizzato dalla 
Federazione degli scienziati americani: esso dimostra che una 
bomba nucleare penetrante, come la B61-11 realizzata dal 
Pentagono nel 1997 violando la legge sopracitata, provoca una 
fuoriuscita di radioattività dal terreno, con conseguenze distruttive 
per ogni forma di vita nell'ambiente circostante.

Con queste rudimentali suggestioni sulla non pericolosità del 
nucleare di bassa potenza, Bush sta preparando l'opinione 
pubblica interna e internazionale al superamento del "tabù" delle 
armi nucleari sostenendo che, in certi casi, esse possono essere 
usate anche contro paesi non-nucleari, come quelli indicati quali 
possibili obiettivi. Viene così ribaltato l'impegno alla base del 
Trattato di non-proliferazione nucleare, ossia che un paese dotato 
di armi nucleari non attacchi un paese che ne è privo.
Dato che diversi altri paesi sono oggi in grado di fabbricare tali 
armi, rudimentali ma non meno letali, ciò significa imprimere 
un'accelerazione alla corsa agli armamenti nucleari. Si sta quindi 
andando non verso un nuovo "equilibrio del terrore", ma verso un 
ancora più pericoloso "squilibrio del terrore". Senza che, a 
differenza di quanto avveniva durante la guerra fredda, ci sia una 
adeguata mobilitazione.