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Gli USA verso la ripresa dei test nucleari
- Subject: Gli USA verso la ripresa dei test nucleari
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at href.org>
- Date: Fri, 11 Jan 2002 01:14:14 -0000
- Organization: peacelink
- Priority: normal
Il 9 gennaio 2002 e' stato presentato dal Pentagono il secondo Nuclear Posture Review (il precedente era del 1994), ovvero un rapporto segreto per i membri del Congresso statunitense che delinea la strategia nucleare degli USA nei prossimi anni. Le parti non classificate del rapporto sono state illustrate durante una conferenza stampa del Pentagono, la cui trascrizione e' disponibile su internet: Special Briefing on the Nuclear Posture Review http://www.defenselink.mil/news/Jan2002/t01092002_t0109npr.html Le slides utilizzate per la presentazione sono disponibili qui http://www.defenselink.mil/news/Jan2002/g020109-D-6570C.html Tra le varie novita': 1 La riduzione delle testate nucleari operative a 3800 per il 2007, e a circa 2000 per il 2012 (attenzione che si parla di testate operative, ovvero le testate nucleari non vengono smantellate, ma solo smontate e restano comunque disponibili) 2 La trasformazione dell'apparato bellico statunitense, diminuendo le armi nucleari operative e aumentando quelle convenzionali (soprattutto quelle di profondita') 3 Quattro sottomarini balistici verranno trasformati in convenzionali (missili Tomahawk) e il bombardiere B1 non avra' piu' il ruolo di possibile bombardiere nucleare 4 La realizzazione dello scudo spaziale (National Missile Defence) 5 L'aumento delle forze di Intelligence, Command and Control 6 La possibile ripresa dei test nucleari, ovvero il rifiuto di ratificare il trattato contro i test nucleari CTBT, continuando pero' ad aderire alla moratoria ma preparandosi a "infrangerla" in breve tempo (attualmente il Dipartimento dell'Energia avrebbe bisogno di un paio di anni per riprendere i test, il Pentagono vuole ridurre questo tempo) Segue un articolo del Manifesto a riguardo ciao francesco ----------------------------- Da Il Manifesto, 9 gennaio 2002 Bush rilancia l'atomica Rapporto del governo Usa al Congresso: pronti a nuovi test nucleari MANLIO DINUCCI Gli Stati uniti si riservano la possibilità di riprendere gli esperimenti nucleari sotterranei: tale opzione - affermano a Washington i maggiori esperti di armamenti - è contemplata dalla Nuclear Posture Review, il rapporto presentato ieri al Congresso dall'amministrazione Bush. Secondo la motivazione ufficiale, i test, che potrebbero essere ripresi tra meno di un anno, servirebbero a meglio verificare l'affidabilità delle armi nucleari strategiche (con gittata superiore ai 5.500 km), che il presidente americano propone di ridurre, d'accordo con la Russia, dalle attuali 6.000 a 1.700- 2.100 per parte nel giro di dieci anni. La ripresa degli esperimenti nucleari sotterranei, interrotti nel 1992 con la moratoria decisa da Bush senior, viene così presentata come un passo che deve essere necessariamente fatto per avanzare con sicurezza sulla via del disarmo. Ben diversa la realtà. Anzitutto gli Stati uniti non hanno mai ratificato il Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari, che hanno sottoscritto il 24 settembre 1996 insieme ad altri 163 paesi. La Russia lo ha invece ratificato il 30 giugno 2000, con altri 88 paesi. Il rifiuto statunitense è stato il maggiore ostacolo all'entrata in vigore del trattato, che viene bloccato dal fatto che, per divenire operativo, esso deve essere ratificato da tutti i 44 paesi che, avendo sviluppato programmi nucleari anche nel solo settore civile, possiedono la capacità di fabbricare armi nucleari. Oltre agli Stati uniti non l'hanno ratificato neanche Cina e Israele, mentre India e Pakistan - ora sull'orlo di un'altra guerra - non l'hanno neppure firmato. Si aggiunge a questo il fatto che il presidente Bush si rifiuta di mettere nero su bianco (come ha chiesto il presidente russo Putin) l'impegno a ridurre le testate nucleari strategiche, sostenendo che basta la parola. Per di più pretende di adottare un nuovo metodo di conteggio, che esclude le testate nucleari installate su sottomarini e bombardieri: verrebbe in tal modo escluso dal conto il 70% delle testate strategiche Usa (4.756 su 6.750). Avendo gli Stati uniti 2.000 testate sui missili balistici con base a terra, una riduzione a 1.700-2.200 permetterebbe loro di mantenere inalterato anche questo settore dell'arsenale nucleare. Verrebbe invece penalizzata la Russia, le cui testate nucleari sono installate per il 66% sui missili con base terra: essa dovrebbe ridurle dalle attuali 3.590 a 1.700-2.200. E' inoltre chiaro che gli Usa hanno bisogno di test reali, oltre a quelli simulati con i computer, per sviluppare nuovi tipi di armi nucleari. Tra questi esperimenti "necessari", testate nucleari di precisione a bassa potenza e testate penetranti, destinate a distruggere i bunker dei centri di comando: armi per una guerra nucleare "chirurgica" a cui il Pentagono potrebbe ricorrere, in determinate situazioni, per "decapitare" un paese nemico. Rientra in tale strategia lo "scudo" antimissile a più strati, che gli Usa cercano di realizzare per proteggere le forze in posizioni avanzate e neutralizzare l'eventuale rappresaglia del paese attaccato. Il presidente americano George W. Bush, famoso cacciatore di trattati, si appresta così ad appendere alla parete un altro trofeo: le spoglie del trattato che, stabilendo la messa al bando totale degli esperimenti, avrebbe dovuto impedire l'ulteriore sviluppo delle armi nucleari, passo indispensabile per arrivare alla loro completa eliminazione. La via che invece si apre con la probabile ripresa degli esperimenti nucleari da parte degli Stati uniti porta nel senso opposto, a un rilancio generale della folle corsa agli armamenti nucleari. Naturalmente, in nome della guerra al terrorismo. -------------------------------------- francesco iannuzzelli francesco at href.org associazione peacelink - sez. disarmo http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo ---------------------------------- Non possiamo disperare nell'umanita', dal momento che noi stessi siamo esseri umani (Albert Einstein)
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