Gli USA verso la ripresa dei test nucleari



Il 9 gennaio 2002 e' stato presentato dal Pentagono il secondo 
Nuclear Posture Review (il precedente era del 1994), ovvero un 
rapporto segreto per i membri del Congresso statunitense che 
delinea la strategia nucleare degli USA nei prossimi anni.
Le parti non classificate del rapporto sono state illustrate durante 
una conferenza stampa del Pentagono, la cui trascrizione e' 
disponibile su internet:

Special Briefing on the Nuclear Posture Review
http://www.defenselink.mil/news/Jan2002/t01092002_t0109npr.html

Le slides utilizzate per la presentazione sono disponibili qui
http://www.defenselink.mil/news/Jan2002/g020109-D-6570C.html

Tra le varie novita':

1 La riduzione delle testate nucleari operative a 3800 per il 2007, e 
a circa 2000 per il 2012 (attenzione che si parla di testate 
operative, ovvero le testate nucleari non vengono smantellate, ma 
solo smontate e restano comunque disponibili)

2 La trasformazione dell'apparato bellico statunitense, diminuendo 
le armi nucleari operative e aumentando quelle convenzionali 
(soprattutto quelle di profondita')

3 Quattro sottomarini balistici verranno trasformati in convenzionali 
(missili Tomahawk) e il bombardiere B1 non avra' piu' il ruolo di 
possibile bombardiere nucleare

4 La realizzazione dello scudo spaziale (National Missile Defence)

5 L'aumento delle forze di Intelligence, Command and Control

6 La possibile ripresa dei test nucleari, ovvero il rifiuto di ratificare il 
trattato contro i test nucleari CTBT, continuando pero' ad aderire 
alla moratoria ma preparandosi a "infrangerla" in breve tempo 
(attualmente il Dipartimento dell'Energia avrebbe bisogno di un paio 
di anni per riprendere i test, il Pentagono vuole ridurre questo 
tempo)

Segue un articolo del Manifesto a riguardo

ciao
francesco



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Da Il Manifesto, 9 gennaio 2002

Bush rilancia l'atomica
Rapporto del governo Usa al Congresso: pronti a nuovi test nucleari 
MANLIO DINUCCI 

Gli Stati uniti si riservano la possibilità di riprendere gli esperimenti 
nucleari sotterranei: tale opzione - affermano a Washington i 
maggiori esperti di armamenti - è contemplata dalla Nuclear 
Posture Review, il rapporto presentato ieri al Congresso 
dall'amministrazione Bush. Secondo la motivazione ufficiale, i test, 
che potrebbero essere ripresi tra meno di un anno, servirebbero a 
meglio verificare l'affidabilità delle armi nucleari strategiche (con 
gittata superiore ai 5.500 km), che il presidente americano propone 
di ridurre, d'accordo con la Russia, dalle attuali 6.000 a 1.700-
2.100 per parte nel giro di dieci anni.

La ripresa degli esperimenti nucleari sotterranei, interrotti nel 1992 
con la moratoria decisa da Bush senior, viene così presentata 
come un passo che deve essere necessariamente fatto per 
avanzare con sicurezza sulla via del disarmo.

Ben diversa la realtà. Anzitutto gli Stati uniti non hanno mai 
ratificato il Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti 
nucleari, che hanno sottoscritto il 24 settembre 1996 insieme ad 
altri 163 paesi. La Russia lo ha invece ratificato il 30 giugno 2000, 
con altri 88 paesi. Il rifiuto statunitense è stato il maggiore ostacolo 
all'entrata in vigore del trattato, che viene bloccato dal fatto che, per 
divenire operativo, esso deve essere ratificato da tutti i 44 paesi 
che, avendo sviluppato programmi nucleari anche nel solo settore 
civile, possiedono la capacità di fabbricare armi nucleari.
Oltre agli Stati uniti non l'hanno ratificato neanche Cina e Israele, 
mentre India e Pakistan - ora sull'orlo di un'altra guerra - non 
l'hanno neppure firmato.

Si aggiunge a questo il fatto che il presidente Bush si rifiuta di 
mettere nero su bianco (come ha chiesto il presidente russo Putin) 
l'impegno a ridurre le testate nucleari strategiche, sostenendo che 
basta la parola. Per di più pretende di adottare un nuovo metodo di 
conteggio, che esclude le testate nucleari installate su sottomarini 
e bombardieri: verrebbe in tal modo escluso dal conto il 70% delle 
testate strategiche Usa (4.756 su 6.750). Avendo gli Stati uniti 
2.000 testate sui missili balistici con base a terra, una riduzione a 
1.700-2.200 permetterebbe loro di mantenere inalterato anche 
questo settore dell'arsenale nucleare. Verrebbe invece penalizzata 
la Russia, le cui testate nucleari sono installate per il 66% sui 
missili con base terra: essa dovrebbe ridurle dalle attuali 3.590 a 
1.700-2.200.

E' inoltre chiaro che gli Usa hanno bisogno di test reali, oltre a 
quelli simulati con i computer, per sviluppare nuovi tipi di armi 
nucleari. Tra questi esperimenti "necessari", testate nucleari di 
precisione a bassa potenza e testate penetranti, destinate a 
distruggere i bunker dei centri di comando: armi per una guerra 
nucleare "chirurgica" a cui il Pentagono potrebbe ricorrere, in 
determinate situazioni, per "decapitare" un paese nemico. Rientra 
in tale strategia lo "scudo" antimissile a più strati, che gli Usa 
cercano di realizzare per proteggere le forze in posizioni avanzate e 
neutralizzare l'eventuale rappresaglia del paese attaccato.

Il presidente americano George W. Bush, famoso cacciatore di 
trattati, si appresta così ad appendere alla parete un altro trofeo: le 
spoglie del trattato che, stabilendo la messa al bando totale degli 
esperimenti, avrebbe dovuto impedire l'ulteriore sviluppo delle armi 
nucleari, passo indispensabile per arrivare alla loro completa 
eliminazione. La via che invece si apre con la probabile ripresa 
degli esperimenti nucleari da parte degli Stati uniti porta nel senso 
opposto, a un rilancio generale della folle corsa agli armamenti 
nucleari. Naturalmente, in nome della guerra al terrorismo.

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francesco iannuzzelli   francesco at href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
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Non possiamo disperare nell'umanita',
dal momento che noi stessi siamo esseri umani
(Albert Einstein)