(Fwd) Le armi che useranno



Da "Il Manifesto" - 21/09/2001
Le armi che useranno 
SERGIO FINARDI 

Un'immensa regione, dall'Oceano Indiano, al Golfo Persico, alle 
valli dell'Asia Centrale meridionale sta per essere interessata al 
dislocamento o all'attivazione - che appare di oscurissimo senso, 
dati gli obiettivi presunti - di una forza militare che coinvolge, oltre 
agli Stati uniti, vari altri paesi. Non si tratta solo di marina e 
aviazione, porti ed aeroporti e connessi corridoi di transito, ma di 
eserciti di terra, anche qui sia statunitensi che dei paesi coinvolti. 

Sembrano non lasciare dubbi al proposito, infatti, le dichiarazioni di 
ieri del segretario statunitense all'Esercito, Thomas E. White, 
secondo cui è in atto una mobilitazione di alcune parti dell'apparato 
che comprenderebbero l'intero spettro delle specialità a 
disposizione - quelle con mezzi pesanti, aviotrasportate ed 
operazioni speciali, tra cui i Rangers e i Berretti Verdi di vietnamita 
memoria (tra esercito e marina ci sono circa 20 mila uomini nei 
reparti di operazioni speciali). Inoltre, un gruppo di specialisti nella 
preparazione di ponti aerei dovrebbe essere dislocato nelle aree 
dove la forza aerea potrebbe essere disposta, Arabia Saudita, 
Kuwait, Oman, l'avamposto militare britannico nell'isola di Diego 
Garcia (Oceano Indiano), o nelle città di Kuska (Turkmenistan 
meridionale) e Termez (Uzbekistan), entrambe ai confini dei due 
Paesi con l'Afghanistan. 

E' da ricordare, però, che una tale dislocazione, dalle basi 
statunitensi, all'Atlantico, al Golfo o verso i corridoi aerei concessi 
da Turchia, Georgia, Azerbaigian e, naturalmente, Turkmenistan ed 
Uzbekistan, non può durare meno di una settimana. Ancora 
maggior tempo dura il rafforzamento della già consistente presenza 
navale statunitense e britannica nel golfo e nell'Oceano Indiano, 
costituito dall'invio dalla base di Norfolk in Virginia della portaerei 
Uss Theodore Roosevelt e della sua squadra d'appoggio (due 
sottomarini d'attacco, due incrociatori con missili, due fregate 
antisommergibili, due cacciatorpediniere, per la protezione aerea e 
sottomarina, due altre navi per il rifornimento di munizioni e 
combustibili). La portaerei, che ospita ora un'ottantina di aerei (F-
14, F/A-18 Hornet, S-3B Viking, EA-6B-Prowler, E-2C Hawkeye, 
ES-3B Shadow e SH-60F Seahawk, con specializzazioni che 
vanno dai bombardamenti di precisione, alla sorveglianza, alla 
guerra elettronica, al rifornimento in volo) viaggia ad una velocità di 
circa 55 km/h, ovvero 1320 km al giorno (il percorso va dai 14 ai 
16mila km ovvero circa dieci-undici giorni di navigazione per arrivare 
alle possibili mete).

E' un triste esercizio quello di vedere le forze in campo, necessario 
tuttavia per dare l'idea di cosa sarebbe coinvolto in questa "infinita 
giustizia", incapace di conoscere altro che la sua forza distruttiva.
Le forze statunitensi presenti nel Golfo e nell'Oceano Indiano 
comprendono rispettivamente quelle della Quinta Flotta (14 navi, 
8mila uomini, con a capo la portaerei Uss Enterprise) e della 
Settima Flotta (42 navi e 25mila uomini con a capo la portaerei Uss 
Carl Vinson, con dislocamenti principali nel Pacifico asiatico). 
Entrambe le portaerei, a propulsione nucleare portano 75-80 aerei, 
e hanno cinque navi d'appoggio ciascuna. 

Tra le varie armi, si contano circa 900 uomini di stanza in Bahrein; 
5.190 in Kuwait; 700 in Oman; una trentina in Qatar; 400 negli 
Emirati e circa 5.700 in Arabia Saudita. A Diego Garcia ci sono 
circa 670 uomini, con cinque navi e postazioni elettroniche. Il 
complesso degli aerei arriverebbe - con quelli in arrivo - i 
bombardieri B-1 e B-52, gli KC-10 e 135 tanker, l'E-8C per la 
sorveglianza, gli Awacs (radar), i 130 da trasporto, gli U-2 spia, 
oltre ai caccia F-15, F-16 e F-117 Stealth. A questa forza occorre 
aggiungere quella aerea basata ad Incirlik in Turchia.

La Gran Bretagna mantiene nell'Oceano Indiano una intera squadra 
navale a Diego Garcia e tre navi per il pattugliamento oltre a 
consistenti contingenti di forza aerea in Iraq (Nord), Kuwait, Arabia 
Saudita e Turchia (considerevole è anche la sua presenza a Cipro). 
La Francia mantiene nell'Oceano Indiano (Mayotte, Reunion) una 
squadra navale completa, squadre aeree e di marines.

Le forze afghane organizzate sotto la dirigenza dei taleban 
potrebbero contare sino a 50mila uomini, con equipaggiamento di 
armi leggere, circa 650 veicoli corazzati (la maggior parte carri 
armati da battaglia di origine sovietica); un consistente armamento 
di artiglieria con pezzi sino a 152mm, mortai e lancia missili; una 
forza aerea composta da una decina di caccia bombardieri SU-22, 
indi 5 MIG-21, 40 aerei e 10 elicotteri da trasporto; infine una 
discreta difesa di artiglieria e missilistica antiaerea. 

I maggiori aeroporti militari sono ai confini settentrionali (Heirat, 
Meymanah, Mazar-e-Sharif, Talogan, Bamjan) e naturalmente 
nell'area di Kabul (Bagram, Jalalabad) e del quartier generale 
taleban a Kandahar. In queste stesse localita' - oltre alla base 
settentrionale di Kunduz e a quella di Khost, nei pressi del confine 
con il Pakistan a sud di Jalalabad - si trovano quasi sempre basi 
per le milizie e l'addestramento.

Il Pakistan ha una forza attiva di circa 612 mila uomini (550mila 
nell'esercito, 22mila nella marina e 40mila nella forza aerea). 
L'esercito ha piu' di 2000 carri da battaglia, un considerevole 
equipaggiamento di artiglieria, aerei per il trasporto ed elicotteri da 
attacco. La Marina comprende 10 sottomarini di varie classi, 8 
fregate e varie altre navi da appoggio, antisommerginbile e 
pattugliamento; oltre ad una discreta dotazione aerea ed 
elicotteristica. L'aviazione è dotata di Mirage di vario tipo, di F-16, 
di svariati aerei da trasporto e d'appoggio. Ha una guardia 
nazionale di 185mila uomini, 65mila guardie di frontiera e 25mila 
Rangers.

Il Kazakhstan mantiene 64mila effettivi (esercito e aviazione) e 
34.500 uomini tra forze di sicurezza interna,guardia di frontiera, 
guardie presidenziali e di governo; l'Uzbekistan ha 59mila uomini 
(esercito e aviazione) e circa 20mila uomini tra forze di sicurezza 
interna e guardia nazionale; il Turkmenistan ha circa 17.500 uomini 
tra esercito ed aviazione; il Kirgyzstan ha 9.000 uomini tra esercito 
ed aviazione e 5.000 nella guardia di frontiera; infine il Tajikistan ha 
6.000 uomini nell'esercito e 1.200 nella guardia di frontiera. 

In totale una massa di circa 216 mila uomini, più 8.200 soldati 
russi dislocati in Tajikistan. Gli armamenti dei maggiori paesi 
comprendono sistemi di grande modernità ed efficacia.

E', infine utile ricordare che l'Arabia Saudita vede attivi 125mila 
uomini (75mila nell'esercito, 15.500 nella Marina, 20mila 
nell'aviazione), dotati dei più sofisticati armamenti; gli Emirati ne 
contano 65mila attivi (tra cui 59mila nell'Esercito, 20mila nella 
Marina e 4mila nell'Aviazione); il Kuwait circa 15mila (11mila 
nell'Esercito, 1.800 nella Marina, e 2.500 nell'Aviazione) più 5000 
nella guardia nazionale. L'Iran ha una forza attiva di circa 513mila 
uomini, di cui 325mila nell'Esercito, 18 mila nella Marina, 125mila 
nella Guardia rivoluzionaria, 45mila nell'Aviazione.

Chi ha messo in moto la macchina bellica dovrà tener conto di 
cosa sta sollevando in un'area tra le più armate della Terra, da dieci 
anni la maggiore del mondo per acquisti di armi.


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francesco iannuzzelli   francesco at href.org
associazione peacelink - sez. disarmo
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo
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quando si sogna in due e' la realta' che comincia...
(Ernesto Cardenal)