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20.000 spie sotto i mari
- Subject: 20.000 spie sotto i mari
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at href.org>
- Date: Tue, 29 May 2001 19:29:59 +0100
- Organization: peacelink
- Priority: normal
Spiare si sa e' sempre stata una passione, soprattutto per la National Security Agency (NSA) statunitense, l'agenzia che si occupa di Signal Intelligence, ovvero tutto quello che ha a che vedere con la codifica, l'intercettazione e la decodifica delle trasmissioni di interesse militare e non. Oggigiorno gran parte dell'informazione viaggia in formato digitale attraverso satelliti e cavi ottici, ma mentre i primi possono essere facilmente intercettati, visto che il segnale circola piu' o meno liberamente nello spazio, per i cavi ottici la questione e' un pochino piu' complicata, soprattutto se questi cavi si trovano negli abissi marini. I principali cavi sono infatti adagiati sui fondali degli oceani, messi in opera da multinazionali che poi ne rivendono l'uso a caro prezzo alle compagnie che si occupano di gestire le comunicazioni internazionali. Sono cavi in fibra ottica, tecnologia che assicura la trasmissione a lunghe distanze di una quantita' di dati enorme, e attraverso essi passano gran parte delle telefonate e delle trasmissioni di dati richieste per il funzionamento di internet. Intercettare questo tipo di trasmissioni e' di una difficolta', appunto, abissale, per vari motivi. Innanzitutto occorre non farsi vedere, perche' viene effettuata una costante attivita' di monitoraggio di questi cavi da parte dei loro gestori, per i quali e' un compito primario assicurare la sicurezza dei dati trasmessi. E' quindi necessario svolgere questa operazione in fondo al mare, al riparo da occhi indiscreti (i pesci, e' noto, sono muti). Dopodiche' occorre estrarre il cavo dalla sua protezione e inserire un qualche apparato in grado di intercettare il segnale. E' ben difficile fare questo senza creare una anche minima interruzione nella tramissione, che verrebbe subito individuata e desterebbe l'allarme. Pare pero' secondo voci "indiscrete" che la NSA abbia messo a punto una tecnologia in grado di fare questo senza provocare discontinuita' nella trasmissione del segnale. Ed ecco quindi il progetto: allestire un sottomarino di tutto quello che serve per effettuare queste operazioni di intercettazione e poi mandarlo in giro per gli oceani a installare questi apparati nei principali cavi ottici intercontinentali. E poi ascoltare, decifrare, e raccogliere le informazioni di interesse politico, militare e, perche' no, anche commerciale. Il sottomarino e' il SSN 23 Jimmy Carter, naturalmente a propulsione nucleare, e il progetto e' stato presentato nel 1997 e approvato con notevoli difficolta' nel 1998; le difficolta' erano dovute soprattutto allo scetticismo di molti parlamentari statunitensi sulla fattibilita' di questa operazione. Ma alla fine il cospicuo finanziamento (circa 5.400 miliardi di lire) e' arrivato e si prevede che il sottomarino diventera' operativo nel 2004. In molti sollevano ancora dubbi sulla fattibilita' del progetto e naturalmente i dettagli tecnici sono segretissimi. Restano aperte le questioni su come fara' il Jimmy Carter a lavorare a quelle profondita' e ad assicurare anche la continuita' del segnale. Se pero', come pare, il progetto sta andando avanti, un modo lo avranno pure trovato, anche se si stima che cio' richieda finanziamenti pari a circa altri 5.000 miliardi di lire l'anno. Quello di cui pero' forse la stessa NSA non ha tenuto conto fino in fondo e' il fatto di potersi trovare di fronte a un mole di dati di tale portata da essere praticamente impossibile da analizzare. Lo sviluppo delle trasmissioni attraverso i cavi sottomarini e' stato enorme, ben oltre le previsioni, ed e' prevedibile che prosegua ulteriormente; le stesse compagnie che stendono i cavi hanno previsto la messa in opera di cavi di portata ben superiore nei prossimi anni. In pratica, anche ammesso che la NSA riesca a mettersi "in ascolto", i dati dai quali verrebbe sommersa sarebbero troppi, al punto da rendere impossibile elaborarli e estrarre dell'informazione in tempo utile. E' prevedibile infatti che queste informazioni riservate, di interesse strategico o commerciale, abbiano un senso solo se vengono acquisite in tempi relativamente brevi, ma per far questo la capacita' di calcolo richiesta sarebbe ben superiore a quella disponibile all'intelligence statunitense. E anche se aumentaranno i finanziamenti e la potenza di elaborazione dei megacomputer in possesso alla NSA, la crescita del flusso di informazioni sara' molto probabilmente ben superiore. C'e' quindi la discreta possibilita' che questa volta la NSA col suo sottomarino spia fara' solo un gran bel buco nell'acqua. I pesci, anche se muti, sicuramente se la rideranno. Un po' meno soddisfatti saranno forse i cittadini degli U.S.A., che pagheranno tutto questo in termini di tagli ai servizi sociali, e i cittadini di altri stati del mondo, abituati a subire i malumori della Casa Bianca sotto forma di embarghi, bombardamenti e altre amenita' del genere. ciao francesco Fonte: Wall Street Journal L'articolo e' disponibile solo per gli utenti registrati, pero' e' possibile leggerne una copia su ZDnet http://www.zdnet.com/zdnn/stories/news/0,4586,2764372,00.html francesco iannuzzelli francesco at href.org associazione peacelink - sez. disarmo http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo ---------------------------------- Chi salta e cade nel fuoco deve fare un altro salto (proverbio wolof)
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