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LE ARMI DEGLI STATI UNITI ALL'AFRICA
- Subject: LE ARMI DEGLI STATI UNITI ALL'AFRICA
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Sat, 08 Apr 2000 19:38:53 +0200
From: "Missionari Saveriani" <saverianita at mediatec.it> Subject: dossier FEBBRAIO 2000 (http://www.saveriani.bs.it/Missione%20oggi/attuale/intro Date: Thu, 6 Apr 2000 08:55:27 +0200 LE ARMI DEGLI STATI UNITI ALL'AFRICA (a cura di W. Hartung e B. Moix) LE ARMI DEGLI STATI UNITI ALL'AFRICA Gli Stati Uniti e la militarizzazione dell'Africa Una triste eredità di guerre e di morte Occorrono nuove scelte politiche Il caso Congo: il ruolo destabilizzante degli Stati Uniti Il mercato delle armi in Africa New York. Mentre Richard Holbrooke, ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, si preparava a convocare, per il 24 gennaio, un incontro speciale del Consiglio di sicurezza sul tema della guerra civile nella Repubblica democratica del Congo (RdC), un nuovo rapporto del World Policy Institute alla New School rivelava che gli Stati Uniti hanno fornito armi e addestramento militare a otto dei nove stati coinvolti nella guerra del Congo. L'incontro, al quale hanno partecipato otto capi di stato dei paesi africani coinvolti nella guerra del Congo, fa parte di quello che Holbrooke ha chiamato il "mese dell'Africa" al Consiglio di sicurezza dell'Onu, una serie di discussioni sul modo di risolvere le atroci guerre che hanno fatto del continente africano il continente più violento del mondo, con ben undici conflitti in corso. Il "mese dell'Africa" coincide con la presidenza del Consiglio di sicurezza da parte degli Usa. William D. Hartung, membro dell'Istituto, afferma che "occorrerà più di un mese all'Amministrazione Clinton per avviare la riparazione dei danni provocati da decenni di forniture di armi statunitensi a dittatori e demagoghi africani come Mobutu Sese Seko dello Zaire e Jonas Savimbi, capo dei ribelli angolani. Le armi e l'addestramento militare per un valore di 1,5 miliardi di dollari assicurati all'Africa dagli Stati Uniti durante la Guerra fredda hanno preparato il terreno per l'attuale serie di guerre in corso nel continente e le attrezzature militari fornite dagli Stati Uniti continuano ad essere usate da coloro che le combattono". Il rapporto nota che, negli anni '90, gli Stati Uniti hanno fornito ai paesi africani armi e addestramento militare per un valore di oltre 227 milioni di dollari. Inoltre, le forze speciali americane hanno addestrato i militari di 34 dei 53 paesi africani attraverso il programma di "Addestramento di scambio congiunto programmato" (Joint combined exchange training - Jcet), compresi i soldati impegnati su entrambi i fronti della guerra civile in Congo. Bridget Moix, ricercatrice associata dell'Istituto, nota: "A più di dieci anni dalla fine della Guerra fredda, l'Amministrazione Clinton persiste nella sua politica fallimentare di armare e addestrare le forze militari africane, invece di fare investimenti a lungo termine per uno sviluppo sostenibile e la prevenzione dei conflitti nel continente. Gli Stati Uniti sono i maggiori mercanti mondiali di armi, mentre sono il fanalino di coda fra i paesi industrializzati riguardo alla percentuale di Pil consacrato all'aiuto allo sviluppo (meno di un decimo dell'1%). Finché non cambieranno queste priorità, gli Stati Uniti non avranno alcuna credibilità come promotori della pace in Africa". Assumendo la presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'Amministrazione Clinton aveva dichiarato il mese di gennaio del 2000 "mese dell'Africa". Sperando di smorzare le critiche di coloro che affermano che essa ha promosso solo a parole le relazioni Stati Uniti-Africa negli ultimi due anni senza alcun sostanziale risultato, l'Amministrazione ha detto di voler accordare la priorità alla ricerca di soluzioni per i conflitti armati in atto sul continente, comprese la guerra civile che si trascina da trent'anni in Angola e l'attuale crisi nell'RdC. Essa non ha comunque ammesso le proprie responsabilità, riconoscendo di aver contribuito a creare le condizioni che hanno portato a questi conflitti apparentemente insolubili. Negli ultimi anni l'Amministrazione si è sforzata di dare un volto nuovo alle sue relazioni con i paesi africani. Le visite ad alto livello - prima da parte del segretario di stato, Madeleine Albright, poi dello stesso presidente Clinton, nella primavera del 1998, e dell'ambasciatore degli Stati Uniti all'Onu, Richard Holbrooke, lo scorso dicembre - hanno rafforzato l'idea di un nuovo partenariato con il continente, basato sulla ricerca di "soluzioni africane a problemi africani". Ma la realtà è ben diversa: i problemi che devono affrontare l'Africa e gli africani - conflitti, instabilità politica, tasso di crescita economica più basso del mondo - sono stati alimentati in parte dal coinvolgimento degli Stati Uniti nel continente. Inoltre, le soluzioni proposte dall'Amministrazione Clinton continuano a basarsi su quelle politiche controproducenti della Guerra fredda che hanno caratterizzato per troppo tempo le relazioni fra gli Stati Uniti e l'Africa. Purtroppo, la guerra in atto nell'RdC costituisce un chiaro esempio di come le politiche degli Stati Uniti, passate e presenti, abbiano danneggiato i popoli africani. Dopo oltre due anni di una guerra devastante, i capi africani stanno cercando, con scarso successo, di attuare l'accordo di pace di Lusaka. I firmatari dell'accordo continuano ad appellarsi al sostegno pacificatore degli Stati Uniti, pur preparandosi a proseguire i combattimenti. E anche se sono state provate le loro pesanti responsabilità, gli Usa fanno ben poco per aiutare a trovare una soluzione possibile. Le visite ufficiali al continente e l'impressionante retorica non bastano a garantire una pace duratura, la stabilità democratica e lo sviluppo economico in Africa. ARMS TRADE RESOURCE CENTER WORLD POLICY INSTITUTE, New York
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