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europa militarizzata
- Subject: europa militarizzata
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at dialogo.org>
- Date: Mon, 28 Feb 2000 04:42:59 +0100
- Organization: centro delle culture
- Priority: normal
Si e' svolto il 21-22 febbraio un convegno organizzato da Alleanza Nazionale su "Identita' europea di difesa", al quale hanno partecipato in molti tra politici, militari e industriali non solo italiani. Sono emerse posizioni omogenee, al di la' della connotazione politica, che hanno indicato chiaramente come fosse obiettivo comune da parti dei partecipanti al convegno (per l'appunto, politici, militari e industriali) interpretare l'unificazione europea in termini di crescente militarizzazione. Sembra quindi profilarsi un nuovo folle sogno che anima le menti perverse di questi guerrafondai, ovvero un'unione europea militarmente potente ed autonoma, in grade di agire dove e come vuole, e soprattutto in grado di prodursi da sola gli armamenti necessari. Cio' richiede un notevole sforzo di coordinamento tra gli stati membri dell'unione, ma l'omogeneità apparsa dalle dichiarazioni dei politici e i recenti accordi di Helsinki sono il chiaro segnale che in questo ambito sembrano tutti d'accordo, e d'altronde gli interessi economici in gioco sono notevoli. Non c'e' da stupirsi quindi di fronte a certe dichiarazioni, come quelle del generale Ramponi che ha reclamato un doveroso incremento nelle spese militari (almeno del 50%) o quelle del senatore Nieddu (DS), rappresentante della commissione difesa, che ha sottolineato l'importanza dell'industria militare e si e' lanciato in deliranti interpretazioni del diritto internazionale e degli interventi militari in paesi esteri. Nella conferenza non poteva mancare il lato produttivo, con la partecipazione dei rappresentanti dell'industria bellica europea ed italiana (Finmeccanica, Aermacchi, Fincantieri) che hanno lamentato eccessivi vincoli nelle esportazioni di materiale bellico. Guardando oltre il convegno di An, e' possibile individuare una tendenza precisa, che si sta gia' realizzando e organizzando strutturalmente a livello politico e industriale. Gia' qualche tempo fa e' stato definito il PESC (dicastero europeo per la politica estera e la sicurezza) affidato, guarda caso, a Solana, ex segretario della Nato, con il compito di svolgere da coordinamento per le politiche militari europee. Ad Helsinki e' stato tracciato anche un preciso calendario, ovvero che entro il 2003 sia in funzione la forza europea di intervento rapido, composta da 60 mila uomini, 700 aerei dei quali circa 400 da combattimento, ed un supporto navale. Parallelamente le industrie belliche hanno cominciato ad accorparsi a livello europeo, si e' costituito l'EADS (European Aeronautic Defense and Space Company) che unisce la tedesca DASA, la francese Aerospatiale Matra e la spagnola Casa. Nel 97 e' partito il consorzio per la costruzione dell'Eurofighter (il cacciabombardiere europeo, al quale l'Italia contribuisce con 16.000 mld di denaro pubblico), mentre l'Occar (Organisme Conjointe de Co-operation en matiere d'Armament) fondato nel 96 ma reso effettivo nel 98 con il trattato firmato da Andreatta, unisce quattro stati (Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna) per il coordinamento della produzione e della standardizzazione degli armamenti. Ci vogliono anche dei satelliti, ed ecco il progetto Helios, il satellite di osservazione militare costruito da Italia e Spagna il cui futuro sviluppo (Helios2) coinvolge altri stati europei e prevede il lancio di due satelliti militari nel 2003. Di fronte a questo scenario europeo di crescente correlazione tra poteri economici, politici e militari, appare evidente che anche chi lotta contro quest'ottica aberrante e per la costruzione di una societa' umana e nonviolenta, debba coordinare le proprie azioni e i propri canali informativi a livello europeo. ciao francesco ------------------ francesco iannuzzelli francesco at href.org L'uguaglianza non e' piacevole, ma la superiorita' e' ancora piu' dolorosa (proverbio serere)
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