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Cooperazione militare tra Italia e Russia
- Subject: Cooperazione militare tra Italia e Russia
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at dialogo.org>
- Date: Fri, 24 Dec 1999 17:02:52 +0100
- Organization: centro delle culture
- Priority: normal
(dal manifesto 23/12/99) Cecenia E intanto la cooperazione militare tra Italia e Russia va a gonfie vele Il parlamento italiano ratifica (leggi n. 398 e n. 397) l'accordo per l'assistenza e le forniture industriali (Luciano Bertozzi) L' Italia ha ratificato, con le leggi n. 398 e n. 397 pubblicate recentemente nella Gazzetta Ufficiale, l'accordo di cooperazione militare con la Russia e quello relativo all'industria per la difesa di Mosca, entrambi firmati a Roma nel novembre 1996. La Camera dei Deputati ha approvato i provvedimenti proprio mentre erano in corso i bombardamenti con cui la Russia ha devastato la Cecenia, che hanno causato molte vittime e decine di migliaia di profughi. Gli accordi sono di notevole valenza politica, in quanto sono i primi del genere stipulati fra Paesi che al tempo della guerra fredda erano nemici. Ma cosa prevedono, sia pure in sintesi i predetti accordi? Il primo dispone la collaborazione militare mediante la partecipazione ad eventuali azioni congiunte per il mantenimento della pace (Onu, ecc.); lo scambio di visite di unita' navali ed aeree, di istituti di formazione, esercitazioni ed addestramenti navali congiunti; consultazioni ed incontri di lavoro fra i rispettivi quadri dirigenti. L'intesa riguarda anche il controllo degli armamenti. Il secondo accordo prevede il sostegno alle iniziative che promuovono la collaborazione nel campo della ricerca scientifica, la modernizzazione degli armamenti dei due Paesi. In tale contesto e' previsto lo sviluppo dell'aereo da addestramento Yak 130 da parte dell'italiana Aermacchi. In tal modo saranno aperti nuovi orizzonti alla nostra industria militare, visto che le si apriranno le porte dei paesi dell'ex Urss. Addirittura per lo Yak 130 sono state formulate stime secondo cui il suo mercato potenziale sarebbe di 400 velivoli nei primi 15 anni e di altri 200 nei successivi 15 anni. Inoltre la commercializzazione dei predetti aerei sara' presumibilmente demandata, per l'area gia' Unione Sovietica, alle societa' russe. Cosi' sara' ulteriormente vanificata ogni azione di controllo e limitazione delle esportazioni belliche italiane. Purtroppo il Parlamento non ha sospeso l'esame dei predetti disegni di legge e non ne ha subordinato l'approvazione alla condizione di porre termine al conflitto attualmente in corso nella regione caucasica. Ne' tantomeno e' stato introdotto il vincolo del rispetto dei diritti umani, che al Cremlino non hanno certamente la priorita' fra i problemi da affrontare. Infatti, oltre alle atrocita' del la guerra in Cecenia , secondo le denunce di Amnesty International "ci sono continue segnalazioni della pratica diffusa della tortura ai danni di detenuti - afferma il rapporto annuale 1998 dell'Associazione - da parte di agenti delle forze dell'ordine pubblico. Le condizioni nei penitenziari e nei centri di detenzione cautelare hanno continuato a costituire un trattamento crudele, inumano e degradante. Il Procuratore Generale ha espresso preoccupazione per il grave sovraffollamento e ha rivelato che nel 1996 circa 2.000 persone sono morte in carcere di tubercolosi, un tasso di mortalita' di dieci volte superiore a quello riscontrato nella popolazione in generale per la stessa causa". Inoltre Amnesty registra quasi 900 persone nel braccio della morte e denuncia che ai rifugiati non viene garantita una protezione adeguata. D'altra parte non c'e' da stupirsi, non e' la prima volta che il nostro parlamento ratifica accordi di cooperazione militare con paesi considerati "a rischio" dalle organizzazioni che si battono per le liberta' fondamentali senza porre alcuna condizione. Con la legge 48 del 1998 e' stato approvato quello relativo all'Arabia Saudita, nel 1996 quello con l'Argentina, proprio con quelle Forze armate responsabili di inenarrabili atrocita'. Di fronte alle innumerevoli stragi in Cecenia e' necessario che governo e parlamento tentino di recuperare il tempo perduto, affrontando le gravissime responsabilita' della Russia, ad esempio congelando ogni forma di aiuto militare a Mosca.
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