[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
le armi leggere e la legge 185/90
- Subject: le armi leggere e la legge 185/90
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Tue, 14 Dec 1999 16:31:01 +0100
>From: "achille lodovisi" <achille56 at iol.it> > >A proposito della relazione annuale sulla legge 185/90 concernente alle >esportazioni, importazioni e transito di materiali d'armamento. > >Conosco benissimo i due ricercatori in questione ed è dal lontano 1990 che >mi occupo della relazione annualmente presentata. Orbene, ad onor del vero, >sono molte le relazioni, tra quelle presentate al Parlamento nel periodo >1990-98, che presentano errori contabili, magari successivamente corretti >anche ufficialmente. Tuttavia la questione fondamentale non è quella degli >errori contabili; cari amici dei movimenti pacifisti in tutti questi anni i >vari esecutivi che si sono alternati alla guida del paese - nessuno >escluso - hanno di fatto ignorato, fatto finta di ignorare o agevolato ciò >che avveniva nel corso dell'iter applicativo della legge. Mediante una serie >di circolari emanate da diversi organismi ministeriali o interministeriali >il disposto della norma è stato aggirato. Non voglio tediarvi con >riferimenti di tipo burocratico e legale vi basti sapere, ad esempio, che >uno dei risultati dell'operazione di 'svuotamento' della legge è stato >quello di escludere di fatto le piccole armi dal regime di autorizzazione >alle esportazioni e quindi dal controllo politico del Parlamento. In Italia >hanno sede industrie tra le più importanti a livello europeo e mondiale nel >settore della produzione di pistole, pistole mitragliatrici, fucili, >munizioni di piccolo calibro etc; tutte armi con le quali si combattono oggi >gran parte dei conflitti interni agli stati. Prossimamente si sta preparando >la 'liberalizzazione' delle transazioni per quel che concerne i programmi di >coproduzione dei sistemi d'arma, una fetta davvero consistente delle >produzione e del commercio d'armamenti dell'Italia. Del resto, a parte pochi >lodevoli casi, i nostri parlamentari - primi destinatari delle relazioni >presentate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - non si sono certo >molto preoccupati di verificare concretamente e criticamente il contenuto >delle relazioni. Poco è stato detto, o chiesto al governo, anche per quel >che riguarda le esportazioni di materiali militari e le prestazioni di >servizi da parte del Ministero della Difesa a quei paesi nei quali sono in >corso conflitti di vario genere o dove si violano sistematicamente i diritti >umani. Si parla giustamente di Cina e Turchia ma nella lunga lista dobbiamo >inserire anche l'Algeria, il Congo, l'Eritrea, l'Indonesia, il Pakistan, >l'India, il Perù e l'Ecuador ecc. Non solo: a partire dal 1990 >progressivamente, di anno in anno, la relazione ha presentato le >informazioni sulle transazioni in maniera sempre più inintelliggibile o, per >meglio dire, con una serie di presentazioni sinottiche che di fatto non >consentono di individuare - per ciascuna autorizzazione all'esportazione >rilasciata - la società esportatrice ed il paese di destinazione. Tutti i >dati vengono resi pubblici in forma aggregata. Voi tutti capite come sia >importante sapere, per ciascun paese, quali siano le tipologie di armi >italiane esportate. Non posso fare a meno di rammaricarmi per la poca >attenzione che il movimento pacifista ha riservato in questi anni >all'applicazione concreta della legge, una delle più avanzate a livello >europeo, voluta proprio dai movimenti per la pace. Ovviamente la lobby delle >industrie a produzione militare non è stata con le mani in mano mentre noi >un poco si 'dormiva'. Sarebbe giunto quindi il momento di costruire un >movimento d'opinione vasto e diffuso capillarmente, capace di esercitare >quel controllo e quella verifica autenticamente democratica che i nostri >'distratti' parlementari non sono riusciti a garantire in questi anni. >Perchè non chiedere sistematicamente conto, nei collegi elettorali, nelle >sedi di partito di quanto non è stato fatto e di quello che si dovrebbe >fare? Perchè non difendere concretamente un principio sacrostanto: le >esportazioni di armamenti e di servizi di tipo militare non rappresentano un >argomento 'tabù', di esclusiva competenza dei servizi d'informazione, dei >vertici politici, militari ed istituzionali, bensì un aspetto molto >importante e delicato della politica estera del paese. Ogni cittadino ha il >diritto di essere informato sulle scelte di politica estera operate dai >governi e dai loro funzionari. Ciò sarebbe oltremodo necessario visto che da >più parti, incluso l'esecutivo, si sta parlando di rivedere la legge. > >un abbraccio >achille lodovisi --------------------------------------------------------------- Alessandro Marescotti c/o PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto (Italy) http://www.peacelink.it --------------------------------------------------------------- Ipertesto per una cultura della pace: http://www.peacelink.it/pace2000 PeaceLink Database (file in formato DBIII con le schede di 580 associazioni) http://www.peacelink.it/database/
- Prev by Date: Follia Militare: armi e radiazioni nucleari, morte di due soldati sardi
- Next by Date: (Fwd) imbrogli di guerra
- Previous by thread: Follia Militare: armi e radiazioni nucleari, morte di due soldati sardi
- Next by thread: (Fwd) imbrogli di guerra
- Indice: