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(Fwd) (Fwd) "Imbrogli di guerra": Abstracts
- Subject: (Fwd) (Fwd) "Imbrogli di guerra": Abstracts
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco at dialogo.org>
- Date: Sat, 4 Dec 1999 20:57:12 +0100
- Organization: centro delle culture
- Priority: normal
Imbrogli di guerra, pubblicato dalla Odradek Edizioni SRL (1999), sara' in libreria per i primi di dicembre. Per maggiori informazioni: http://www.iac.rm.cnr.it/~marco/SP/libro/ Scienziate e scienziati contro la guerra scienzaepace at iac.rm.cnr.it seguono degi abstracts dal libro > > IMBROGLI DI GUERRA > > Scienziate e scienziati contro la guerra > > > Contributi al Seminario sulla guerra nei Balcani > > Istituto per le Applicazioni del Calcolo - Consiglio Nazionale delle > Ricerche > > Roma, 21 giugno 1999 > > > A cura di Franco Marenco > > ___________________________________________________ _________ > > Indice > > 1. Prefazione > 2. Introduzione > 3. Alberto Di Fazio, Le connessioni fra la guerra dei Balcani e la > crisi energetica prossima ventura > 4. Vito Francesco Polcaro, L'imbroglio dell'intervento chirurgico > 5. Silvana Salerno, Effetti aspecifici della guerra sulla salute > umana > 6. Lucio Triolo et al., Gli effetti dell'inquinamento chimico, > causato dai bombardamenti, sull'ambiente e sulla salute umana in > Serbia e nel Kosovo > 7. Nicola Pacilio e Carlo Pona, Uranio impoverito > 8. Angelo Baracca, Una svolta epocale e un'ipoteca sul futuro > 9. Raniero La Valle et al., Appello per la ricostruzione del diritto > e della democrazia internazionale dopo la guerra > 10. Fulvio Grimaldi, Il ruolo dell'informazione > 11. Antonino Drago, Il ruolo degli scientifici nell'interposizione > nonviolenta contro l'ultima superpotenza > 12. Elisabetta Donini, Scienza, genere e guerra > 13. Michele Emmer, La matematica della guerra > 14. Andrea Martocchia, Scienza e guerra "fin de siecle" > > ___________________________________________________ _________ > * ABSTRACTS * > ___________________________________________________ _________ > > Le connessioni fra la guerra dei Balcani e la crisi energetica > prossima ventura > > Alberto Di Fazio > > > RIASSUNTO > > Una serie di crisi ambientali globali in atto e in arrivo > interagisce con l'uso di combustibili fossili (che sono > usati per generare il 95 per cento dell'attuale fabbisogno di > energia). Sono in atto aspre negoziazioni nelle rispettive > Conferenze delle Parti, sotto le rispettive Convenzioni, > presso le Nazioni Unite. Tali negoziazioni avvengono con > a latere un grande processo scientifico internazionale, > coordinato dall'ICSU per parte accademica, e da diverse Agenzie > ed Organizzazioni da parte delle UN. L'IEA e una serie di > istituti specializzati (come la Petroconsultants di Ginevra) > prevedono il raggiungimento del PICCO DEL TASSO DI ESTRAZIONE > di petrolio e gas naturale nell'intervallo 2005-2013 (e piu' > probabilmente prima del 2010). Ciononostante, NON e' stata > firmata ancora alcuna Convenzione Quadro sull'argomento, e > di conseguenza non e' in corso alcuna negoziazione ufficiale > sul tema, anche se il G8, il Consiglio di Sicurezza e altri > organismi, come il G77/China e la EU ne discutono ormai in ogni > seduta. Visto il trattato di Kyoto e le necessarie estensioni > per stabilizzare il sistema climatico, con il contenzioso > sugli share di energia per l' ``Occidente'' e per quello che > si puo' chiamare il blocco orientale (Cina, Russia e India), e > vista la collocazione dei paesi islamici, nonche' il resto dei > paesi OPEC, si delinea un imminente scontro per il dominio, la > gestione e l'utilizzo delle rimanenti risorse energetiche. In > questo quadro i Balcani giocano un ruolo essenziale, sia > indipendentemente che in connessione al ruolo del Medio Oriente. > > ___________________________________________________ _________ > > L'imbroglio dell'intervento chirurgico > > Vito Francesco Polcaro > > ___________________________________________________ _________ > > Effetti aspecifici della guerra sulla salute umana > > Silvana Salerno > > > RIASSUNTO > > La SALUTE FISICA delle popolazioni e' messa a repentaglio > dall'uso di armi, dai bombardamenti e dagli effetti fisici > (radiazioni ecc.) e chimici diretti (uso di armi chimiche e uso > di bombe con uranio impoverito) ma anche dai rischi ambientali > legati alla liberazione di sostanze tossiche e nocive (v. VCM, > derivati del petrolio, solventi, diossine, ecc.). Rischi > per la salute fisica possono nascere anche dall'inquinamento > delle fonti idriche o dalla scarsita' di acqua a causa dei > disastri ambientali con possibile incremento di incidenza di > malattie infettive (es. tifo, paratifo, colera, ecc.) a causa > anche dell'uso di latrine non necessariamente protette. La > promiscuita' ambientale (esempio il sovraffollamento nel > caso dei profughi) causa ulteriori rischi per le malattie > infettive trasmissibili per via aerea (es. broncopolmoniti, > tubercolosi). I rischi per la salute fisica nascono anche dalla > carenza alimentare che e' legata ad approvvigionamenti limitati > e non integrati rispetto al fabbisogno proteico e vitaminico. > > RISCHI INDIRETTI sulla salute fisica nascono dalle mancate > terapie in caso di patologie generali non direttamente causate > dalla guerra ma che in guerra non possono essere adeguatamente > curate (ad esempio non potersi sottoporre a dialisi, non avere > l'antibiotico, non avere ambienti sterili, non avere medici > in grado di fare diagnosi, ecc.). Tra i rischi per la salute > fisica possiamo collocare anche quelli legati agli effetti > sulla salute riproduttiva quali amenorree (War amenorrhea, > JAMA, 1944), aborti "spontanei", parti prematuri, effetti sul > concepito per esposizioni ambientali, mortalita' per parto delle > donne e morte alla nascita dei bambini per sofferenza. Anche in > questo caso esistono gli effetti indiretti legati alla mancanza > di assistenza medica, di medicinali, di terapie intensive per > prematuri, ecc. > > La SALUTE MENTALE e' a forte rischio per gli effetti > dello stress con ansie, paure, depressioni (la guerra > puo' "slatentizzare" disagi mentali contenuti nella > comunita'). L'ansia determina malattie correlate con lo stress > tra queste e' certo un incremento della patologia cardio- > vascolare (es. infarti, ictus, ecc.). > > Nello studio sul disastro di Seveso si e' evidenziato > un incremento statisticamente significativo di morti per > malattie cardio-vascolari tra coloro che furono costretti > ad abbandonare la casa poiche' residenti nelle aree A e B > (Bertazzi et al., 1995). Questa e' stata la prima causa di > morte per quella popolazione e quindi non la diossina ma lo > stress legato all'improvviso cambio di contesto ha generato > piu' morti. Questo aspetto e' talmente importante che nei > disastri ambientali viene ormai considerato fondamentale > (v. terremoto in Umbria) l'intervento di tecnici capaci di > sostenere moralmente le popolazioni danneggiate attraverso > una ridefinizione della propria immagine e del nuovo contesto. > > La SALUTE SOCIALE e' ugualmente a forte rischio per le > perdite relazionali (amici, parenti, familiari diretti) anche > quelle legate al lavoro (anche con la diminuzione del reddito > pro-capite). Anche per la salute sociale si determinano malattie > correlate con lo stress che determinano ansia, depressione, ecc. > > ___________________________________________________ _________ > > Gli effetti dell'inquinamento chimico, causato dai bombardamenti, > sull'ambiente e sulla salute umana in Serbia e nel Kosovo > > Lucio Triolo, Vincenzo Caffarelli, Pietro Cagnetti, Giovanni > Grandoni, Antonella Signorini, Willy Bocola, e Valerio Gennaro > > ___________________________________________________ _________ > > Uranio impoverito > > Nicola Pacilio e Carlo Pona > > ___________________________________________________ _________ > > Una svolta epocale e un'ipoteca sul futuro > > Angelo Baracca > > > RIASSUNTO > > L'intervento della NATO nei Balcani segna un punto di svolta > nelle relazioni mondiali: nel mondo post-Guerra Fredda, il > paese piu' forte si arroga il diritto di intervenire ovunque > per imporre o difendere i propri interessi. > > La natura della guerra sta cambiando profondamente. Le armi > convenzionali ad alta tecnologia vengono utilizzate per colpire > obiettivi strategici. Ma quando si colpiscono le strutture > produttive di un paese che utilizza tecnologie moderne, gli > effetti divengono simili a quelli delle armi di distruzione > di massa. Questo e' avvenuto nei bombardamenti degli impianti > chimici della Serbia (Pancevo, ecc.), dove si sono liberati > nell'ambiente quantitativi grandi e imprecisati di sostanze > altamente tossiche, cancerogene e mutagene. > > Questi tipi di interventi e lo sviluppo esasperato di armi > ad alta tecnologia da parte degli U.S.A. stanno aumentando > i rischi di proliferazione e di ricorso effettivo alle armi > nucleari e di distruzione di massa. Il sistema militare russo > si sta deteriorando rapidamente. Ne' la Russia, ne' la Cina, > ne' nessun altro paese puo' competere tecnologicamente con > gli U.S.A.: il riarmo americano e' percepito come una minaccia > concreta e crescente alla loro sicurezza. In questa situazione > il ricorso alle armi nucleari e di distruzione di massa e' > visto come l'unica risorsa: il rischio del loro uso effettivo e' > piu' alto che mai. > > ___________________________________________________ _________ > > Appello per la ricostruzione del diritto e della democrazia > internazionale dopo la guerra > > Raniero La Valle e altri > > ___________________________________________________ _________ > > Il ruolo dell'informazione > > Fulvio Grimaldi > > ___________________________________________________ _________ > > Il ruolo degli scientifici nell'interposizione nonviolenta > contro l'ultima superpotenza > > Antonino Drago > > > RIASSUNTO > > Oggi una gran parte della ricerca scientifica nel > mondo e' dedicata allo sviluppo di ulteriori armi. Dopo > l'invenzione della bomba nucleare, alcuni scienziati > (appello Einstein-Russell) hanno formato un'associazione per > diffondere la responabilita' sociale degli scientifici per > le proprie scoperte scientifiche (Pugwash). Successivamente > sono sorte altre associazioni di tipo analogo. In Italia ci > sono due associazioni, la sezione italiana del Pugwash e > l'Unione degli Scienziati Per Il Disarmo (USPID). Ambedue > sono criticabili per il loro atteggiamento elitario. C'e' > spazio per una associazione di scientifici che accetti una > committenza (ideale) dal movimento per la pace italiano e > mondiale. Si elencano i compiti che potrebbe svolgere questa > associazione. Tutti questi la qualificherebbero come una > interposizione nonviolenta tra l'umanita' e gli Stati nucleari > che dominano la politica mondiale. Il suo scopo sarebbe quello > di delegittimare le armi di distruzione di massa. Si danno > ragioni per indicare come primo passo quello di abolire il > ruolo di superpotenza che gli USA esercitano grazie al loro > arsenale di armi di distruzione di massa, il piu' efficiente > del mondo. In alternativa si suggerisce una gestione mondiale > affidata ad un ONU rinnovato nelle sue strutture. > > ___________________________________________________ _________ > > Scienza, genere e guerra > > Elisabetta Donini > > > RIASSUNTO > > Molte analisi critiche degli anni recenti hanno indagato i > nessi tra scienza e guerra da un punto di vista di genere nella > duplice ottica del discutere da un lato come protagonisti di > entrambe le imprese siano stati (e tuttora siano) soprattutto > uomini e dall'altro come in entrambe prevalgano modi di agire > e orientamenti conoscitivi improntati a caratteristiche che > nella storia moderna dell'Occidente sono state legate alle > specificita' del maschile. > > Se sul lunghissimo periodo si possono riscontrare persistenze > significative su ambedue i piani, a partire da quei racconti > delle origini che pretendono di esaltare nella clava o in > altri strumenti di offesa gli esordi del cammino di un "homo" > insieme "sapiens" e "faber" verso la padronanza tecnica sul > mondo, rispetto alle peculiarita' dei nostri giorni puo' > essere interessante discutere soprattutto di come scienza > e guerra sono attualmente concepite e condotte all'interno > di un universo mentale e pratico che e' al tempo stesso > ipertecnologico nel suo impianto strutturale e proiettato invece > nella smaterializzazione virtuale al livello dell'immaginario > e delle percezioni culturali diffuse. > > In particolare, le questioni che verranno toccate riguarderanno: > > - il rapporto tra la razionalita' scientifica (e connessi > requisiti di oggettivita' e univocita' ascritti alle scienze) > e le catene deduttive con cui la guerra del Golfo prima e > oggi i bombardamenti della NATO sono stati legittimati come > soluzione "necessaria" e quindi "giusta", trascorrendo dai > giudizi di fatto ai giudizi di valore in forza di un criterio > strettamente affine a quello che ha presieduto all'invenzione > moderna della nozione scientifica di "legge"; > > - l' "ossessione di morte" (come spesso e' stata chiamata) > inscritta nel codice genetico di un sapere scientifico che sin > da Bacone ha perseguito la dissezione dei fenomeni nella loro > complessita' e ha mirato alla sostituzione dell'artificiale > al naturale, attribuendo al maschile la capacita' di agire > e produrre confinando il femminile nella passivita' di una > natura ridotta a oggetto; > > - il coinvolgimento diretto degli scienziati nello sviluppo > delle tecniche di guerra, non solo perche' spesso a questo > sono stati sollecitati dalle varie "committenze" (dallo > sviluppo della balistica al piu' recente progetto Manhattan), > ma per il fascino esercitato dal riuscire a realizzare armi > di sempre maggiore potenza: brani di varie fonti, in vari > contesti, ne possono dare una documentazione impressionante, > mettendo in risalto anche di quanto maschilismo siano intrisi > tali atteggiamenti; > > - il rapporto tra mezzi e fini e l'ottica dell'efficacia che > informano il processo contemporaneo di professionalizzazione > tanto delle attivita' militari quanto di quelle scientifiche, > con esiti di deresponsabilizzazione dei singoli. > > ___________________________________________________ _________ > > La matematica della guerra > > Michele Emmer > > > RIASSUNTO > > "Matematica Etica Pace" e' il titolo di un numero speciale della > rivista ZDM (Zentralblatt fur Didaktik der Mathematik, 98/3) > a cura di Ubiratan D'Ambrosio, dell'Universita' di Sao Paolo e > di Marianne Marme' dell' Universita' di Karlsruhe. Anche io ho > collaborato a questo numero speciale che e' stato pubblicato > nella seconda meta' del 1998. Nell'articolo parlavo della > guerra del Golfo (avevo scritto un articolo su l'Unita' > all'epoca) e dell'iniziativa del gruppo Abele di Torino che > aveva realizzato un libretto per le scuole su "La Matematica > della Guerra". Non avrei mai pensato che molte delle cose > contenute nel numero speciale sarebbero divenute di stretta > attualita' pochi mesi dopo. > > Ho aggiornato le mie riflessioni sul ruolo dell'informazione. > Sul perche' e' stato cosi' difficile coinvolgere scienziati, > artisti, studenti in una discussione sul nostro ruolo di > educatori. Si e' parlato tanto di complessita'; davanti a un > problema realmente complesso nessuno aveva nulla da dire. > > ___________________________________________________ _________ > > Scienza e guerra 'fin de siecle' > > Andrea Martocchia > > > RIASSUNTO > > Nei paesi a capitalismo avanzato la divisione del lavoro > intellettuale, nel quale pure e' impiegata una parte > maggioritaria e sempre crescente di forza-lavoro, e' > diventata labile e confusa. Questo fatto e' dovuto alla rapida > trasformazione socio-economica in atto; d'altro canto, e' > esso stesso causa di una gravissiva crisi culturale e di una > atmosfera "decadente". Al contempo, chi detiene il potere usa in > maniera sempre piu' spregiudicata l'arma della disinformazione > per orientare l'opinione pubblica su tutte le questioni > cruciali. Questa societa', nella quale la trasmissione delle > conoscenze e' cosi' malata, puo' essere definita semplicemente > "societa' della propaganda". > > In questo contributo si vogliono fornire una serie di elementi > di fatto per dimostrare le tesi di cui sopra. Si citano casi > concreti relativi alla guerra civile jugoslava, ma non solo, > di giornalisti che non ricercano ne' tantomeno verificano le > informazioni, storici che non raccontano la storia, slavisti > che inventano lingue secondo l'opportunita' politica, sociologi > e filosofi che usano a casaccio le parole degli scienziati, > tuttologi che teorizzano inesistenti differenze etniche, e > chi dovrebbe far notare tutto questo tace. Una enorme schiera, > insomma, di "impostori intellettuali", parafrasando il titolo > di una importante opera qui citata. > > Questa situazione ha, logicamente, reso possibile una guerra > di aggressione per scatenare la quale le classi dirigenti > hanno violato tutte le norme legali in materia violabili, > sia nazionali che internazionali, mentre, oltre agli > ambienti intellettuali ed universitari, pure le organizzazioni > tradizionali della sinistra si sono ridotte a svolgere un ruolo > "di servizio". > > ___________________________________________________ _________
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