(Fwd) (Fwd) "Imbrogli di guerra": Abstracts



Imbrogli di guerra, pubblicato dalla Odradek Edizioni SRL  (1999),
sara' in libreria per i primi di dicembre.  Per maggiori
informazioni:  http://www.iac.rm.cnr.it/~marco/SP/libro/ 
Scienziate e scienziati contro la guerra scienzaepace at iac.rm.cnr.it  

seguono degi abstracts dal libro


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>                           IMBROGLI DI GUERRA  
>  
>                Scienziate e scienziati contro la guerra  
>  
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>            Contributi al Seminario sulla guerra nei Balcani  
>  
>  Istituto per le Applicazioni del Calcolo - Consiglio Nazionale  
delle  
>                                Ricerche  
>  
>                          Roma, 21 giugno 1999  
>  
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>                        A cura di Franco Marenco  
>  
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> Indice  
>  
>  1. Prefazione  
>  2. Introduzione  
>  3. Alberto Di Fazio, Le connessioni fra la guerra dei Balcani e la  
>     crisi energetica prossima ventura  
>  4. Vito Francesco Polcaro, L'imbroglio dell'intervento chirurgico  
>  5. Silvana Salerno, Effetti aspecifici della guerra sulla salute  
>     umana  
>  6. Lucio Triolo et al., Gli effetti dell'inquinamento chimico,  
>     causato dai bombardamenti, sull'ambiente e sulla salute  
umana in  
>     Serbia e nel Kosovo  
>  7. Nicola Pacilio e Carlo Pona, Uranio impoverito  
>  8. Angelo Baracca, Una svolta epocale e un'ipoteca sul futuro  
>  9. Raniero La Valle et al., Appello per la ricostruzione del diritto  
>     e della democrazia internazionale dopo la guerra  
> 10. Fulvio Grimaldi, Il ruolo dell'informazione  
> 11. Antonino Drago, Il ruolo degli scientifici nell'interposizione  
>     nonviolenta contro l'ultima superpotenza  
> 12. Elisabetta Donini, Scienza, genere e guerra  
> 13. Michele Emmer, La matematica della guerra  
> 14. Andrea Martocchia, Scienza e guerra "fin de siecle"  
>  
>   ___________________________________________________ 
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                         * ABSTRACTS *  

>   ___________________________________________________ 
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>  
> Le connessioni fra la guerra dei Balcani e la crisi energetica  
> prossima ventura  
>  
> Alberto Di Fazio  
>  
>  
> RIASSUNTO  
>  
> Una serie di crisi ambientali globali in atto e in arrivo  
> interagisce con l'uso di combustibili fossili (che sono  
> usati per generare il 95 per cento dell'attuale fabbisogno di  
> energia). Sono in atto aspre negoziazioni nelle rispettive  
> Conferenze delle Parti, sotto le rispettive Convenzioni,  
> presso le Nazioni Unite. Tali negoziazioni avvengono con  
> a latere un grande processo scientifico internazionale,  
> coordinato dall'ICSU per parte accademica, e da diverse  
Agenzie  
> ed Organizzazioni da parte delle UN. L'IEA e una serie di  
> istituti specializzati (come la Petroconsultants di Ginevra)  
> prevedono il raggiungimento del PICCO DEL TASSO DI  
ESTRAZIONE  
> di petrolio e gas naturale nell'intervallo 2005-2013 (e piu'  
> probabilmente prima del 2010). Ciononostante, NON e' stata  
> firmata ancora alcuna Convenzione Quadro sull'argomento, e  
> di conseguenza non e' in corso alcuna negoziazione ufficiale  
> sul tema, anche se il G8, il Consiglio di Sicurezza e altri  
> organismi, come il G77/China e la EU ne discutono ormai in ogni 
 
> seduta. Visto il trattato di Kyoto e le necessarie estensioni  
> per stabilizzare il sistema climatico, con il contenzioso  
> sugli share di energia per l' ``Occidente'' e per quello che  
> si puo' chiamare il blocco orientale (Cina, Russia e India), e  
> vista la collocazione dei paesi islamici, nonche' il resto dei  
> paesi OPEC, si delinea un imminente scontro per il dominio, la  
> gestione e l'utilizzo delle rimanenti risorse energetiche. In  
> questo quadro i Balcani giocano un ruolo essenziale, sia  
> indipendentemente che in connessione al ruolo del Medio  
Oriente.  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> L'imbroglio dell'intervento chirurgico  
>  
> Vito Francesco Polcaro  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Effetti aspecifici della guerra sulla salute umana  
>  
> Silvana Salerno  
>  
>  
> RIASSUNTO  
>  
> La SALUTE FISICA delle popolazioni e' messa a repentaglio  
> dall'uso di armi, dai bombardamenti e dagli effetti fisici  
> (radiazioni ecc.) e chimici diretti (uso di armi chimiche e uso  
> di bombe con uranio impoverito) ma anche dai rischi ambientali  
> legati alla liberazione di sostanze tossiche e nocive (v. VCM,  
> derivati del petrolio, solventi, diossine, ecc.). Rischi  
> per la salute fisica possono nascere anche dall'inquinamento  
> delle fonti idriche o dalla scarsita' di acqua a causa dei  
> disastri ambientali con possibile incremento di incidenza di  
> malattie infettive (es. tifo, paratifo, colera, ecc.) a causa  
> anche dell'uso di latrine non necessariamente protette. La  
> promiscuita' ambientale (esempio il sovraffollamento nel  
> caso dei profughi) causa ulteriori rischi per le malattie  
> infettive trasmissibili per via aerea (es. broncopolmoniti,  
> tubercolosi). I rischi per la salute fisica nascono anche dalla  
> carenza alimentare che e' legata ad approvvigionamenti limitati  
> e non integrati rispetto al fabbisogno proteico e vitaminico.  
>  
> RISCHI INDIRETTI sulla salute fisica nascono dalle mancate  
> terapie in caso di patologie generali non direttamente causate  
> dalla guerra ma che in guerra non possono essere  
adeguatamente  
> curate (ad esempio non potersi sottoporre a dialisi, non avere  
> l'antibiotico, non avere ambienti sterili, non avere medici  
> in grado di fare diagnosi, ecc.).  Tra i rischi per la salute  
> fisica possiamo collocare anche quelli legati agli effetti  
> sulla salute riproduttiva quali amenorree (War amenorrhea,  
> JAMA, 1944), aborti "spontanei", parti prematuri, effetti sul  
> concepito per esposizioni ambientali, mortalita' per parto delle  
> donne e morte alla nascita dei bambini per sofferenza. Anche in  
> questo caso esistono gli effetti indiretti legati alla mancanza  
> di assistenza medica, di medicinali, di terapie intensive per  
> prematuri, ecc.  
>  
> La SALUTE MENTALE e' a forte rischio per gli effetti  
> dello stress con ansie, paure, depressioni (la guerra  
> puo' "slatentizzare" disagi mentali contenuti nella  
> comunita'). L'ansia determina malattie correlate con lo stress  
> tra queste e' certo un incremento della patologia cardio-  
> vascolare (es. infarti, ictus, ecc.).  
>  
> Nello studio sul disastro di Seveso si e' evidenziato  
> un incremento statisticamente significativo di morti per  
> malattie cardio-vascolari tra coloro che furono costretti  
> ad abbandonare la casa poiche' residenti nelle aree A e B  
> (Bertazzi et al., 1995). Questa e' stata la prima causa di  
> morte per quella popolazione e quindi non la diossina ma lo  
> stress legato all'improvviso cambio di contesto ha generato  
> piu' morti.  Questo aspetto e' talmente importante che nei  
> disastri ambientali viene ormai considerato fondamentale  
> (v. terremoto in Umbria) l'intervento di tecnici capaci di  
> sostenere moralmente le popolazioni danneggiate attraverso  
> una ridefinizione della propria immagine e del nuovo contesto.  
>  
> La SALUTE SOCIALE e' ugualmente a forte rischio per le  
> perdite relazionali (amici, parenti, familiari diretti) anche  
> quelle legate al lavoro (anche con la diminuzione del reddito  
> pro-capite). Anche per la salute sociale si determinano malattie  
> correlate con lo stress che determinano ansia, depressione, ecc. 
 
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Gli effetti dell'inquinamento chimico, causato dai bombardamenti, 
 
> sull'ambiente e sulla salute umana in Serbia e nel Kosovo  
>  
> Lucio Triolo, Vincenzo Caffarelli, Pietro Cagnetti, Giovanni  
> Grandoni, Antonella Signorini, Willy Bocola, e Valerio Gennaro  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Uranio impoverito  
>  
> Nicola Pacilio e Carlo Pona  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Una svolta epocale e un'ipoteca sul futuro  
>  
> Angelo Baracca  
>  
>  
> RIASSUNTO  
>  
> L'intervento della NATO nei Balcani segna un punto di svolta  
> nelle relazioni mondiali: nel mondo post-Guerra Fredda, il  
> paese piu' forte si arroga il diritto di intervenire ovunque  
> per imporre o difendere i propri interessi.  
>  
> La natura della guerra sta cambiando profondamente. Le armi  
> convenzionali ad alta tecnologia vengono utilizzate per colpire  
> obiettivi strategici. Ma quando si colpiscono le strutture  
> produttive di un paese che utilizza tecnologie moderne, gli  
> effetti divengono simili a quelli delle armi di distruzione  
> di massa. Questo e' avvenuto nei bombardamenti degli impianti  
> chimici della Serbia (Pancevo, ecc.), dove si sono liberati  
> nell'ambiente quantitativi grandi e imprecisati di sostanze  
> altamente tossiche, cancerogene e mutagene.  
>  
> Questi tipi di interventi e lo sviluppo esasperato di armi  
> ad alta tecnologia da parte degli U.S.A. stanno aumentando  
> i rischi di proliferazione e di ricorso effettivo alle armi  
> nucleari e di distruzione di massa. Il sistema militare russo  
> si sta deteriorando rapidamente. Ne' la Russia, ne' la Cina,  
> ne' nessun altro paese puo' competere tecnologicamente con  
> gli U.S.A.: il riarmo americano e' percepito come una minaccia  
> concreta e crescente alla loro sicurezza. In questa situazione  
> il ricorso alle armi nucleari e di distruzione di massa e'  
> visto come l'unica risorsa: il rischio del loro uso effettivo e'  
> piu' alto che mai.  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Appello per la ricostruzione del diritto e della democrazia  
> internazionale dopo la guerra  
>  
> Raniero La Valle e altri  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Il ruolo dell'informazione  
>  
> Fulvio Grimaldi  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Il ruolo degli scientifici nell'interposizione nonviolenta  
> contro l'ultima superpotenza  
>  
> Antonino Drago  
>  
>  
> RIASSUNTO  
>  
> Oggi una gran parte della ricerca scientifica nel  
> mondo e' dedicata allo sviluppo di ulteriori armi. Dopo  
> l'invenzione della bomba nucleare, alcuni scienziati  
> (appello Einstein-Russell) hanno formato un'associazione per  
> diffondere la responabilita' sociale degli scientifici per  
> le proprie scoperte scientifiche (Pugwash). Successivamente  
> sono sorte altre associazioni di tipo analogo. In Italia ci  
> sono due associazioni, la sezione italiana del Pugwash e  
> l'Unione degli Scienziati Per Il Disarmo (USPID). Ambedue  
> sono criticabili per il loro atteggiamento elitario. C'e'  
> spazio per una associazione di scientifici che accetti una  
> committenza (ideale) dal movimento per la pace italiano e  
> mondiale. Si elencano i compiti che potrebbe svolgere questa  
> associazione. Tutti questi la qualificherebbero come una  
> interposizione nonviolenta tra l'umanita' e gli Stati nucleari  
> che dominano la politica mondiale. Il suo scopo sarebbe quello  
> di delegittimare le armi di distruzione di massa. Si danno  
> ragioni per indicare come primo passo quello di abolire il  
> ruolo di superpotenza che gli USA esercitano grazie al loro  
> arsenale di armi di distruzione di massa, il piu' efficiente  
> del mondo. In alternativa si suggerisce una gestione mondiale  
> affidata ad un ONU rinnovato nelle sue strutture.  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Scienza, genere e guerra  
>  
> Elisabetta Donini  
>  
>  
> RIASSUNTO  
>  
> Molte analisi critiche degli anni recenti hanno indagato i  
> nessi tra scienza e guerra da un punto di vista di genere nella  
> duplice ottica del discutere da un lato come protagonisti di  
> entrambe le imprese siano stati (e tuttora siano) soprattutto  
> uomini e dall'altro come in entrambe prevalgano modi di agire  
> e orientamenti conoscitivi improntati a caratteristiche che  
> nella storia moderna dell'Occidente sono state legate alle  
> specificita' del maschile.  
>  
> Se sul lunghissimo periodo si possono riscontrare persistenze  
> significative su ambedue i piani, a partire da quei racconti  
> delle origini che pretendono di esaltare nella clava o in  
> altri strumenti di offesa gli esordi del cammino di un "homo"  
> insieme "sapiens" e "faber" verso la padronanza tecnica sul  
> mondo, rispetto alle peculiarita' dei nostri giorni puo'  
> essere interessante discutere soprattutto di come scienza  
> e guerra sono attualmente concepite e condotte all'interno  
> di un universo mentale e pratico che e' al tempo stesso  
> ipertecnologico nel suo impianto strutturale e proiettato invece  
> nella smaterializzazione virtuale al livello dell'immaginario  
> e delle percezioni culturali diffuse.  
>  
> In particolare, le questioni che verranno toccate riguarderanno:  
>  
> - il rapporto tra la razionalita' scientifica (e connessi  
>   requisiti di oggettivita' e univocita' ascritti alle scienze)  
>   e le catene deduttive con cui la guerra del Golfo prima e  
>   oggi i bombardamenti della NATO sono stati legittimati come  
>   soluzione "necessaria" e quindi "giusta", trascorrendo dai  
>   giudizi di fatto ai giudizi di valore in forza di un criterio  
>   strettamente affine a quello che ha presieduto all'invenzione  
>   moderna della nozione scientifica di "legge";  
>  
> - l' "ossessione di morte" (come spesso e' stata chiamata)  
>   inscritta nel codice genetico di un sapere scientifico che sin  
>   da Bacone ha perseguito la dissezione dei fenomeni nella loro  
>   complessita' e ha mirato alla sostituzione dell'artificiale  
>   al naturale, attribuendo al maschile la capacita' di agire  
>   e produrre confinando il femminile nella passivita' di una  
>   natura ridotta a oggetto;  
>  
> - il coinvolgimento diretto degli scienziati nello sviluppo  
>   delle tecniche di guerra, non solo perche' spesso a questo  
>   sono stati sollecitati dalle varie "committenze" (dallo  
>   sviluppo della balistica al piu' recente progetto Manhattan),  
>   ma per il fascino esercitato dal riuscire a realizzare armi  
>   di sempre maggiore potenza: brani di varie fonti, in vari  
>   contesti, ne possono dare una documentazione 
impressionante,  
>   mettendo in risalto anche di quanto maschilismo siano intrisi  
>   tali atteggiamenti;  
>  
> - il rapporto tra mezzi e fini e l'ottica dell'efficacia che  
>   informano il processo contemporaneo di professionalizzazione  
>   tanto delle attivita' militari quanto di quelle scientifiche,  
>   con esiti di deresponsabilizzazione dei singoli.  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> La matematica della guerra  
>  
> Michele Emmer  
>  
>  
> RIASSUNTO  
>  
> "Matematica Etica Pace" e' il titolo di un numero speciale della  
> rivista ZDM (Zentralblatt fur Didaktik der Mathematik, 98/3)  
> a cura di Ubiratan D'Ambrosio, dell'Universita' di Sao Paolo e  
> di Marianne Marme' dell' Universita' di Karlsruhe. Anche io ho  
> collaborato a questo numero speciale che e' stato pubblicato  
> nella seconda meta' del 1998.  Nell'articolo parlavo della  
> guerra del Golfo (avevo scritto un articolo su l'Unita'  
> all'epoca) e dell'iniziativa del gruppo Abele di Torino che  
> aveva realizzato un libretto per le scuole su "La Matematica  
> della Guerra". Non avrei mai pensato che molte delle cose  
> contenute nel numero speciale sarebbero divenute di stretta  
> attualita' pochi mesi dopo.  
>  
> Ho aggiornato le mie riflessioni sul ruolo dell'informazione.  
> Sul perche' e' stato cosi' difficile coinvolgere scienziati,  
> artisti, studenti in una discussione sul nostro ruolo di  
> educatori. Si e' parlato tanto di complessita'; davanti a un  
> problema realmente complesso nessuno aveva nulla da dire.  
>  
>   ___________________________________________________ 
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>  
> Scienza e guerra 'fin de siecle'  
>  
> Andrea Martocchia  
>  
>  
> RIASSUNTO  
>  
> Nei paesi a capitalismo avanzato la divisione del lavoro  
> intellettuale, nel quale pure e' impiegata una parte  
> maggioritaria e sempre crescente di forza-lavoro, e'  
> diventata labile e confusa. Questo fatto e' dovuto alla rapida  
> trasformazione socio-economica in atto; d'altro canto, e'  
> esso stesso causa di una gravissiva crisi culturale e di una  
> atmosfera "decadente". Al contempo, chi detiene il potere usa in  
> maniera sempre piu' spregiudicata l'arma della disinformazione  
> per orientare l'opinione pubblica su tutte le questioni  
> cruciali. Questa societa', nella quale la trasmissione delle  
> conoscenze e' cosi' malata, puo' essere definita semplicemente  
> "societa' della propaganda".  
>  
> In questo contributo si vogliono fornire una serie di elementi  
> di fatto per dimostrare le tesi di cui sopra. Si citano casi  
> concreti relativi alla guerra civile jugoslava, ma non solo,  
> di giornalisti che non ricercano ne' tantomeno verificano le  
> informazioni, storici che non raccontano la storia, slavisti  
> che inventano lingue secondo l'opportunita' politica, sociologi  
> e filosofi che usano a casaccio le parole degli scienziati,  
> tuttologi che teorizzano inesistenti differenze etniche, e  
> chi dovrebbe far notare tutto questo tace. Una enorme schiera,  
> insomma, di "impostori intellettuali", parafrasando il titolo  
> di una importante opera qui citata.  
>  
> Questa situazione ha, logicamente, reso possibile una guerra  
> di aggressione per scatenare la quale le classi dirigenti  
> hanno violato tutte le norme legali in materia violabili,  
> sia nazionali che internazionali, mentre, oltre agli  
> ambienti intellettuali ed universitari, pure le organizzazioni  
> tradizionali della sinistra si sono ridotte a svolgere un ruolo  
> "di servizio".  
>  
>   ___________________________________________________ 
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