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messaggio dalla campagna antimine
- Subject: messaggio dalla campagna antimine
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Sat, 13 Nov 1999 16:46:23 +0100
From: "Manitese" <maniteseroma at flashnet.it> Subject: Verbale assemblea nazionale Date: Thu, 11 Nov 1999 12:10:23 +0100 CAMPAGNA ITALIANA PER LA MESSA AL BANDO DELLE MINE ANITPERSONA VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEL 16 OTTOBRE 1999 SVOLTASI PRESSO L'ISTITUTO SACRO CUORE DI ROMA Presenti: Barbara Laveggio ( Ics), Nicoletta Dentico ( Mani Tese), Denise Rausa ( Mani Tese),Giancarlo Tenaglia, Tonio dell'Olio ( Pax Christi), Marinella Correggia ( Mani Tese), Vincenzo Zerilli ( Amici del Terzo Mondo), Marco Faiola ( G.M. amici di Alfredo), Graziano Costa, Daniela Marchesini Mlal), Angelo Ciprari ( Aifo), Giacomo Viola ( Caritas di Cremona), Carlo Pona ( Sci), Stefano Calabretta ( Intersos), Mario Pellegrino, Mirella Alessandrini (Asal), Paola Perrella ( Cri). 1. AGGIORNAMENTI SULLA CAMPAGNA ITALIANA ED INTERNAZIONALE Dopo un breve giro di presentazione dei partecipanti all'assemblea, la coordinatrice Nicoletta Dentico inizia esponendo quanto è avvenuto negli ultimi mesi; viene subito portata alla luce la difficoltà, che la Campagna ha riscontrato, nell'ottenere da parte del Ministero della Difesa il Registro sulle mine, in cui sono classificate non solo tutte le mine antipersona che, in ottemperanza agli obblighi della legge 374/97, dovranno essere distrutte, ma anche tutti quegli ordigni - bombe a grappolo, submunizioni, ecc - che avendo per il 70-80% effetto di mine anitipersona, dovrebbero seguire la stessa sorte. Questo Registro servirà, tra l'altro, anche per la stesura del Landmine Monitor Italy, curato dal gruppo di ricerca della Campagna, che sarà probabilmente presentato alla stampa il prossimo dicembre. Si accenna poi brevemente alla Convenzione di Ottawa, finalmente entrata in vigore nel nostro paese, ed avente validità anche nelle basi Nato presenti in territorio italiano; restano molti punti deboli, primo tra tutti l'eccessiva concentrazione del controllo sull'attuazione dei dettami del Trattato, in mano alla Difesa, ma nonostante tutti gli sforzi compiuti non è stato possibile ottenere maggiori risultati, o si sarebbe corso il rischio di restringere la definizione di mina antipersona, vanto e fiore all'occhiello della legge italiana. Viene quindi citato l'ISCE, Intersessional Standing Committee on Experts, Comitato nato lo scorso maggio durante i lavori della Conferenza di Maputo, il cui scopo principale è monitorare il rispetto e la realizzazione del Trattato di Ottawa, articolato su quattro filoni di lavoro: 1) attuazione di Ottawa ( come stilare i rapporti dei Governi in merito all' esecuzione del Trattato e seguire il relativo processo diplomatico; 2) tecnologia e distruzione degli arsenali di mine ;3) sminamento ;4) assistenza alle vittime. Lo scorso settembre a Ginevra si sono svolti proprio questi due ultimi tavoli , dicembre vedrà quello sulla distruzione degli arsenali e a gennaio sarà la volta dei lavori in merito all'attuazione del Trattato. A questo punto Nicoletta Dentico, presente lo scorso settembre a Ginevra insieme con Stefano Calabretta di Intersos, sottolinea lo scarso profilo governativo della delegazione italiana in questi incontri, ed auspicano un futuro cambiamento in merito, sollecitando il Governo ad attribuire più peso politico in queste sedi. Dietro richiesta del moderatore Tonio Dell'Olio, Mario Pellegrino, ex colonnello dell'Esercito e sminatore, commenta brevemente la seconda relazione semestrale presentata dal Governo sull'attuazione della legge 374/97, sottolineandone i punti deboli e le contraddizioni, e prevedendo che, visto l'elevato numero di mine da distruggere, si dovranno presto individuare altri siti, oltre agli stabilimenti di Bajano di Spoleto, dove dar luogo all'attuazione di queste operazioni. Si passa quindi all'esposizione di due progetti "su campo" che hanno pienamente investito la Campagna nel corso dell'ultimo anno: si tratta del progetto "Afghanistan metro per metro" e delle operazioni di sminamento in corso nel quartiere Stup di Sarajevo; Barbara Lavaggio e Stefano Calabretta si fanno carico di esporre lo stato di attuazione degli stessi, il loro resoconto economico ed anticipano future "missioni " sul posto - previste per il mese di novembre prossimo - da parte di alcuni esponenti della Campagna, al fine di valutare direttamente i risultati finora raggiunti. 2. PROBLEMI STRUTTURALI E FINANZIARI DELLA CAMPAGNA: IPOTESI E STRATEGIE DI LAVORO. Si procede quindi a discutere un aspetto tra i più seri e delicati dell'O.d.G.: l'apparato organizzativo della Campagna, la carenza di strutture finanziarie ed umane, ed il suo futuro. Vengono messe a punto 5 ipotesi di studio: a) la Campagna ha esaurito il suo mandato e decide di autoestinguersi; b) la Campagna continua a vivere nella forma attuale cioè come movimento; c) costituire un'associazione volta esclusivamente a raccogliere fondi per la Campagna che resterebbe strutturata così come è; d) attribuire alla Campagna una minima forma giuridica, sufficiente per poter disporre di un conto corrente ed accedere a fondi: e) trasformare la Campagna in una ONLUS. Inizia a questo punto una fervida discussione in cui sono molti i contributi e le idee proposte; si decide subito di escludere le prime due ipotesi e di trasformarci in un soggetto giuridico: per studiare meglio tutto ciò rischi e vantaggi, il futuro ruolo dei singoli e delle associazioni, il livello di adesione, le necessarie garanzie ecc. ), si propone di costituire un gruppo di lavoro ( Barbara Laveggio, Giancarlo Tenaglia ed un altro membro da individuare) che si occuperà dello studio e della messa a punto di questo aspetto. I risultati che sono giunti alla Campagna tramite i questionari fatti circolare precedentemente - circa una trentina - attestano tutti la volontà di seguire ed approfondire la strada della trasformazione, chiedendo però ulteriori dettagli in merito; purtroppo non si è potuto avere un maggiore riscontro sul tema, peraltro delicatissimo, in quanto si constata la mancata partecipazione di molte associazioni in sede di assemblea, parecchie delle quali hanno sede a Roma, luogo prescelto per l'incontro; si prende atto con rammarico della cosa, che fa seguito all'altrettanto grave problema del mancato versamento della quota alla Campagna, spettante ad ogni associazione aderente al movimento, nonostante tutte le attività finora portate avanti si siano sempre dimostrate molteplici e ben radicate sul territorio. 3. PIANO DI LAVORO PER L'ANNO 2000. Viene quindi esposto da Barbara Laveggio il piano di azioni per il 2000, strutturato nei seguenti punti: · Un nuovo progetto di Educazione alla Pace da proporre all'Unione Europea. · Viaggio in Afghanistan da parte di una delegazione della Campagna previsto per il prossimo mese di novembre; a questo faranno seguito la produzione di un dossier e di una mostra fotografica; · Presentazione alla stampa del Landmine Monitor Italy il prossimo 2 dicembre (Giancarlo Tenaglia si impegnerà nei contatti con una casa editrice per la produzione e distribuzione del rapporto) contemporaneamente all'organizzazione della visita agli arsenali di Baiano di Spoleto per verificare la distruzione delle scorte di mine. · Organizzazione di un convegno a Brescia nell'ambito dei lavori dell'Ethics and Justice Working Group, coordinato dalle Campagne italiana e nicaraguese, con il supporto finanziario di quella svizzera, previsto per la fine dell'anno 2000. · La seconda edizione del Landmine Monitor Report. · Incontri nell'ambito dell'ISCE su tecnologia e sminamento ed attuazione del Trattato di Ottawa, previsti per dicembre e gennaio prossimi a Ginevra. · Azione di supporto nei confronti della Campagna internazionale per quanto riguarda la ferma condanna sul'uso delle clulster bombs, i cui effetti e conseguenze sono del tutto assimilabili a quelli delle mine antipersona. · Organizzazione di una visita al quartiere Stup di Sarajevo per verificare i risultati delle operazioni di sminamento finanaziate dalla Regione Veneto, condotte dall'Unità di Sminamento di Intersos, con la collaborazione della Campagna, entro la fine di quest'anno. · Proseguimento dei lavori all'interno del Comitato per le azioni umanitarie contro le mine antipersona, articolato in 5 tavoli di lavoro - azione politica, formazione, operazioni, tecnologia, informazione e sensibilizzazione (quest'ultimo presieduto dalla Campagna stessa) - che vede la collaborazione congiunta delle Istituzioni e del mondo dell'associazionismo insieme impegnati sul tema delle mine. Di comune accordo, si stabilisce che la prossima Assemblea nazionale si terrà in data 12 febbraio 2000, in luogo ed orari che verranno successivamente comunicati.
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