messaggio dalla campagna antimine



From: "Manitese" <maniteseroma at flashnet.it>
Subject: Verbale assemblea nazionale
Date: Thu, 11 Nov 1999 12:10:23 +0100

CAMPAGNA ITALIANA PER LA MESSA AL BANDO
 DELLE MINE ANITPERSONA


VERBALE DELL'ASSEMBLEA DEL 16 OTTOBRE 1999 SVOLTASI PRESSO L'ISTITUTO SACRO
CUORE DI ROMA


Presenti: Barbara Laveggio ( Ics), Nicoletta Dentico ( Mani Tese), Denise
Rausa ( Mani Tese),Giancarlo Tenaglia, Tonio dell'Olio ( Pax Christi),
Marinella Correggia ( Mani Tese), Vincenzo Zerilli ( Amici del Terzo Mondo),
Marco Faiola ( G.M. amici di Alfredo), Graziano Costa, Daniela Marchesini
 Mlal), Angelo Ciprari ( Aifo), Giacomo Viola ( Caritas di Cremona), Carlo
Pona ( Sci), Stefano Calabretta ( Intersos), Mario Pellegrino, Mirella
Alessandrini (Asal), Paola Perrella ( Cri).


1. AGGIORNAMENTI SULLA CAMPAGNA ITALIANA ED INTERNAZIONALE



	Dopo un breve giro di presentazione dei partecipanti all'assemblea, la
coordinatrice Nicoletta Dentico inizia esponendo quanto è avvenuto negli
ultimi mesi; viene subito portata alla luce la difficoltà, che la Campagna
ha riscontrato, nell'ottenere da parte del Ministero della Difesa il
Registro sulle mine, in cui sono classificate non solo tutte le  mine
antipersona che, in ottemperanza agli obblighi della legge 374/97, dovranno
essere distrutte, ma anche tutti quegli ordigni - bombe a grappolo,
submunizioni,  ecc - che avendo per il 70-80% effetto  di mine anitipersona,
dovrebbero seguire la stessa sorte.  Questo Registro servirà, tra l'altro,
anche per la stesura del Landmine Monitor Italy, curato dal gruppo di
ricerca della Campagna, che sarà probabilmente presentato alla stampa il
prossimo dicembre. Si accenna poi brevemente alla Convenzione di Ottawa,
finalmente entrata in vigore  nel nostro paese, ed avente validità anche
nelle basi Nato presenti in territorio italiano; restano molti punti deboli,
primo tra tutti l'eccessiva concentrazione del controllo sull'attuazione dei
dettami del Trattato, in mano alla Difesa, ma nonostante tutti gli sforzi
compiuti non è stato possibile ottenere maggiori risultati, o si sarebbe
corso il rischio di restringere la definizione di mina antipersona,  vanto e
fiore all'occhiello  della legge italiana.
	Viene quindi citato l'ISCE, Intersessional Standing Committee on Experts,
Comitato nato lo scorso maggio durante i lavori della Conferenza di Maputo,
il cui scopo principale è monitorare il rispetto e la realizzazione  del
Trattato di Ottawa, articolato su quattro filoni di lavoro: 1) attuazione di
Ottawa ( come stilare i rapporti dei Governi in merito  all' esecuzione del
Trattato e seguire il relativo processo diplomatico; 2) tecnologia e
distruzione degli arsenali di mine ;3) sminamento ;4) assistenza alle
vittime. Lo scorso settembre a Ginevra si sono svolti proprio questi due
ultimi tavoli , dicembre vedrà quello sulla distruzione degli arsenali e a
gennaio sarà la volta dei lavori in merito all'attuazione del Trattato. A
questo punto Nicoletta Dentico, presente lo scorso settembre a Ginevra
insieme con Stefano Calabretta di Intersos, sottolinea lo scarso profilo
governativo della delegazione italiana in questi incontri, ed auspicano un
futuro cambiamento in merito, sollecitando il Governo ad attribuire più peso
politico in queste sedi.
	Dietro richiesta del moderatore Tonio Dell'Olio, Mario Pellegrino, ex
colonnello dell'Esercito e sminatore, commenta brevemente la seconda
relazione semestrale presentata dal Governo sull'attuazione della legge
374/97, sottolineandone i punti deboli e le contraddizioni, e prevedendo
che, visto l'elevato numero di mine da distruggere, si dovranno presto
individuare altri siti, oltre agli stabilimenti di Bajano di Spoleto, dove
dar luogo all'attuazione di queste operazioni.
	Si passa quindi all'esposizione di  due progetti "su campo" che hanno
pienamente investito la Campagna nel corso dell'ultimo anno: si tratta del
progetto "Afghanistan metro per metro" e delle operazioni di sminamento in
corso nel quartiere Stup di Sarajevo; Barbara Lavaggio e Stefano Calabretta
si fanno carico di esporre lo stato di attuazione degli stessi, il loro
resoconto economico ed anticipano future "missioni " sul posto - previste
per il mese di novembre prossimo -  da parte di alcuni esponenti della
Campagna, al fine di  valutare direttamente i risultati finora raggiunti.



2. PROBLEMI STRUTTURALI E FINANZIARI DELLA CAMPAGNA: IPOTESI E STRATEGIE DI
LAVORO.

	Si procede  quindi a discutere un aspetto tra i più seri e delicati
dell'O.d.G.: l'apparato organizzativo della Campagna, la  carenza di
strutture finanziarie ed umane, ed il suo futuro. Vengono messe a punto 5
ipotesi di studio:
a) la Campagna ha esaurito il suo mandato e decide di autoestinguersi;
b) la Campagna continua a vivere nella forma attuale cioè come movimento;
c) costituire un'associazione volta esclusivamente a raccogliere fondi per
la Campagna che resterebbe strutturata così come è;
d) attribuire alla Campagna una minima forma giuridica, sufficiente per
poter disporre di un conto corrente ed accedere a fondi:
e) trasformare la Campagna in una ONLUS.

Inizia a questo punto una fervida discussione in cui sono molti i contributi
e le idee proposte;  si decide subito di escludere le prime due ipotesi e di
trasformarci in un soggetto giuridico: per studiare meglio tutto ciò
 rischi e vantaggi, il futuro ruolo dei singoli e delle  associazioni, il
livello di adesione, le necessarie garanzie ecc. ), si propone di costituire
un gruppo di lavoro ( Barbara Laveggio, Giancarlo Tenaglia ed un altro
membro da individuare) che si occuperà dello studio e della messa a punto di
questo aspetto. I risultati che sono giunti alla Campagna tramite i
questionari fatti circolare precedentemente - circa una trentina - attestano
tutti la volontà di seguire ed approfondire la strada della trasformazione,
chiedendo però ulteriori dettagli in merito; purtroppo non si è potuto avere
un maggiore riscontro sul tema, peraltro delicatissimo, in quanto si
constata la mancata partecipazione di molte associazioni in sede di
assemblea, parecchie delle quali hanno sede a Roma, luogo prescelto per
l'incontro; si prende atto con rammarico della cosa, che fa seguito
all'altrettanto grave problema del  mancato versamento della quota alla
Campagna, spettante  ad ogni associazione  aderente al movimento, nonostante
tutte    le attività finora portate avanti si siano sempre dimostrate
molteplici e ben radicate sul territorio.


3. PIANO DI LAVORO PER L'ANNO 2000.

Viene quindi esposto da Barbara Laveggio il piano di azioni per il 2000,
strutturato nei seguenti punti:
· Un nuovo progetto di Educazione alla Pace da proporre all'Unione Europea.
· Viaggio in Afghanistan da parte di una delegazione della Campagna previsto
per il prossimo  mese di novembre; a questo faranno seguito la produzione di
un dossier e di una mostra fotografica;
· Presentazione alla stampa del Landmine Monitor Italy il prossimo 2
dicembre (Giancarlo Tenaglia si impegnerà nei contatti con una casa editrice
per la produzione e distribuzione del rapporto) contemporaneamente
all'organizzazione della  visita agli arsenali di Baiano di Spoleto per
verificare la distruzione delle scorte di mine.
· Organizzazione di un convegno a Brescia nell'ambito dei lavori
dell'Ethics and Justice Working Group, coordinato dalle Campagne italiana e
nicaraguese, con il supporto finanziario di quella  svizzera, previsto per
la fine dell'anno 2000.
· La seconda edizione del Landmine Monitor Report.
· Incontri nell'ambito dell'ISCE su tecnologia e sminamento ed attuazione
del Trattato di Ottawa, previsti per dicembre e gennaio prossimi a Ginevra.
· Azione di supporto nei confronti della Campagna internazionale per quanto
riguarda la ferma condanna sul'uso delle clulster bombs, i cui effetti e
conseguenze sono del tutto assimilabili a quelli delle mine antipersona.
· Organizzazione di una visita al quartiere Stup di Sarajevo per verificare
i risultati delle operazioni di sminamento finanaziate dalla Regione Veneto,
condotte dall'Unità di Sminamento di Intersos, con la collaborazione della
Campagna, entro la fine di quest'anno.
· Proseguimento dei lavori all'interno del Comitato per le azioni umanitarie
contro le mine antipersona, articolato in 5 tavoli di lavoro - azione
politica, formazione, operazioni, tecnologia, informazione e
sensibilizzazione (quest'ultimo presieduto dalla Campagna stessa) - che vede
la collaborazione congiunta delle Istituzioni e del mondo
dell'associazionismo insieme impegnati sul tema delle mine.



Di comune accordo, si stabilisce  che la prossima  Assemblea nazionale si
terrà  in data 12 febbraio 2000, in luogo ed orari che verranno
successivamente comunicati.