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Caso Ocalan, La diplomazia dei mercanti d'armi
- Subject: Caso Ocalan, La diplomazia dei mercanti d'armi
- From: Marco Trotta <matro at www.zzz.it>
- Date: Mon, 26 Jul 1999 14:57:11 +0200
fonte: Avvenimenti, 25/07/99 ---------------------------- Caso Ocalan, La diplomazia dei mercanti d'armi Dino Frisullo La terza grande crisi italo-turca è stata evitata per un pelo. Le premesse c'erano: a Montecitorio una mozione contro l'esecuzione di Ocalan e per l'apertura di un fascicolo kurdo all'Onu, da Ankara nuove minacce di boicottaggio. Secondo la stampa turca, a mediare sarebbero stati gli esportatori italiani di merci un po' particolari: armi. Così la mozione ha glissato sulle eventuali sanzioni, sull'asilo a Ocalan e sul tasto più dolente: l'applicazione immediata della legge che "vieta" di vendere armi a Paesi che violino la pace o i diritti umani. Dall'altra parte i Lupi grigi si son limitati a ululare, rinfoderando le velleità di guerra commerciale e diplomatica. Un respiro di sollievo nella redazione dell'ufficiale Rivista italiana della Difesa, che fa da servizio clienti per una bella iniziativa: Idef Turchia '99, quarta fiera internazionale delle armi, organizzata dalle Forze armate turche ad Ankara a fine settembre. Proprio quando, nella stessa città, la Corte d'appello deciderà sulla forca per il leader kurdo. Gli aeroporti chiusi agli avvocati italiani si apriranno a piazzisti di elicotteri e carrarmati, per i quali la Turchia in guerra permanente è l'Eldorado. Quanti sono centocinquantamiliardi di dollari? Tanti. Più dell'intero commercio mondiale annuo di armi, più del PIL di molti Paesi. È quanto la Turchia spenderà in nuove armi entro il 2020. E che armi ! 813 elicotteri, 48.564 blindati: le tipiche armi della repressione. Su 947 aerei, ben 120 "addestratori": gli aerei leggeri che mitragliano i villaggi. Tradotti in italiano, i tre sistemi d'arma si chiamano Àgusta, Oto-Breda e Fiat, Siai Marchetti. Quest'ultima ha ormai ceduto alla Turchia, con gli ultimi quaranta velivoli, le tecnologie per farseli da sé. Quanto agli elicotteri e al blindati, le prime gare si decidono quest'anno: 145 elicotteri d'assalto e duecento per trasporto truppe (in corsa il Mangusta e l'NH-90 dell'Agusta) ; tremila carrarmati e mille blindati, che fanno gola a Oto-Breda e Fiat. Piatto ricco. E non è che l'antipasto. Come denuncia Nicoletta Dentico di "Sdebitarsi", quei soldi pesano sui cittadini turchi (86 miliardi di dollari di spese d guerra in quindici anni, quasi pari al debito estero), e sui cittadini d'Europa: la guerra sporca si finanzia con il traffico sporco di eroina, che passa per 180% per la Turchia, e deposita ogni anno nelle banche turche e turco-cipriote ben sessanta miliardi di dollari. Questo flusso finanziario attribuisce alla Turchia, come costata preoccupato lo stesso Dipartimento di Stato Usa, il primato mondiale nell'acquisizione di nuovi sistemi d'arma. Gli ultimi: diecimila missili Eryx e otto elicotteri Coughar dalla Francia, quattro sottomarini Type 209 e duecento blindati Fuchs dalla Germania, sette aerei cisterna, undici fregate e cinquanta elicotteri SH-701 dagli Usa, oltre alla produzione su licenza di altri trentadue F-16. E dopo le cariche di polizia contro Greenpeace turca, è sceso il silenzio sull'acquisto degli stessi reattori canadesi Candu che hanno fornito plutonio militare a India e Pakistan. Ai giovani italiani e kurdi che presidiavano l'Agusta di Varese, i delegati hanno rivelato che cinque elicotteri sono pronti a essere trasferiti in Turchia, camuffati da innocui guardacoste (ma con gli attacchi per missili e mitragliere). La pacifica occupazione dell'Agusta di Benevento e del ministero del Commercio estero hanno portato le associazioni al tavolo del sottosegretario Cabras. 11 quale ha preso atto che gran parte dell'export sfugge a ogni controllo: proiettili e armi leggere vendute "per diporto", triangolazioni via Nato o paesi terzi, veicoli "dual use" civili/militari... E tecnologie: la Turchia ha posseduto la Piaggio di Genova giusto il tempo di portarsi via il meglio della motoristica. Ottimo partner l'Italia, sulla strada dell'autonomia tecnologica del sistema militar-industriale turco. Intanto, anche se Patrizia Toia in parlamento nega, Human Rights Watch insiste: armi italiane sono state usate contro i civili.
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