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[WWW][MAN] Le armi provate in guerra valgono di piu`
- Subject: [WWW][MAN] Le armi provate in guerra valgono di piu`
- From: Marco Trotta <matro at www.zzz.it>
- Date: Wed, 23 Jun 1999 10:44:28 +0200
_[Ripostato da: Il Manifesto - http://www.ilmanifesto.it ]________________ [http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/22-Giugno-1999/art9.html] 22 Giugno 1999 LE BOURGET Le armi provate in guerra valgono di piu` MANLIO DINUCCI I dirigenti della Boeing sono preoccupati: a causa della crisi economica asiatica, gli ordinativi di aerei civili potrebbero calare quest'anno del 40%. Lo hanno detto al Salone aeronautico internazionale che si e` chiuso domenica Le Bourget (Parigi), dove erano presenti insieme ad altri 1.764 espositori di 40 paesi, tra cui oltre 500 statunitensi. Le maggiori industrie aeronautiche del mondo hanno presentato la loro produzione, compresa quella militare che, in un periodo di crisi come l'attuale, diventa ancora piu` decisiva. Hanno percio` sciorinato all'aeroporto di Le Bourget tutto il loro campionario. Per gli acquirenti non c'e` che l'imbarazzo della scelta. Tra gli elicotteri da attacco, ad esempio, si puo` acquistare un Apache della statunitense McDonnell Douglas o un Tigre prodotto dalla francese Aerospatiale e dalla tedesca Daimler-Benz, oppure farsi tentare da un Comanche (i nomi degli indiani d'America sono di moda) della statunitense Boeing. Ma come sapere quale elicottero, cacciabombardiere, missile, bomba a grappolo o a guida laser e` migliore? Basta guardare se ha il marchio "combat proven" (provato in combattimento). Un vero e proprio certificato d.o.c. che ne attesta la piena affidabilita`. Quest'anno, nel Salone di Le Bourget, i prodotti col marchio "combat proven" abbondavano perche', fortunatamente, c'e` appena stata una guerra. Essa ha permesso di provare in combattimento 1.100 aerei che, in 35mila missioni, hanno lanciato piu` di 20mila bombe e missili sulla Serbia e il Kosovo. La loro efficacia e` fuori discussione, come documenta il Times (13/6/1999): hanno distrutto tra l'altro 63 ponti, 14 centrali elettriche, le raffinerie di Pancevo e Novi Sad, la fabbrica automobilistica Zastava e altre 40 industrie, oltre 100 centri d'affari, 13 aeroporti, 23 linee e stazioni ferroviarie, per un costo stimato (per la sola Serbia) in oltre cento miliardi di dollari. La parte del leone l'ha fatta l'industria militare statunitense, che ha fornito il 75% degli aerei e il 90% delle bombe e dei missili usati nella guerra. Ha fornito, inoltre, le tecnologie elettroniche della rete di comunicazione, comando, controllo e intelligence (C3I) attraverso cui e` stata gestita l'intera operazione bellica. Dei 2.000 obiettivi colpiti in Serbia dagli aerei della Nato - documenta il New York Times (15/6/1999) - 1.999 sono stati scelti dall'intelligence statunitense e solo uno dagli europei. * * * E' quindi naturale che le industrie statunitensi si siano presentate al Salone di Le Bourget con un notevole margine di vantaggio sulle concorrenti. La Raytheon - che nei 78 giorni di guerra ha visto salire le proprie azioni del 28% - ha ricevuto dal governo britannico, martedi` scorso, un ordinativo di cinque aerei per la sorveglianza del campo di battaglia, il cui prezzo complessivo e` di circa 1,3 miliardi di dollari; prevede inoltre di piazzare missili Tomahawk per un valore di oltre un miliardo di dollari. "Ogni missile che e` stato lanciato deve essere rimpiazzato", ha spiegato un esperto del settore aerospaziale. E' giusto: si svuotino gli arsenali per riempire gli arsenali. Le industrie militari europee, guidate dalla British Aerospace (salita, con l'acquisizione della Marconi, al secondo posto mondiale dopo la statunitense Lockheed Martin), non si sono pero` rassegnate. A Le Bourget hanno esibito, tra i vari armamenti, il prototipo del caccia Eurofighter, alla cui costruzione partecipa la Alenia aerospazio: un aereo di cui l'Italia acquistera` 121 esemplari al costo unitario di 130 miliardi di lire, per complessivi 16mila miliardi - l'ammontare esatto dei tagli alla spesa pubblica, previsti nella prossima finanziaria - cui si aggiungeranno i costi operativi. Proprio mentre nella vetrina di Le Bourget erano in mostra questi gioielli, e` arrivato in Europa il presidente Clinton. Ma, contrariamente a quanto prevedevano i malevoli, lui, uomo di pace, non e` andato al Salone ad ammirare gli aerei da guerra. E' invece andato alla sede della Nazioni unite a Ginevra, a perorare la causa della "abolizione nel mondo delle forme piu` abiette di lavoro infantile abusivo" (Washington Post, 16/6/1999). Questi bambini, ha sottolineato Clinton, "invece di essere costretti a lavorare, dovrebbero andare a scuola". Giusto. Per mandarli a scuola e impedire cosi` che un miliardo di persone sia analfabeta, basterebbe (secondo un calcolo dell'Unesco) aumentare per un decennio la spesa mondiale per l'istruzione di 7 miliardi di dollari annui: il 2% di quanto gli Stati uniti spendono per la propria macchina bellica. E, possibilmente, evitare "danni collaterali" come quelli provocati in Serbia, dove gli aerei statunitensi e Nato hanno distrutto - come documenta il Times (13/6/1999) - oltre 300 scuole. __________________________________________________________________________
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