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un deserto chiamato pace
- Subject: un deserto chiamato pace
- From: "Guerre&Pace" <Guerre&Pace at mail1.mclink.it>
- Date: Thu, 10 Jun 1999 16:21:42 +0200
- Comments: Authenticated sender is <md7350 at mclink.it>
- Old-date: Thu, 10 Jun 1999 15:01:01 +0000
- Priority: normal
- Resent-date: Fri, 11 Jun 1999 15:00:43 +0200
- Resent-from: gaio at lilliput.linux.it
- Resent-message-id: <m10sQvL-00027SC at anna.lilliput.linux.it>
- Resent-to: pck-armamenti at lists.peacelink.it
SPEDIZIONE PER CONTO DEL COMITATO GOLFO PER LA VERITA? SULLA GUERRA -------------------------------------------------------------------- --------------- Un deserto chiamato "pace" ------------------ -------------------------------------------------------------------- 5 giugno. La guerra pare volgere alla fine, anche se non sappiamo ancora quando finira' la prolungata aggressione terroristica della NATO, autoproclamatasi "comunita' internazionale", contro la popolazione jugoslava, le case, le fabbriche, gli ospedali, i ponti, le centrali elettriche, le infrastrutture necessarie alla vita civile. Migliaia le vittime, un paese distrutto, molta parte degli abitanti senza lavoro e senzatetto, incalcolabili i danni ambientali lasciati in eredita' alle generazioni future, impossibile il "rientro" dei profughi nel territorio inquinato o nelle case distrutte di un Kosovo ridotto a protettorato militare dell'Occidente. Questo il volto della ancora eventuale "pace": oggi in Jugoslavia come nel 1991 in Iraq. Con questa terrificante prova di forza si è voluto imporre il predominio NATO/USA nei Balcani (e in Europa), scopo vero di una guerra che con il proseguimento dei raid anche dopo l'intesa raggiunta mira a ridurre ancora piu' l'esiguo spazio lasciato alla Russia e all'ONU e che appanna, agli occhi dei settori piu' oltranzisti, la "vittoria". Di questa vittoria e di questa "pace" si vanta artefice la cosiddetta sinistra europea cioè, in Italia, non solo i dirigenti DS ma la loro sinistra, i Comunisti italiani e i Verdi, che lanciano proclami contro il "degrado ambientale" e seminano uranio dal Kosovo all'Adriatico. Responsabile di questo scempio infatti, come non ci stanchiamo di ripetere, è tutto il governo e la sua maggioranza, compresi gli ex-pacifisti Calzolaio, Serri, Bianchi, Ronchi, Diliberto, Manconi, Cossutta e i tanti falchi travestiti da "colombe". Proprio questi signori, con la loro ipocrita doppiezza, hanno fatto da copertura a D'Alema permettendogli prima di vendere Ocalan ai turchi e di infliggere una sanguinosa sconfitta alla causa del popolo kurdo, poi di coinvolgere l'Italia nelle stragi della NATO. Riteniamo quindi sbagliato - da parte di larghi settori pacifisti e dello stesso "manifesto" (pur cosi' importante nell'informazione e nella mobilitazione) - aver dato credito e spazio a questi "pacifisti da bombardamento". Se si fosse denunciato senza ambiguita' il loro ruolo di copertura del governo, anziche' assecondarlo, si sarebbe rafforzata la protesta di base e non si sarebbe invischiato il movimento in ambigue richieste di "tregua", quando si doveva pretendere subito l'uscita dell'Italia dalla guerra e il rifiuto delle basi. Ancora piu' sbagliato è pensare che la fine (sperabile) della guerra significhi, come troppi auspicano, il ritorno a quella "unita' delle sinistre" (cioè coi DS e i loro fiancheggiatori), che la guerra dovrebbe aver sepolto per sempre sotto le bombe. La lotta contro il governo D'Alema e contro la sua politica bellicistica resta l'impegno centrale di un movimento che voglia trarre lezione dai tragici avvenimenti di questi mesi e diventare un credibile soggetto politico. Comitato Golfo
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