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La politica dell'UE verso la Cina
- Subject: La politica dell'UE verso la Cina
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft fuer bedrohte Voelker <info at gfbv.it>
- Date: Mon, 06 Dec 2004 15:38:54 +0100
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La politica dell'UE verso la Cina
L'Associazione per i popoli minacciati critica i toni morbidi dell'Europa
Bolzano, Göttingen, 6 dicembre 2004
In occasione della visita contemporanea del Presidente della Repubblica
italiana Ciampi e del Cancelliere tedesco Schröder, l'Associazione per i
Popoli Minacciati (APM) ha pubblicato un rapporto sulla politica
dell'Unione Europea verso la Cina. Nel rapporto si accusa in particolare
il Cancelliere tedesco Schröder e in generale la politica europea di un
atteggiamento troppo accondiscendente nei confronti della leadership
cinese. Proprio il Cancelliere tedesco preme per chiedere la fine delle
sanzioni europee contro la Cina, ignorando volutamente le decisioni del
parlamento e delle sue commissioni di esperti che invece si pronunciano
contrari alla fine dell'embargo di armi alla Cina. Il rapporto dell'APM
non solo approfondisce il dibattito sull'eventualità di togliere
l'embargo di armi contro la Cina, ma accusa anche Germania e Francia di
impedire una comune politica dell'UE con la Repubblica Popolare Cinese
grazie al loro gareggiare per ottenere ordini lucrativi per la propria
economia.
Secondo l'APM, è la Germania che dovrebbe utilizzare la sua fama di
"migliore amico della Cina" per contribuire in modo costruttivo alla
soluzione di gravi conflitti come quelli in corso con Taiwan, in Tibet e
in Xinjiang. Il governo tedesco forse ricorda che il suo contratto di
coalizione del 2002 poneva come punto fermo della politica estera
tedesca proprio la prevenzione dei conflitti internazionali.
La divisione dei compiti fatta a Berlino è assurda: il cancelliere ormai
veste i panni del capo-manager dell'azienda Germania e insieme a
dirigenti aziendali tedeschi continua a fare pubblicità alla "propria
azienda". Con dichiarazioni arbitrarie come l'annuncio della vendita
della fabbrica di plutonio di Hannau o la fine dell'embargo europeo di
vendita di armi alla Cina, Schröder mette in serie difficoltà il suo
ministro degli esteri. Per la leadership cinese gli avvertimenti di
Joschka Fischer hanno perso qualsiasi credibilità visto che Schröder ha
tolto al suo ministro ogni potere nella questione cinese. Nel 1996
Fischer, allora all'opposizione, chiedeva al governo CDU/FDP una
politica nuova nei confronti della Cina accusandolo di una linea troppo
morbida. Questa critica oggi è più che mai attuale visto che il
tentativo del governo tedesco di accattivarsi le simpatie cinesi è
difficilmente superabile da altri.
Il rapporto dell'APM conclude che dal punto di vista del miglioramento a
breve e medio termine della situazione dei diritti umani sia il dialogo
tra Germania e Cina sia quello tra UE e Cina sono inefficaci.
Continuando in questo modo i primi risultati si avranno tutt'al più tra
qualche decennio. Se si mira veramente al miglioramento delle condizioni
dei diritti umani in Cina, bisogna urgentemente aumentare la pressione
politica e rendere più concreti i dialoghi con la leadership cinese.
Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041027it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/041001it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040829it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040126it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031029it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030909it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/020909it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/01-3/011206it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/01-3/011108it.html |
www.gfbv.it/3dossier/asia/mongol/mongol.html |
www.gfbv.it/3dossier/uiguri.html
* www: www.iccnow.org | www.hrichina.org