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Afghanistan. Squadre di ricostruzione dell'esercito non rendono più sicuro l'Afghanistan
- Subject: Afghanistan. Squadre di ricostruzione dell'esercito non rendono più sicuro l'Afghanistan
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft fuer bedrohte Voelker <info at gfbv.it>
- Date: Tue, 28 Sep 2004 11:58:16 +0200
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Afghanistan. Squadre di ricostruzione dell'esercito non rendono più
sicuro l'Afghanistan
Bolzano, Göttingen, 27 Settembre 2004
Secondo l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM), le squadre di
ricostruzione dell'esercito tedesco in Kundus e Feisabad non rendono più
sicuro l'Afghanistan. In un rapporto di 12 pagine, l'associazione per i
diritti umani constata come questo concetto sia ormai fallito poiché le
squadre di ricostruzione non sostengono né il disarmo dei signori della
guerra né la lotta alla coltivazione di oppio con cui i signori della
guerra si finanziano. Sostenere che la sola presenza di queste squadre
contribuisca ad una maggiore sicurezza nel paese è, secondo l'APM,
chiudere gli occhi davanti alla realtà. Inoltre la maggior parte dei
paesi NATO, al contrario di quanto sostenuto in origine, non hanno messo
a disposizione soldati per ulteriori squadre di ricostruzione che
avrebbero dovuto lanciare segnali positivi per le regioni circostanti. I
paesi NATO non possono tirarsi indietro a questo punto, ma devono
decidere velocemente come sostenere il governo afghano nel disarmo dei
signori della guerra.
L'APM saluta il fatto che l'esercito tedesco lavori anche fuori da
Kabul, ma ciononostante non si può misurare il successo delle squadre di
ricostruzione regionale dal fatto che queste abbiano collaborato alla
ricostruzione di scuole e di uffici per la registrazione della
popolazione avente diritto al voto. In risposta al ministro della difesa
tedesco Peter Struck, che domenica ha lodato l'impegno dei soldati
tedeschi in Afghanistan, l'APM ricorda che la ricostruzione di scuole e
altre istituzioni civili viene già realizzata da decine di
organizzazioni umanitarie che lavorano nel paese, anche a Kundus e
Feisabad, già da prima che arrivasse l'esercito tedesco.
Al contrario, le squadre di ricostruzione dell'esercito costituiscono un
pericolo per la ricostruzione del paese poiché svanisce sempre più la
differenza tra cooperanti e militari rendendo così i collaboratori delle
organizzazioni umanitarie obiettivi di aggressioni terroristiche.
Inoltre i militari usano per i propri spostamenti anche mezzi non
riconoscibili come mezzi militari, simili a quelli usati dalle
organizzazioni umanitarie. Di fatto, se nel 2003 i collaboratori di
organizzazioni umanitarie uccisi sono stati sette, quest'anno sono già
23. La conseguenza della crescente instabilità e poca sicurezza nel
paese è rappresentata dal ritiro dei cooperanti internazionali che a sua
volta mette in grave pericolo la stabilità e la ricostruzione del paese.
Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030902ait.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030806it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030526it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/021202it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/021014it.html |
www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/020909it.html |
www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/afghan-mineo.html |
www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/afghan-maed-it.html |
www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/omid-it.html |
www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/afghan-colavit.html |
www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/afghan-col04it.html
* www: www.shuhada.org | www.isafkabul.org | www.aihrc.org.af