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governo boccia le coppie gay nello Statuto dellUmbria
- Subject: governo boccia le coppie gay nello Statuto dellUmbria
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- Date: Tue, 7 Sep 2004 14:04:50 +0200
Il governo boccia le coppie gay nello Statuto dell’Umbria
Il presidente Arcigay Lo Giudice: “Un nuovo attacco al principio di uguaglianza
e alla Carta di Nizza”. E' il secondo caso dopo la Toscana Ufficio stampa
Arcigay, 4 settembre 2004
Il governo illiberale ed antieuropeista di Berlusconi va di nuovo lancia
in resta contro il principio di uguaglianza fra i cittadini e prosegue la sua
crociata contro le coppie di fatto impugnando, dopo lo Statuto della Regione
Toscana, quello della Regione Umbria.
Anche stavolta fra i punti contestati c’è il riconoscimento di “altre
forme di convivenza”, cioè dei diritti delle coppie non sposate, fra cui quelle
omosessuali. Si tratta di un nuovo attacco sferrato dal governo di centrodestra
contro la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, proclamata a
Nizza nel 2000, che entrerà presto a far parte della nuova Costituzione
Europea, è già stata recepita dal Parlamento italiano e da quasi tutte le bozze
di Statuto in discussione nelle Regioni italiane.
Lo Statuto dell’Umbria, come quello della Toscana (e, fra quelli in via
di approvazione, di Emilia Romagna, Marche, Campania ed altre ancora) si
limita, infatti, a recepire il principio stabilito all’art. 9 della Carta di
Nizza che distingue il diritto di sposarsi da quello di costituire una
famiglia. Ancora una volta, il governo rifiuta di mettere in pratica principi
di libertà su cui l’Italia si è impegnata in sede europea, cedendo a quella
commistione fra istituzioni repubblicane e confessionalismo religioso che
rappresenta un tratto specifico dell’Italia.
Un riconoscimento di forme di convivenza non fondate sul matrimonio,
inoltre, è già presente nella Costituzione italiana che sottolinea, accanto ad
un particolare riconoscimento dei diritti delle coppie sposate, la funzione
delle altre formazioni sociali e stabilisce un criterio generale di non
discriminazione.
Siamo di fronte ad una nuova pagina nera dello scontro, tutto italiano,
fra un Paese laicamente aperto all’Europa e alle sue più recenti elaborazioni
in tema di diritti e un Governo che considera più importanti delle libertà
civili l’affermazione di alcuni principi confessionali e la subordinazione ai
poteri vaticani.
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay