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Fw: Comunicato stampa 17-05-04



COMUNICATO STAMPA



APPELLO URGENTE AL PARLAMENTO

Per una legge equa ed efficace sul diritto d'asilo





Roma 17 maggio 2004





I maggiori enti di tutela e assistenza dei rifugiati in Italia nonché le
confederazioni sindacali rivolgono un appello urgente affinché la legge sul
diritto di asilo attualmente in discussione alla Camera dei Deputati
permetta il pieno rispetto dei diritti dei rifugiati garantendo una
procedura di asilo, equa ed efficace, ed un adeguato sistema di accoglienza.



La proposta di legge intende finalmente attuare il dettato costituzionale,
per cui "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo
esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana,
ha il diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le
condizioni stabilite dalla legge"(art.10 comma 3 Cost.).



Il testo tuttavia, così come approvato dalla I Commissione della Camera non
presenta sufficienti garanzie procedurali:

¨       è irrinunciabile, per chi si vede rigettata la richiesta d'asilo,
la possibilità di proporre un ricorso effettivo davanti al giudice; durante
il tempo di attesa della decisione il richiedente asilo deve essere
autorizzato a rimanere in Italia;

¨       non appare giustificato che tutti i richiedenti asilo che
presentano spontaneamente la loro richiesta alle autorità vengano
trattenuti in centri speciali e sottoposti a una procedura semplificata che
offre minori garanzie rispetto a quella ordinaria, solo perché hanno fatto
ingresso in Italia senza passaporto o perché privi di un permesso di
soggiorno.



Si auspica inoltre che il testo sia emendato in modo da garantire
un'accoglienza dignitosa e il diritto al lavoro per tutti i richiedenti
asilo.

Il coinvolgimento istituzionale degli enti locali nelle attività di
accoglienza e integrazione dei rifugiati, come previsto dalla proposta di
legge, dovrebbe essere ormai acquisito e deve comunque essere supportato da
una copertura finanziaria garantita con continuità da parte dello Stato.



L'Italia si appresta, per la prima volta nella sua storia repubblicana, a
dare attuazione al diritto d'asilo costituzionale attraverso una legge del
Parlamento che potrà, finalmente, consentire una gestione coerente ed
organica dei vari aspetti concernenti le persone straniere che necessitano
di protezione internazionale, al momento dell'arrivo e durante la loro
presenza sul territorio nazionale.



Si tratta di un'opportunità storica.



Da molti anni, l'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati e tutte le
associazioni ed organismi impegnati per la difesa dei diritti umani e le
libertà fondamentali della persona auspicano l'adozione di una legge
organica sull'asilo.

Le associazioni e gli organismi firmatari si appellano al Parlamento, al
Governo e all'opinione pubblica affinché questa opportunità non sia
inquinata da considerazioni restrittive, che enfatizzano unicamente la
prevenzione dell'abuso del diritto d'asilo.

L'asilo è da sempre espressione di umanità, generosità e solidarietà con
chi è perseguitato nel proprio paese.

Non può in alcun modo essere considerato uno strumento per combattere
l'immigrazione irregolare.

I firmatari accolgono con favore la circostanza che molti elementi della
proposta di legge nel testo, approvato dalla I Commissione della Camera dei
Deputati, rispecchiano fedelmente lo spirito e la lettera del dettato
costituzionale, dei princìpi e del diritto internazionale, e possono
rappresentare un importante passo verso un ordinamento equo ed efficace
della materia.

Ricordiamo, a titolo di esempio, la definizione della persona avente
diritto d'asilo; la menzione di "genere", di "orientamento sessuale" e di
"appartenenza a un gruppo etnico" quali elementi che possono portare al
riconoscimento dello status di rifugiato; il decentramento della procedura
per il riconoscimento dello status di rifugiato; l'indipendenza ed
autonomia delle commissioni territoriali; norme sul ricongiungimento
familiare; il diritto al lavoro per il richiedente asilo, anche se il
termine stabilito in sei mesi, che deve decorrere prima di poter instaurare
un regolare rapporto lavorativo, appare troppo ampio.



Purtroppo, il testo contiene altri elementi, quali, segnatamente, quelli
riguardanti le garanzie procedurali, che richiedono una diversa
impostazione per assicurare la conformità della legge ai princìpi
universali di protezione internazionale e con la nostra Costituzione. In
questa richiesta, le associazioni e gli organismi firmatari si vedono
confrontati con le recenti pronunce emanate sia dalla Corte Costituzionale
che dal Consiglio di Stato: appare oltremodo irrinunciabile la possibilità
di proporre un ricorso effettivo all'organo giurisdizionale contro il
diniego di concessione del diritto d'asilo<#_edn1>[i].



Il richiedente deve essere autorizzato a rimanere in Italia durante il
tempo di attesa della decisione dell'organo giurisdizionale, diversamente i
rischi per la vita e l'incolumità della persona potrebbero portare a danni
gravi e irreparabili. Si auspica d'altro canto che tale periodo sia il più
breve possibile.



L'organo giurisdizionale deve avere la possibilità di ordinare il rilascio
del permesso di soggiorno per richiesta d'asilo quale misura cautelare,
valutando a tal fine fumus boni iuris e periculum in mora. Si ritiene
comunque che costituisce senz'altro un obbligo per il richiedente asilo
garantire la propria reperibilità durante tutta la procedura, pur tuttavia
egli deve essere messo in grado di onorare tale obbligo attraverso un
sistema di accoglienza in strutture adeguate. Si rileva inoltre che la
mancanza di posti disponibili per l'accoglienza non può in nessun caso
danneggiare la posizione legale del richiedente asilo, tanto più in un
paese che deve senz'altro adoperarsi per incrementare la rete di
accoglienza<#_edn2>[ii].



Non appare comunque adeguatamente giustificato in punto di diritto il
motivo perciò la persona che presenta spontaneamente la propria richiesta
d'asilo alle autorità competenti venga trattenuta in centri speciali e
sottoposta ad una procedura semplificata che offre un livello inferiore di
garanzie procedurali, rispetto alla procedura ordinaria, così come si
evince attualmente dal testo approvato in Commissione. La grande
maggioranza dei rifugiati in Italia e in tutta Europa arrivano nel Paese
d'asilo privi di passaporto, di visto o altri requisiti per l'ingresso
regolare.



Tale circostanza non può assolutamente portare al sospetto generalizzato
che la persona intenda fare un uso strumentale del diritto d'asilo. Il
collegamento automatico tra l'istituto del "trattenimento" e l'applicazione
della "procedura semplificata" così come attualmente configurato, non
sembra dare sufficienti garanzie procedurali ai richiedenti asilo in tale
delicatissima fase.



Per quanto riguarda le misure di assistenza e di accoglienza, si auspica
che il testo sia emendato così da garantire un'accoglienza dignitosa a
tutti i richiedenti asilo e da recepire adeguatamente la recente Direttiva
dell'Unione Europea sulle condizioni minime di accoglienza.

Le associazioni e gli organismi firmatari, molti dei quali da anni
impegnati direttamente per l'accoglienza e l'integrazione di richiedenti
asilo e rifugiati, considerano che il coinvolgimento istituzionale degli
enti locali in tale attività, quale previsto dalla proposta di legge in
oggetto, sia ormai acquisito.

Tuttavia, emerge l'esigenza che lo Stato si impegni con continuità al fine
di garantire la copertura finanziaria delle spese degli enti locali per
l'accoglienza della totalità dei richiedenti asilo e dei rifugiati
bisognosi di assistenza.





Firmatari:



ACLI

ARCI

Associazione Centro Astalli

Caritas Italiana

Casa dei Diritti Sociali - FOCUS

Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Sociali

Comunità di Sant'Egidio

Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR)

Consorzio Italiano Solidarietà (ICS)

CGIL

CISL

Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia-SRM

Fondazione Migrantes

Fondazione Franco Verga

Unione Forense per la Tutela dei Diritti dell'Uomo

UIL







Per ulteriori informazioni e adesioni:



Christopher Hein - CIR,  tel. 06 69200114

Anna Fabbricotti - CDS,  tel. 06 491340

Donatella Parisi - Ass. Centro Astalli,  tel. 06 69925099















<#_ednref1>[i] Nei vari paesi dell'Unione Europea, la percentuale dei
rifugiati che ottiene il riconoscimento dello status soltanto in seconda
istanza, ovvero dopo un iniziale diniego della domanda d'asilo, oscilla tra
il 30 e il 60 per cento.

<#_ednref2>[ii] Nel 2003, 7600 richiedenti asilo sono risultati
irreperibili - la maggior parte di essi a causa della mancanza di posti in
centri di accoglienza.