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Aceh/Indonesia: Diritti Umani sacrificati sull'altare dells sicurezza
- Subject: Aceh/Indonesia: Diritti Umani sacrificati sull'altare dells sicurezza
- From: "F A B I O C C H I::" <eco_fabiocchi@tin.it>
- Date: Tue, 11 May 2004 22:15:36 +0200
Aceh/Indonesia: Diritti Umani sacrificati sull'altare della sicurezza
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Amnesty Int. ha raccolto nuove testimonianze di torture compiute dall'esercito e dalla polizia. Tra le pratiche usate sono state documentate percosse, bruciature con le sigarette, sacchi di plastica sulla testa, e scosse elettriche. Sono state raccolte anche testimonianze di stupri e altre forme di violenza sessuale sulle donne. Anche gli arresti sono stati compiuti su larga scala. Le forze di sicurezza sostengono di aver arrestato 2,100 persone. Centinaia sono stati accusati di aver fatto parte al GAM, tuttavia ci sono forti prove che molti sono stati condannati in base a confessioni ottenute sotto tortura.
Fonte: Amnesty International
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi http://ecquologia.it/sito/pag89.map
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11 Maggio 2004 - Amnesty International ha chiesto al governo Indonesiano di fermare il sacrificio dei diritti umani sull'altare della sicurezza. Gli Acehnesi vivono in costante timore di uccisioni, torture e arresti. Un anno dopo che il governo Indonesiano ha imposto la legge marziale, la violenza e' diventata cosi' comune da rendere impossibile una vita normale. Le operazioni militari hanno distrutto gravemente anche la vita sociale ed economica, ha denunciato l'organizzazione.
Amnesty Int. ha raccolto nuove testimonianze di torture compiute dall'esercito e dalla polizia. Tra le pratiche usate sono state documentate percosse, bruciature con le sigarette, sacchi di plastica sulla testa, e scosse elettriche. Sono state raccolte anche testimonianze di stupri e altre forme di violenza sessuale sulle donne.
In un caso, una ragazza di 12 anni dall'Aceh settentrionale sarebbe stata stuprata dai membri dell'esercito Indonesiano nell'Agosto 2003. In un altro caso, 3 donne dall'Aceh orientale, una delle quali incinta, sono state costrette a spogliarsi e sono state molestate dai soldati. A conoscenza di Amnesty, nessuno di questi casi e' stato indagato.
C'e' stata una escalation nelle violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza sotto lo stato di emergenza in Aceh. Secondo le autorita' Indonesiane, le forze di sicurezza hanno ucciso circa 2000 persone lo scorso anno. Ci sono prove sempre piu' evidenti che molte delle vittime erano civili, e che i membri del gruppo indipendentista GAM (Free Aceh Movement) sono stati uccisi illegalmente.
Anche gli arresti sono stati compiuti su larga scala. Le forze di sicurezza sostengono di aver arrestato 2,100 persone. Centinaia sono stati accusati di aver fatto parte al GAM, tuttavia ci sono forti prove che molti sono stati condannati in base a confessioni ottenute sotto tortura.
Secondo Amnesty, questi processi sono politicamente motivati e dimostrano che i tentativi di riforma del sistema giudiziario, come il rafforzamento della sua indipendenza, hanno avuto un impatto minimo sui tribunali nel contesto che esiste in Aceh.
La scorsa settimana, l'esercito Indonesiano ha ammesso che le violazioni sono avvenute, e ha reso pubblico che 429 casi sono stati portati davanti alle corti militari, alcuni riguardanti le violazioni dei diritti umani. La condanna piu' lunga ad oggi sembra essere di 3 anni e mezzo per stupro. Amnesty International ha accolto con favore il riconoscimento dei problemi in Aceh, ma non considera l'esercito sufficientemente imparziale per valutare le violazioni commesse dai suoi stessi membri. Amnesty crede anche che questi casi costituiscono solo una piccola parte del numero totale di abusi.
Amnesty quindi chiede al governo Indonesiano di condannare pubblicamente le violazioni dei diritti umani in Aceh e di prendere provvedimenti immediati per fermarle, anche creando indagini efficaci, indipendenti e imparziali su tutte le violazioni denunciate. L'organizzazione sottolinea la necessita' di garantire accesso immeditato alla pronvicia per gli ispettori dei diritti umani, le organizzazioni umanitarie e i giornalisti. Da un anno nessuna di queste categorie puo' accedere all'area.
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