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rassegna cinematografica
Continua la rassegna CìBì CINEMA' Assaggi, assalti e altri accidenti
cinematografici a cura dei Disobbedienti presso il dopolavoro ferroviario
di Campobasso.
Mercoledi 21 aprile ore 21,30
proiezione di GOOD BAY LENIN
Regia: Wolfgang Becker
Sceneggiatura: Wolfgang Becker, Bernd Lichtenberg
Fotografia: Martin Kukula
Interpreti: Daniel Brühl, Katrin Sass, Maria Simon, Chulpan Khamatova,
Florian Lukas, Alexander Beyer, Michael Gwisdek, Burghart Klaussner, Jürgen
Holtz, Christine Schorn, Andreas Thiek, Jürgen Vogel, Stefan Walz, Willy
Brandt, Lothar de Maizière, Hans-Dietrich Genscher, Mikhail Gorbachev,
Raisa Gorbachev, Erich Honecker, Helmut Kohl, Egon Krenz
Nazionalità: Germania, 2002
Durata: 2h. 01'
Good Bye Lenin! di Wolfgang Becker
Finalmente è arrivato in Italia "Good Bye, Lenin!", il film tedesco
vincitore del Premio 'Der Blaue Engel' (L'Angelo Blu) come miglior film
europeo al Festival di Berlino 2003. L'eccezionale bellezza di questo film
è tutta racchiusa nel modo curioso usato dal regista per raccontare una
delle pagine più importanti della storia europea: la fine di un'epoca per i
tedeschi dell'est e l'inizio per loro di una nuova vita all'insegna del
capitalismo e della riunificazione dello Stato. Un modo divertente e
velatamente nostalgico di descrivere la nascita di una nuova Germania unita
dopo il caduta del muro di Berlino e del leninismo. Christiane (Katrin
Sass) è una donna dai saldi principi, socialista convinta ed accanita
attivista per i diritti dei consumatori. Quando nell'ottobre 1989 la donna
cade in coma dopo un forte shock, lascia i due figli Alex (Daniel Brühl) e
Ariane (Maria Simon) in una profonda disperazione da cui usciranno solo
otto mesi dopo, quando la loro mamma si risveglierà. Quello che però lei
non sa è che in quei mesi tutto si è stravolto ed il 'suo' mondo non è più
quello di prima: il muro che divideva la sua città era crollato e i
'disadattati', come lei chiamava i tedeschi dell'ovest, avevano 'invaso'
anche l'altra parte con le loro stranezze, insieme al consumismo ed a tutte
le più grandi multinazionali. Quando Alex capisce che lo stato di cose
fuori dall'ospedale potrebbe essere un trauma per lei ed esserle fatale
decide, contro il parere di tutti, di riportarla a casa e di ricreare per
lei in una stanza il mondo che aveva lasciato otto mesi prima, quello in
cui Lenin aveva trionfato e di cui era il simbolo. Inizia così il suo
calvario, che lo vedrà indaffarato a recuperare nei cassonetti sotto casa
quel che resta della loro ormai vecchia vita nella loro ormai 'vecchia'
Berlino Est. Col passare del tempo però quella che era iniziata come
un'innocente piccola frottola a fin di bene finirà per diventare un
pericoloso vortice in cui finiranno per essere coinvolti in troppi: i
vicini di casa, i colleghi di lavoro di Christiane e persino l'ex marito e
padre di Alex e Ariane, scomparso dalla loro vita quando erano molto
piccoli. Alla resa dei conti tutte le piccole grandi verità verranno a
galla, di certo non nel modo in cui avrebbero dovuto; finalmente svaniranno
tutte le ombre di un passato ormai troppo pesante da sopportare e che
purtroppo per loro non potrà mai più tornare... Il dramma e la più
esilarante delle commedie si combinano perfettamente in questa elegante
pellicola diretta e co-sceneggiata da Wolfgang Becker ("Life is all you
get") la cui idea iniziale è nata da un gruppo di suoi studenti di Colonia.
E' stato capace come pochi altri film di far scendere più di una lacrima
vuoi per la commozione di alcuni momenti vuoi per le grasse risate.
Francamente non sembra di stare di fronte ad un prodotto tedesco, a quegli
inespressivi e sbiaditi film privi di trasporto e di emozioni sullo stile
glaciale dell'Ispettore Derrick come quello uscito l'anno scorso dal titolo
"The Experiment", un thriller spasmodico che pur incuriosendo lo spettatore
rimaneva sempre un po' piatto, stereotipato e grigiastro. E' invece comico
e coinvolgente questo "Good Bye, Lenin!" che vi conquisterà per la
semplicità ma anche per la sua imparzialità visto che è un film che vuole
semplicemente 'raccontare' un pezzo di storia ed in alcun modo 'prendere
posizione' in merito. Un film diretto da un tedesco dell'ovest e quindi da
'uno dell'altra sponda', deciso semplicemente a descrivere in modo
accessibile anche ai più giovani una pagina importante del suo Paese e
dell'Europa intera. Certo è che Becker dopo questo suo importante lavoro
entra di diritto nella lista di quegli 'anziani' registi che non brillano
della luce riflessa del mondo hollywoodiano ma che fanno tesoro delle
proprie esperienze di vita (nella storia d'Europa c'è solo l'imbarazzo
della scelta) narrandole nelle loro opere affinché arrivino in tutto il
mondo. E siamo certi che questo film coglierà in pieno questo obbiettivo.
Non sappiamo come cambierà il film quando verrà doppiato in lingua italiana
per l'uscita nelle sale, quel che vi possiamo dire è che in lingua
originale sottotitolato in italiano è apparso in tutta la sua innata
bellezza nonostante il tedesco sia una delle lingue più sgradevoli del
mondo, senza perdere neanche per un istante la sua spontaneità e
l'efficacia delle favolose battute dei personaggi. Le interpretazioni dei
due protagonisti Daniel Brühl e Katrin Sass sono appassionate al punto
giusto, viscerali ed avvolte da una naturalezza quasi sorprendente.
Bellissima e di grande effetto la voce fuori campo di Alex che apre e
chiude il film come se leggesse la prima ed ultima pagina di un libro
dedicato alla sua adorata mamma. Assolutamente uno spettacolo da non
perdere.