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Omaggio a Norberto Bobbio, laico raro - 3mar04




                                       Associazione "Popolo Sovrano"




                                           Omaggio a Norberto Bobbio, laico
raro



1. Il Principio di Cautela ? "Grazie, Verdi", da parte degli embrioni

Ricordate le polemiche dei Verdi sotto il ministero dell'Ambiente di Willer
Bordon? in piena campagna elettorale 2001, le polemiche sui danni alla
salute provocati dalle radiazioni elettromagnetiche emesse da una stazione
radiotelevisiva vaticana? Ci fu uno scontro tra Ministero dell'Ambiente e
quello della Sanità. Che fine ha fatto quella storia? Dalle indagini venne
fuori che le evidenze scientifiche del danno erano poco più che zero,
statisticamente pressocchè irrilevanti. Per l'atteggiamento offensivo
tenuto verso scienza e scienziati da parte di Verdi e del ministro
dell'Ambiente Willer Bordon, l'allora ministro della Sanità, nientemeno che
Umbero Veronesi, disgustato per il dilagante demagogismo pseudoscientifico,
dichiarò che avrebbe abbandonato la politica. E in effetti non si
ricandidò.  Per giustificare la loro furia fondamentalista i Verdi e gli
anticlericali  arrivarono persino a concepire un principio, il Principio di
cautela. Che significa? che quando non c'è certezza della innocuità di un
prodotto, di un processo, di una attività, te ne devi astenere, comunque.
Insomma meglio la cautela del seppur ipotetico danno.  Occorre provare la
certezza dell'innocuità. Se, come è innegabile, quel principio ha un
fondamento, sarebbe il caso, allora, che Verdi, e non solo, ne traessere
coerenti conseguenze, perchè, a ben riflettere, quello che gli
antimaterialisti o antiabortisti che dir si voglia sostengono da sempre in
tema di embrioni è esattamente l'applicazione del principio di cautela.
Eistono seri e ragionovoli argomenti per ipotizzare che l'embrione sia in
nuce un essere umano? nessuno può negarlo. E allora, in omaggio al
principio di cautela che tanto assennato pare a tutti, applichiamolo agli
embrioni. Non sapendo con certezza se si tratti di persona o meno,
cauteliamoci di fronte all'ipotesi più rischiosa, che l'embrione sia una
persona. Ergo, benarrivati all'antiabortismo cari compagni Verdi (quelli
che amano la Ragione, si intende...).


2. il papa laico e l'aborto

negli anni in cui impazzavano le polemiche pro e contro la depenalizzazione
dell'aborto, Norberto Bobbio concesse un'intervista pubblicata dal Corriere
della Sera il 6 maggio 1981, alla vigilia del referendum sull'aborto. Il
«papa laico» spiegava le ragioni del suo voto contrario all'aborto: « è il
classico problema nel quale ci si trova di fronte a un conflitto di diritti
e di doveri. Innanzi tutto il diritto fondamentale del concepito, quel
diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. E' lo
stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena al morte. Si può
parlare di depenalizzazione dell'aborto ma non si può essere indifferenti
di fronte all'aborto. C'è anche il diritto della donna a non essere
sacrificata nelIa cura dei figli che non vuole. E c'è un terzo diritto:
quello della società. Il diritto della società in generale ed anche delle
società particolari  a non essere superpopolate... Ho parlato di tre
diritti: il primo, quello del concepito, è fondamentale; gli altri, quello
della donna e quello della società, sono derivati. Inoltre, e questo per me
è il punto centrale, il diritto della donna e quello della società, che
vengono di  solito addotti per giustificare l'aborto, possono essere
soddIsfatti senza ricorrere all'aborto, cioè evitando il concepimento. Una
volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere
soddisfatto soltanto lasciandolo nascere... Mi consenta di ricordare il
Saggio sulla libertà di Stuart Mill..... Il diritto, secondo Stuart Mill,
si deve preoccupare delle azioni che recano danno alla società: "il bene
dell'individuo, sia esso fisico  o morale, non è una giustificazione
sufficiente........ Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo,
l'individuo è sovrano". Adesso le femministe dicono: "il corpo è mio e  lo
gestisco io". Sembrerebbe una perfetta applicazIone di questo principio.
Io, invece, dico che è  aberrante farvi rientrare l'aborto. L'individuo è
uno, singolo. Nel caso dell'aborto c'è un "altro" nel corpo della donna. Il
suicida dispone della sua singola vita..... E mi stupisco ...che i laici
lascino ai credentI il privilegio e l'onore di affermare che non si deve
uccidere».




3 . Eugenio Montale, l'illuminismo, il senso della vita

Un altro parere, della stessa epoca. "Nel nostro tempo", il Nobel Montale
scrisse: "quel che avviene nel mondo cosiddetto civile a partire dalla fine
dell'illuminismo è il totale disinteresse per il senso della vita. Ciò non
contrasta con il darsi da fare, anzi. Si riempie il vuoto con l'inutile".
Correva il 1972.




4. Ecco le ragioni della Poesia, 1976: una faccenda di brevetti rubati


                                                    A b o r t o


                          Apri la falla dentro

e attorno a noi.



Per dirti di libere solvenze



che capovolgono la solita



cautela di maneggiare



vita. Forse vorresti



avessero tirato



te con tale arnese



per farti molecola



sconciata, cielo deposto



rigettato in terra ?



Quando saprai



non essere che utente



d'un brevetto non tuo



creando l'altro uomo e te



dio, potrai sottrarti



a sete di rispetto



che avverte chi comprende



d'esser dinnanzi



a un lembo d'universo.





(il cuore della poesia? quando l'uomo imparerà a non essere solo l'utente -
ancorchè abile replicatore o manipolatore - di un brevetto non suo, quando
imparerà lui a "creare", ossia a produrre dal nulla altri uomini,
diventando allora sì egli stesso un dio, soltanto allora potrà sottrarsi al
doveroso rispetto verso l' "universo" che si cela dietro ogni "grumo" di
vita.  Insomma, dietro gli embrioni, si nasconde una storia di brevetti
rubati....)



5. Ancora le ragioni della Sapienza, 800 a.C. Chandogya Upanishad (6,12-13):

<< 1. "Prendi di là un frutto".   "Eccolo, o venerabile".
"Spaccalo".   "Eccolo spaccato, o venerabile".
"Che ci vedi?".   "Questi piccolissimi grani, o venerabile".
"Bene, spaccane uno".   "Eccolo spaccato, o venerabile".
"Che ci vedi?".   "Nulla, o venerabile", rispose quello.
2. Allora il padre gli disse: "Da questa essenza sottile che tu non
percepisci, o caro, da questa essenza sottile nasce veramente questo grande
albero." >>




6. Aborto e pena di morte

tornando al grande Bobbio, sottolineiamo il geniale parallelo che
suggerisce tra i due eventi simmetrici, l'impedimento all'entrata e la
forzatura all'uscita, facenti capo all'unico capo del diritto, quello di
permanere nell'esistente una volta entrativi. Il primo caso assicura  il
permanervi una volta che all'esistente ci si sia affacciati, il secondo ne
assicura il permanere di fronte alle estromissioni forzate.



7. Achille e la pasticceria

della inquietante discesa di Ulisse nel regno di coloro che non "sono" più,
indimenticabile è la sconvolgente confessione di Achille, l'eroe
imbattibile della epica di Troia. La sua ombra, vagando senza senso e tempo
nell'indistinta moltitudine delle altre, arriva a confessare l'ultima cosa
al mondo che ci attenderemmo di udire dalla bocca dell' "inclito" superman
omerico: mille volte preferibile un giorno di vita da schiavo tra i vivi
piuttosto che quella miserabile realtà di ex eroe tra i morti.
Terrorizzante. Terrore giustificato,... a. C.
Per chi comprenda questa disperazione omerica, il messaggio non può che
essere antiabortivo, a tutti i costi, a qualsiasi costo: se un "ente"
riesce per un motivo qualsiasi a mettere piede fuori dall'inesistente, dal
nulla, dal regno dei non nati, della eterna attesa di nascere, se
quell'ente riesce ad affacciarsi all'esistente, a questa che per noi è
l'unica vita e per lui l'unica occasione dell'intera eternità, andargli a
dire, "scusa, ci siamo sbagliati, tornatene indietro", sapendo che per lui
non ci sarà una prossima volta, pare sconvolgente. E perchè, poi? perchè
abbiamo problemi di carriera, perchè rovinerebbe la vita della ragazza,
perchè i genitori hanno litigato, perchè c'è il concorso, perchè deve fare
un film, perchè si smaglia la pelle, perchè ce ne sono già altri quattro,
perchè non ama l'uomo con cui lo ho fatto, perchè l'uomo con cui lo ha
generato le ha usato violenza ( da condannare, certo, ma "lui" che
c'entra?), perchè non posso dargli una vita decorosa, perchè è stato
concepito senza coscienza, senza responsabilità, senza convinzione, senza
volontà, senza averlo scelto, tutte cose comprensibili quanto si vuole, ma
che risultano ineziali rispetto all'enormità dell'insulto esistenziale, una
miopia borghese che sfocia nel trucido. Immaginiamo che nostra madre ci
avesse abortito. Che ne sarebbe stato della nostra esperienza? del nostro
esistere? E se si fa fatica a capire questo trauma filosofico, ci soccorra
una immagine più semp0lice: facciamo entrare un bambino che non ha mai
avuto il piacere di assaggiare un dolce, in una pasticceria, e poi
diciamogli di uscirne, perchè quei dolci non sono per lui, sono per qualche
altro, sapendo che per lui quella sarà l'ultima ed unica
occasione...."Concepire" è un atto di grande intellettualità, un gesto
einsteiniano, che corre dall'energia alla materia ... Ecco perchè concepire
e poi abortire appare, a chi pensa, contro natura, contro l'intelletto,
contro l'umana creatività, un gesto povero e "borghese".



8. almeno, condannare l'aborto senza sanzione

Bobbio suggeriva che la Società almeno condannasse l'aborto come delitto
contro la vita, anche senza sanzione. Una condanna senza pena. Si potrebbe
pensare ad una pena "civile", ad esempio la sospensione per alcuni anni dei
diritti civili, diritto al voto, ammissione a concorsi, carriera, sussidi,
agevolazioni.... Lo Stato così almeno dichiarerebbe la gravità dell'aborto,
lo sancirebbe come illecito, e non solo moralmente, ma senza infierire
sulle persone (padre e madre) che decidessero la soppressione dell'embrione.
PS: su la Repubblica -  Salute, 12 feb 04, Guglielmo Pepe, detentore della
rubrica "lettere", dichiara "lei dimentica che si può essere mamme senza la
necessaria presenza di noi maschi". Propongo un Nobel a questo esilarante
genio della genetica...


9. tre diritti, non di pari livello

Bobbio vede correttamente il  problema dell'aborto nel conflitto di più
diritti, quello del nascituro, quello della donna, quello della   società.
E risolve il problema con la considerazione che il diritto alla vita è
diritto fondamentale, mentre gli altri due, della donna e della società
sono secondari ("derivati"), perchè possono essere soddisfatti prevenendo
il concepimento.
Tutto condivisibile, anche se le giustificazioni che Bobbio pone a sostegno
dei diritti derivati appaiono parziali. Quando la donna opta per l'aborto,
non lo fa sempre o esclusivamente per non sacrificarsi nella cura dei
figli. Fosse per questo, lo Stato potrebbe risolvere e di fatto risolve
sovente - la questione mettendole a disposizione assistenze varie.
Analogamente il diritto della società non può ridursi solo all'obiettivo di
evitare il sovrapopolamento. Andrebbe almeno tenuto quantomeno presente il
simmetrico diritto ad evitare la denatalizzazione.


10. il buco nero della legge 194

Bobbio, proprio come la legge 194, dimentica inspiegabilmente il diritto
del cogenitore. Si tratta di dimenticanza gravissima ed inconcepibile sul
piano della filosofia del diritto e dello Stato. Lo Stato è là dove si
trovano almeno due persone, come si ricava proprio dalle opportune
citazioni che Bobbio fa di Stuart Mill. E' per questo che la dimenticanza
del cogenitore da parte di Bobbio e della legge 194 non solo configura una
inammissibile negazione dei diritti legittimi di un altro cittadino, ma
soprattutto significa azzerare con lui l'intera valenza "sociale" dell'atto
generativo. La "produzione" di un individuo da parte di due cittadini fa
nascere diritti e doveri da parte di entrambi. La dimenticanza di uno dei
due, giustificandola con la unilaterale gestazione del "prodotto" da parte
di uno solo dei due, è inammissibile. Nessun  "azionista" di una "impresa"
perde i suoi diritti solo perchè non partecipa alla gestione dell'
"impresa" stessa. I due "cogenitori" sono gli azionisti dell'operazione. Se
la donna è indiscutibilmente l'unica responsabile  della
gestione-gestazione, questo non  può annullare i diritti dell'altro
"azionista".
"La fertilità - dichiara Paola Binetti, direttore del Dipartimento per
l'innovazione didattica ed educativa del Campus biomedico -, è parte
integrante del patto che lega l'uomo e la donna nella ...progettualità
della maternità e della paternità".


11. Depenalizzare l'aborto perchè troppo diffuso? demenza giuridica...

Ricordate quante frottole raccontavano per farci votare a favore della
depenalizzazione dell'aborto? Fenomeno troppo diffuso, l'arricchimento
delle mammane, la clandestinità,  fughe all'estero..., pseudoargomenti che
fecero miriadi di vittime..., mentre le ragioni dell'aborto sono molte,
complicate e serie. Sentiamo Bobbio: "Il fatto che l'aborto sia diffuso è
un argomento debolissimo dal punto di vista giuridico e morale. E mi
stupisce che venga adottato con tanta frequenza.....Il furto d'auto, ad
esempio, è diffuso, quasi impunito: ma questo legittima il furto? ...".
Crediamo che la minaccia delle fughe all'estero per abortire, oppure  la
clandestinità in patria, o le mammane, o altre pratiche rientrino tra
questi argomenti privi di dignità giuridica. Un esempio? A Montecarlo non
si pagano tasse. Per questo forse qualcuno trova legittimo non farle pagare
neppure in Italia per evitare fughe all'estero?  Ci sono flussi migratori,
di persone, ma ancor più di capitali.  E' forse ragione sufficiente perchè
si depenalizzi il reato di evasione...? Decidiamo democraticamente, per
favore, smettiamo di farci abbindolare dai  contafrottole...


12. Suicidio, droga, aborto, divorzio, eutanasia, fecondazione assistita:
tutti problemi uguali?

Nonostante la confusione dilagante e persistente, per cui vengono da
maldestri improvvisatori richiamati come casi di estrinsecazione della
libertà di scelta individuale, tutti questi problemi non sono affatto
identici sul piano della filosofia del diritto. Purtroppo la cultura del
diritto di questo paese è quella che è....Berlusconi non è un caso...
Alla luce della definizione di "area personale" individuata da Stuart Mill
("Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l'individuo è sovrano") e
da Bobbio richiamata (" Il diritto, secondo Stuart Mill, si deve
preoccupare delle azioni che recano danno alla società"), il suicidio e
l'assunzione di droga costituiscono casi in cui la scelta dell'individuo
nasce da lui e su di lui si chiude. I cittadini coinvolti si riducono a
uno. Lo Stato non c'entra. Suicidio e assunzione di droga sono da
depenalizzare. Siamo nell'area della piena libertà di scelta individuale.
Quando però si passa al caso del divorzio, si cambia: la stesura e la
modifica di un contratto sottoscritto tra due adulti, ricade sui due
adulti. Lo Stato ha diritto di intervento. Si limiterà ad esigere il
rispetto dei termini del contratto e la tutela degli interessi fondamentali
dei figli, ma ha diritto di intervento. Lo Stato lascia che i due decidano
consensualmente ed in un rapporto paritario. Quando invece si affronta il
tema dell'aborto le persone coinvolte passano da due a tre. La legge
attuale, ignorante di diritto, li riduce addirittura ad uno....  Lo Stato
deve intervenire a regolare rapporti e tutelare interessi, massimamente
quelli della parte debole. L'eutanasia, come erogazione di morte forzata
assistita, si differenzia dal suicidio proprio perchè implica assistenza. A
causa di questa, non si esaurisce su un solo individuo, in quanto presume
il coinvolgimento di medici, del sistema sanitario, dello Stato. Se lo
Stato è chiamato ad assistere, acquista il diritto di intervenire e
regolamentare. Si impone la domanda: lo Stato può prestarsi ad erogare
morte? può permettersi di mettere a disposizione di questa volontà la
classe di professionisti, i medici, che per funzione fondamentale sono
sempre stati vincolati all'obbligo di dare vita e salute? Ci si rende conto
che stravolgimento della medicina comporta l'attribuzione ai medici del
ruolo di tanatofori? Chi distinguerà più l'errore medico
dall'assecondamento di una volontà suicida? Si toccano problemi giuridici
sconvolgenti... E sulla fecondazione artificiale, tema articolato e
complesso? Qui ci occupiamo solo della produzione in esubero di embrioni
condannati alla distruzione. Siamo di nuovo al caso dell'aborto. Se
interviene attraverso il Sistema sanitario o anche attraverso i medici
iscritti all'Albo, lo Stato deve svolgere la sua funzione di
regolamentazione. Tirare in ballo la libera scelta, quando si chiede la
prestazione ad altri cittadini, è una svista giuridica colossale. Qualcuno
cominci a spiegarlo al popolo dei digiuni del diritto, magari cominciando
da Concita De Gregorio...



Fausto Carratu'