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Il dramma di Brindisi
In queste settimane continua a dilagare a Brindisi la crisi occupazionale·
Si sta consumando un dramma - dalle origini antiche - per Brindisi città ed
il suo territorio provinciale. La crisi ambientale unita all'esplodere di
quella occupazionale, la stessa vertenza politico-giudiziaria rendono
sempre più fosco uno scenario già drammatico. Che si consuma con i
riflettori nazionali e regionali da sempre spenti su una provincia che non
ha mai contato niente - manco sulla stampa di contro informazione - e con
un dibattito politico nel centrosinistra (alla ricerca di identità,
programmi e candidature) caratterizzato da ritardi ed inadeguatezze. A
completare il quadro la notizia, sempre più confermata, della ipotesi di
fare del porto di Brindisi un sito per sommergibili nucleari (!!!???).
· Per chi ha voglia e tempo per approfondire di seguito trova - e
diffonda se può- un articolo di Michele Di Schiena proprio su questi
scenari e sul dibattito nel centrosinistra (anche dopo la fuoriuscita del
PRC dal tavolo delle trattative); una nota del Forum
Ambiente-Salute-Sviluppo sulla crisi economica e la vertenza "Multiservizi;
e rilancio - è apparsa su tutti i giornali locali - una e.mail di Bobo
Aprile con la notizia dell'interpellanza dell'on.le Bulgarelli sui
sommergibili atomici
Giancarlo CANUTO - A SINISTRA - Brindisi
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PER IL CENTROSINISTRA E' L'ORA DELLA RESPONSABILITA'
Va dato atto all'on.le Mennitti, candidato Sindaco dello schieramento di
destra, di una sostanziale sincerità politica che suona però come una
condanna a morte per il futuro di questa città e di questo territorio.
Nell'intervista introduttiva della sua campagna elettorale egli infatti ha
detto che l'installazione del rigassificatore è oramai un fatto compiuto ed
ha espresso solo una fievole quanto evanescente contrarietà al
potenziamento della centrale di Brindisi Nord aprendo così una comoda
strada a scelte che faranno crescere pericoli e malattie e condanneranno
alla stagnazione e al regresso l'economia locale sempre più insidiata dalla
perdurante disoccupazione, dai ricorrenti licenziamenti e dalla crescente
precarietà del lavoro. Sul problema del rigassificatore l'on.le Mennitti,
pressato da incalzanti dissensi, è stato poi costretto ad ammettere che la
localizzazione dell'impianto nel porto è una scelta "sbagliata" dicendosi
in pratica favorevole, senza alcuna motivazione contro ogni buon senso,
alla installazione dell'impianto medesimo a qualche chilometro di distanza
dal porto, sempre sul nostro litorale marino. Ha cercato poi di defilarsi
l'on.le Mennitti quando, vestendo i panni di una studiata modestia, ha
fatto riferimento alla limitatezza dei suoi poteri, oggi come candidato e
domani come eventuale Sindaco. Ma non è forse egli uno dei più ascoltati
consiglieri di quel Berlusconi il quale ha assicurato a Tony Blair che la
British Gas potrà fare a Brindisi ciò che vuole? E perché mai egli
minimizza tanto i poteri che il Sindaco ancora conserva sul territorio
comunale ed omette di considerare che comunque lo stesso Sindaco, avendo la
rappresentanza complessiva degli interessi della città, può sempre guidare
una forte mobilitazione popolare per bloccare progetti "sbagliati" che
arrecano grave danno alla comunità cittadina?
Il fatto è che siamo di fronte ad uno schieramento, quello appunto della
destra locale, che costituisce uno strumento operativo della politica
industrialista del governo Berlusconi, una politica delle grandi opere e
dei grandi insediamenti che devasta l'ambiente e blocca il vero sviluppo.
Una politica economica vecchia e fallimentare che punta sul "grande" e
soffoca il "piccolo", che favorisce le forti concentrazioni industriali e
danneggia l'imprenditoria delle vocazioni locali e delle iniziative di
base, che privilegia le ragioni del grande profitto sugli interessi
generali e su quelli dei ceti meno tutelati. Ora, questa politica si può e
si deve battere per assicurare alla città un futuro migliore. Ecco perché
le istanze democratiche più avvertite dell'area progressista hanno detto
per tempo che si deve "cambiare rotta" e che bisogna farlo lungo due
direttrici fondamentali: quella di un serio impegno per il rilancio della
partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e quella del cambiamento
del modello di sviluppo mediante la promozione di un polo produttivo
costituito da piccole e medie imprese e da sodalizi a struttura
cooperativistica capaci di esprimere esigenze ed attitudini di
autorganizzazione e di autogestione. Come metodo, dunque, la città dei
pochi che diventa la città di tutti e come progetto un polo produttivo dai
connotati sociali in grado di affiancare, non in modo marginale, il polo
chimico e quello energetico e di porsi come una realtà emergente e
tendenzialmente prevalente rispetto ai due citati settori.
A Brindisi si gioca quindi una partita decisiva per le sorti della città ed
anche - giova sottolinearlo - di grande rilievo nazionale per il valore
simbolico che può avere da noi il responso popolare in un confronto dove la
sinistra ed il centrosinistra sono chiamati ad opporsi ad un odioso diktat
berlusconiano che si incarna nella candidatura di uno dei più fedeli ed
autorevoli collaboratori del premier. Ed allora, di fronte ad una così
grande responsabilità come potrebbero trovare giustificazione i
personalismi, le divisioni, i ritiri aventiniani, le rivalse, i
corporativismi e gli orgogli di partito o di gruppo? E non sarebbero
espressione di vocazioni autodistruttive, di un vero e proprio "cupio
dissolvi", i rinnovamenti di facciata, i camaleontismi, le regie dietro le
quinte e le "desistenze" tattiche senza autentici "ravvedimenti operosi"?
Occorre perciò mettere al bando i rigurgiti di vecchi metodi e di vecchie
prassi che sono in aperto contrasto con lo spirito del "cambiare rotta" e
che condannerebbero lo schieramento progressista ad un'amara e forse
irreparabile sconfitta.
Sento perciò il dovere, col cuore di chi non ha altra ambizione se non
quella di rendere un modesto servizio al cammino che abbiamo insieme
intrapreso, di pregare i gruppi dirigenti dell'Ulivo di dare risposte
rassicuranti alla domanda di un più deciso e coraggioso rinnovamento, che
verrebbe maggiormente accreditato dalla scelta di aderire in massa alla
mobilitazione popolare che stanno promuovendo le associazioni ambientaliste
contro le rovinose scelte industrialiste di ieri e di oggi. E mi sia
consentito anche pregare gli amici di Rifondazione Comunista e delle altre
formazioni che hanno dato impulso al progetto rinnovatore di superare il
disagio provocato da qualche comprensibile delusione per riprendere il
cammino assembleare e non disperdere i frutti preziosi della loro generosa
e provvida iniziativa che ha avuto nelle due assemblee dell' "Universal" i
suoi momenti più significativi di partecipazione democratica e di
progettazione politica. Ed infine uno spunto di riflessione mi permetto
anche di offrire al notaio Errico e agli altri amici di orientamento
progressista che hanno dato il loro contributo alla raccolta qualche tempo
addietro delle diecimila firme per chiedere un referendum consultivo sugli
impianti inquinanti di questa città. Quel referendum ci fu negato ma,
tenuto conto dell'evoluzione che le cose hanno avuto e della politica di
questo governo sul futuro di Brindisi, si presenta oggi una grande
occasione: quella di vivere all'interno dello schieramento progressista
l'appuntamento elettorale della prossima primavera anche come la
riproposizione di quel referendum che ci fu scippato, come una grande
consultazione popolare sul futuro della città e del suo territorio. Bisogna
allora ritrovare l'unità intorno all'idea-forza del "cambiare rotta".
Abbiamo tutti il dovere di provarci e per farlo dovremmo ritrovarci al più
presto in quel comitato nominato a conclusione dell'assemblea del 23
gennaio.
Mi si perdoni infine un'annotazione di carattere personale: se le cose
andranno nel verso auspicato, sentirò il dovere di candidarmi, sempre che
gli amici lo ritengano utile, a dare il contributo di cui sono capace al
lavoro di conduzione e di svolgimento della campagna elettorale mentre
escludo categoricamente ogni mio interesse, per i motivi già pubblicamente
indicati, a qualsiasi candidatura in senso proprio.
Brindisi, 02 febbraio 2004
Michele DI SCHIENA
forum ambiente salute e sviluppo
c/o studio avv. Carlo De Carlo
Via Casimiro 6 -Brindisi
tel. 0831/524136 - fax 524137
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L'OSCURO MONDO DEI RIFIUTI
In queste settimane continua a dilagare a Brindisi la crisi occupazionale.
Dopo Dow, Fiat Avio, Powerco molti posti di lavoro della Multiservizi e di
ditte i cui dirigenti sarebbero stati coinvolti nelle indagini giudiziarie
dello scorso autunno sono minacciati di licenziamento. L'Edipower mette
alla porta le ditte dei servizi che sarebbero coinvolte nella
"tangentopoli" brindisina. Inoltre l'azienda che gestisce la discarica in
contrada Autigno, in previsione dell'entrata in funzione dell'impianto per
la produzione di "combustibile da rifiuti" (CDR), procede al licenziamento
della metà dei lavoratori impegnati in quella attività sulla base della
previsione di una riduzione della quantità di rifiuti conferiti in
discarica. Dal canto suo, la ditta Termomeccanica, gestore
dell'inceneritore di rifiuti industriali del consorzio SISRI nella zona
industriale e socio di minoranza al 49% della stessa Multiservizi,
pretenderebbe che le si affidi l'intero ciclo dei rifiuti ( dalla
produzione del CDR, al suo incenerimento eufemisticamente chiamato
termovalorizzazione) - e che si incrementi il numero dei parcheggi a
pagamento in città per favorire il ripiano dei debiti della Multiservizi
e per scongiurare così i minacciati licenziamenti.
In coincidenza non casuale di queste vicende occupazionali si è appresa in
questi giorni la notizia che la caratterizzazione del suolo del
Petrolchimico avrebbe messo in evidenza la presenza di grandi quantità di
diossine e di furani. Ora, tali reperti sono da tempo emersi in analoghe
realtà industriali come quelle di Porto Marghera e di Mantova. In quelle
realtà del Nord diossine e rifiuti industriali sono stati trovati
rispettivamente nelle aree prospicienti al perimetro industriale e in
discariche abusive nei territori dei comuni limitrofi a quelli di
localizzazione degli impianti. Intorno poi al petrolchimico di Mantova uno
studio di tipo sanitario ha rilevato un incremento di ben 25 volte della
mortalità per un particolare quanto raro tumore strettamente correlato alle
diossine e quindi all'incenerimento dei rifiuti, ossia il sarcoma delle
parti molli.
Il ritrovamento delle diossine nel Petrolchimico di Brindisi è correlato
alle attività ormai dismesse degli impianti di cloro-soda e di cloruro di
vinile monomero, ma occorre tener presente che diossine vengono emesse
anche dalle attività di incenerimento dei rifiuti e questo vale a
Brindisi anche per la piattaforma del SISRI gestita dalla Termomeccanica e
per l'inceneritore che si intende costruire a Carovigno.
Le vicende occupazionali a cui stiamo assistendo in queste settimane
confermano che il malaffare si coniuga sempre con il disprezzo della salute
e dell'ambiente ma anche del lavoro e che l'attuale distorta gestione dei
rifiuti perpetua la dipendenza economica del nostro territorio e la piaga
della disoccupazione. I rifiuti oltre che costituire una risorsa molto
profittevole per chi vuole ricavare dalla loro manipolazione CDR per
bruciarlo (il che non significa - si badi - far scomparire i rifiuti nel
nulla!) possono rappresentare una ricchezza di valore anche maggiore per
la collettività sia dal punto di vista genericamente economico che da
quello più strettamente occupazionale. Infatti se le diverse tipologie
merceologiche (carta, vetro, alluminio, plastica, umido) venissero separate
in casa, con la predisposizione dei necessari presidi e con il
dispiegamento della opportuna organizzazione, potrebbero essere avviate al
vero riciclo con produzione di nuova carta, vetro, plastica ed alluminio e
con molto più profitto per la collettività anche in termini occupazionali.
Proseguendo invece sulla strada della differenziazione dei rifiuti a
"valle", solo per la produzione di CDR da bruciare negli inceneritori, si
incrementano solo i profitti di pochi ed i costi per la collettività
(TARSU e "strisce blu") e si abbandonano i lavoratori al ricatto
occupazionale.
I cittadini pagano già molte tasse, comprese quelle comunali, e sarebbero
sicuramente pronti a pagarne altre se ciò servisse ad evitare la
disoccupazione di molti lavoratori. Ma le risorse che il Comune già assorbe
dai loro redditi con la tassa sui rifiuti e con i parcheggi, per citare
solo alcuni dei numerosi prelievi, potrebbero creare molto più lavoro anche
nella stessa Multiservizi se anziché venire assorbite dai gestori delle
discariche, dai produttori di CDR e dai conduttori degli inceneritori,
fossero impiegate per finanziare un vero riutilizzo dei rifiuti
differenziati e recuperati direttamente nelle case.
Un "cambiamento di rotta" nella gestione dei rifiuti che blocchi la
costruzione dei nuovi inceneritori e programmi la dismissione di quelli
funzionanti, oltre a rappresentare un segnale concreto di contrasto del
malaffare e di discutibili intrecci tra politica ed interessi
industriali, consentirebbe di trasferire il profitto finora destinato a
pochi verso attività economiche che la stessa Multiservizi potrebbe gestire
nell'interesse della collettività.
Brindisi, 3/2/2004
Annino Baroni - Giovanni Caputo - Carlo De Carlo -Michele Di Schiena -
Raffaella Guadalupi - Teodoro Marinazzo - Achille Noia - Michele Polignano
- Maurizio Portaluri.
Ricevo ed inoltro da Bobo Aprile
RICORDATE QUELLA RICHIESTA DI INFORMAZIONI FATTA DA ME E DA STEFANO
PALMISANO AL PREFETTO DI BRINDISI , DOPO LE NOTIZIE APPARSE SUL MANIFESTO E
RELATIVE AGLI 11 PORTI ITALIANI CHE POTEVANO OSPITARE SOMMERGIBILI
NUCLEARI? I nodi vengono al pettine
ON.LE BULGARELLI: A BRINDISI SITO SOMMERGIBILI NUCLEARI? INTERROGAZIONE
DEPUTATO DEI VERDI
(ANSA) - ROMA, 3 FEB - Il governo ha autorizzato un sito per sommergibili
nucleari nel porto di Brindisi? E' quanto chiede di sapere, in una
interrogazione parlamentare, il verde Mauro Bulgarelli. ''Secondo
informazioni in nostro possesso - afferma Bulgarelli in una nota -
sarebbero in corso accordi tra la Marina Militare, il governo e l'Autorità
portuale di Brindisi per la costruzione di un punto di attracco e
rifornimento per sommergibili nucleari sulla banchina di Capobianco, nella
zona industriale di Brindisi. Il dato sconcertante - sottolinea il deputato
dei verdi - e' che il sito dovrebbe sorgere accanto al futuro impianto di
rigassificazione della British Gas e a breve distanza dalle centrali
termiche che si trovano tra la zona industriale e la costa sud. Secondo
indiscrezioni, al punto di rifornimento sarebbero interessati le flotte
nucleari di Stati Uniti, Francia e Russia''. ''E' inutile sottolineare -
afferma Bulgarelli - gli enormi rischi che una simile collocazione
comporterebbe per la popolazione civile, sia in caso di incidente - che
provocherebbe una vera e propria catastrofe - sia in seguito
all'inquinamento radioattivo derivante dal transito dei sommergibili''.
Il parlamentare dei verdi sottolinea inoltre che, secondo alcuni organi di
informazione locali, ''a Taranto sarebbe in costruzione una terza base
militare sotto comando Usa. Barbara Lief, diplomatica dell'ambasciata
americana, e' giunta a Taranto il 12 gennaio scorso con al seguito
funzionari della Westland Securities, societa' specializzata in studi di
fattibilita'. La nuova base - continua Bulgarelli - dovrebbe far parte del
sofisticato sistema C4I, una rete di coordinamento e spionaggio militare
che colleghera' la base navale jonica direttamente al Navy Center for
Tactical System Interoperability di San Diego, in California, scavalcando
di fatto la catena di comando Nato''.
''Insomma - conclude il deputato dei verdi - siamo di fronte al solito
intollerabile gioco: grazie ad accordi segreti il nostro territorio diviene
di fatto un protettorato Usa e l'Italia, pur avendo ripudiato da anni
l'energia nucleare, si trova ad essere disseminata di ordigni nucleari che
attentano quotidianamente alla salute della sua gente''. (ANSA).