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lettera aperta alle/i compagne/i del PRC



Lettera aperta alle compagne e ai compagni di Rifondazione Comunista


In questi anni ci siamo incontrati da Genova agli scioperi generali, dalla
lotta alla guerra globale permanente alle vertenze contro l´installazione
della turbogas, dai cancelli delle fabbriche alla rivendicazione dei
diritti per tutti contro la precarietà, per costruire insieme quell´ "altro
mondo possibile".
Nei giorni drammatici del terremoto abbiamo visto nel concreto come è
possibile costruire solidarietà fuori dai circuiti convenzionali
sperimentando attivamente forme di autogestione e partecipazione popolare.
Cose fatte insieme, coscienti anche delle differenze che affondano in
diverse identità sociali e culturali. Noi, ad esempio, continuiamo a
credere che l´autogestione ancora oggi è il delta per la costruzione di
nuove forme di conflitto e rappresentanza sociale.

Nella critica al Novecento e alla forma partito c´è l´alba dei movimenti,
ed è dunque con grande interesse che abbiamo seguito l´ultimo vostro
congresso e l´innovazione e la trasformazione di un partito comunista di
massa.
Donne e Uomini impegnate nello sforzo di costruire una identità comunista
oggi: dalla loro capacità di cambiare pelle, di incorporare orizzontalmente
le tensioni antiliberiste, ambientaliste, antiproibizioniste, femministe,
risiede, crediamo il successo di questo tentativo.
Ripensare questo soggetto significa progettare, investire sul futuro,
aprire alla società, in termini non simbolici, rendendosi disponibili ad
essere attraversati e attraversare a vostra volta le sinistre plurali.
Per molti di noi equivale a una profonda torsione, filtrata da un orizzonte
per cui, nei prossimi mesi, assisteremo a un radicale cambiamento delle
regole che governano la rappresentanza, un processo che può essere
traumatico e che può rimandare a una profonda modificazione della
costituzione materiale.
E´ importante affrontare questo passaggio con visione chiara di ciò che
significa, ma egualmente forte deve essere anche il rifuggire l´idea di
rinserrarsi a difesa dell´esistente, fosse pure il partito e la sua
capacità di avere più o meno diritto di tribuna, e invece deve
accompagnarsi a un respiro profondo, aperto, sui movimenti e la società.
Per parte nostra, dopo l´appuntamento della scorsa estate del campeggio
"DiSUDbedienti" abbiamo iniziato un tentativo di ragionamento intorno ad un
"laboratorio" sul mezzogiorno di questo paese, che ne scandagli le
specificità produttive e sociali, che ne spieghi i passaggi sul terreno
dell´agire politico.
E´ lo spazio Globale/Locale, delle nuove municipalità che abbiamo scelto,da
tempo, come luogo del nostro agire, uno spazio in cui cercare la
complessività dei nessi politici e sociali, oggi interamente sovrapposti
dalle politiche liberiste, dal tecnicismo del rispetto assoluto ai patti di
stabilità che esemplificano in maniera perfetta il ruolo dell´economia, che
identifica senza alcun bisogno di mediazioni, il carattere cannibale e
prevalente sullo spazio politico e sociale.
Da anni crediamo esaurito il ruolo dello Stato-Nazione cosi come inteso per
tutto il secolo scorso, bensì siamo consapevoli che solo dalla creazione di
nuove forme di municipalità si possano costruire luoghi e forme di
partecipazione democratica e di conflitto e costruire l´alternativa al
neoliberismo.
E´ per questo che chiediamo al Partito della Rifondazione Comunista di
aprire alla società e a noi in questa, le liste per le elezioni
amministrative a Campobasso.

Campobasso, Molise, Europa, Pianeta Terra febbraio 2004

Movimento delle/i DISOBBEDIENTI Campobasso