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puglia, emblema di un sud militarizzato
- Subject: puglia, emblema di un sud militarizzato
- From: "jubilmolfetta" <jubilmolfetta@yahoo.it>
- Date: Mon, 3 Nov 2003 15:42:26 +0100
NO ALLA MILITARIZZAZIONE - NO ALLE SCORIE NUCLEARI - SI AD UN PARCO RURALE DI PACE
Puglia, emblema di un sud militarizzato Bari, 03 novembre 2003
"Se provassimo a riflettere?". Termina così la reazione di Paolo Madaro, comandante della zona militare nel 1987, con articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 15 dicembre 1987, al documento dei vescovi "Terra di Bari Terra di pace".
Ho provato a riflettere sulla concretezza storica di chi interviene "allo scopo di consentire una visione equilibrata del problema delle servitù militari" e "sulle oniriche posizioni pacifiste" "condivisibili ma certamente lontane" del vasto e variegato movimento pacifista pugliese che si vide appoggiare dalla straordinaria presa di posizione dei vescovi: Mariano Magrassi; Giuseppe Carata, Giuseppe Lanave, Tarcisio Pisani, Domenico Padovano; Antonio Bello; Francesco Cacucci, nel chiedere con determinazione "una drastica riduzione delle attuali servitù militari sulla Murgia e la revoca della delibera regionale del 1983 sui poligoni permanenti di tiro".
Scrivono i vescovi: "Non intendiamo seminare inquietudini richiamando la coscienza sull'infittirsi, qui da noi, di segnali così ambigui, da confermare il sospetto che si voglia fare della Puglia un avamposto militare. Ma saremmo pastori sonnolenti, oltre che cittadini distratti, se tacessimo di fronte alla prospettiva, tutt'altro che ipotetica, che oltre 10.000 ettari della nostra Murgia" vengono sottratti ai contadini per essere utilizzati a megapoligoni di tiro."
A distanza di 15 anni in occasione della 3 edizione della Marcia Gravina-Altamura il prossimo 8 Novembre, non è difficile notare l'acutezza dei vescovi nella loro analisi. Un episcopato vigile, che annuncia la speranza e la nonviolenza e si sente provocato dalla "corsa agli armamenti in se stessa" che dirotta "le potenzialità della nostra economia in attività connesse alla militarizzazione pesante: pericolosissima tentazione, soprattutto perché il rischio di questa scelta ci viene monetizzato con gli adescamenti di un benessere fittizio" e la retorica imposta dal ruolo, del signor Madaro, che nel suo essere 'cittadino responsabile' parte dalla sacralità della difesa della patria, sancita dalla nostra Costituzione, per sottolineare la necessità di avere un esercito deterrente e moderno che deve poter contare sulla "disponibilità di aree addestrative della Murgia" per la salvaguardia della pace.
A distanza di 15 anni risulta sempre più chiaro il disegno politico di fare della Puglia un avamposto militare e di tenere il Sud come serbatoio di personale per le forze armate, che "essendo reclutato negli strati più bassi della popolazione, è expendable" (gen. Carlo Jean).
E' sotto gli occhi di tutti l'impegno dell'Italia, diretto o indiretto, in tutti gli ultimi conflitti armati. Poligoni di addestramento per l'Esercito, l'Aviazione e la Marina, scuole di addestramento per carristi, avieri e marinai, aeroporti quali Gioia del Colle, Amendola e Brindisi coinvolti nella guerra alla Serbia e messi a disposizione del governo italiano agli USA per la guerra all'Iraq, porti come Taranto e Brindisi che hanno visto la partenza di navi, uomini e mezzi per le tante operazioni di guerra. Taranto che diventa sempre più un'adeguata zona di parcheggio per i sottomarini a propulsione nucleare, e che prevede un piano di emergenza nucleare e in caso di grave incidente di evacuazione della città. L'allora segretario alla difesa degli USA William S. Cohen ammise che la guerra nei Balcani è stata possibile grazie alle basi messe a disposizione dall'Italia. Ben 37.000 missioni aeree per "portare pace e democrazia!"
Come negare il fatto che la Puglia in particolare sia divenuta nel tempo, prima una base per l'installazione di 30 missili Jupiter e che per ben 4 volte abbiamo sfiorato l'apocalisse nucleare? Una Puglia avamposto militare, una vera e propria portaerei e cortina di ferro contro gli immigrati, che assume i tratti tipici di periferia dell'opulenta società occidentale: discarica abusiva a cielo aperto e possibile luogo dove stoccare tutte le scorie nucleari presenti sul territorio? Una Puglia in mano ai più forti e ad una realtà mafiosa sempre più emergente?
Bisogna affermare con coraggio che le "oniriche posizioni pacifiste" sono più lungimiranti e concrete del delirio di onnipotenza e possesso di coloro che credono ancora nella giustezza delle guerre! Come si possono bere, in modo così acritico "tutte le verità" vomitate dai mass media arruolati?
Le guerre hanno una sola motivazione: garantirsi il proprio stile di vita senza dover pensare ad un possibile cambio nel segno della giustizia, che sola può far germogliare la pace. Alberto Sordi insegna, nel suo film "Finchè c'è guerra c'è speranza". Solo i sonnolenti credono ancora nel sacro valore di una difesa della patria, richiamando una parte della Costituzione che certamente non sarà svilita o cambiata così come è già successo ultimamente per l'art. 11 e per tante altre sue parti.
E' proprio vero! Siamo la nazione europea più americana! Anche i nostri soldati sono nella maggior parte "poco italiani" ma "terroni DOC." in cerca disperata di lavoro e disposti persino a far guerra contro altri poveri per salvaguardare gli interessi dei magnati d'oltre pacifico o dei pochi paperoni italiani che confidano nelle briciole che cadranno dal grosso business della ricostruzione! Ecco che finalmente abbiamo svuotato ben bene gli arsenali e sperimentato, magari, nuove armi sulla pelle di innocenti, colpevoli solo di essere stati tenuti insieme da un clown, già amico di corte dell'imperatore.
La guerra è esigita da uno stile di vita come il nostro. La logica conclusione è la promozione di uno sviluppo fortemente poggiato sul militare e mentre l'impero lancia un 'Progetto per un nuovo secolo americano', l'Europa si avvia alla formazione di un proprio esercito per una politica estera che poggi sulla difesa. L'Italia non è da meno:
- rivede la legge 185 e conferma la propria posizione leader nel campo della vendita di armi, vende anche a paesi che violano i diritti umani.
- porta al 2,1% del Pil le proprie spese militari, piazzandosi così tra i primi 4 paesi Nato per spesa militare, senza considerare le voci straordinarie del 2001 e del 2002 connesse alla guerra in Afghanistan e senza considerare le prospettive di aumento della spesa legate alla professionalizzazione delle forze armate.che comporterà un aumento medio annuo della spesa militare di almeno il 10% per i prossimi anni. E' da notare che l'Italia è il fanalino di coda, rispetto alle percentuali europee a proposito della istruzione, della sanità, dell'assistenza sociale, dell'ambiente!
- Che dire dell'impegno italiano nel campo della cooperazione? Al di là della propaganda l'Italia prevede appena lo 0,19% invece dell'0,7% con cui si era impegnata all'ONU, anche qui fanalino di coda dei paesi più ricchi.e non avendo dove prendere quanto necessario per la occupazione-missione italiana in Iraq, storna la metà di quel misero 0,19%: dalla cooperazione all'invasione, oggi è però politically correct dire: missione di pace all'estero del nostro esercito, anche senza l'appoggio ONU!
- Ecco giustificata anche la campagna acquisti (Gazzetta Ufficiale 171, suppl. ordinario n. 119) da parte delle Forze Armate di "agenti tossici chimici o biologici, gas lacrimogeni, materiali radioattivi, relative apparecchiature, componenti, sostanze e tecnologie. E in particolare di "agenti biologici e sostanze radioattive per essere utilizzati in guerra per produrre danni alle popolazioni o agli animali, per degradare materiali o danneggiare colture o l'ambiente, ed agenti per la guerra chimica".
Ecco quali sono i veri progetti diuturni di coloro che hanno della realtà una visione più equlibrata!
Questi sono solo alcuni dei motivi per dire qui in Puglia ed ora: SI ad un Parco rurale di pace. Si ad una comunità che si converte al proprio territorio ed impara a rispettarlo senza più contaminarlo, infangarlo o ferirlo. La nostra terra ci è stata data in prestito dai nostri figli!
Michele Stragapede, missionario comboniano - Bari
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MARCIA GRAVINA - ALTAMURA
Sabato 8 novembre 2003
Partenza: Gravina zona Fiera ore 13.30
Arrivo: Altamura p.zza Duomo ore 17.00
NO ai poligoni militari
NO alle scorie nucleari
No alla Murgia pattumiera
SI AD UN PARCO RURALE DI PACE
«Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci, e non si eserciteranno più nell'arte della guerra» (Is, 2,4)
Ecco perché è un "bluff" limitarsi a chiedere la pace in chiesa, e poi non muovere un dito per denunciare la corsa alle armi, il loro commercio clandestino, e la follia degli scudi spaziali. Per impedire la crescente militarizzazione del territorio. Per smascherare la logica di guerra sottesa a tante scelte pubbliche e private. Per indicare nelle leggi dominanti di mercato i focolai della violenza. Per accelerare l'accoglimento di criteri che favoriscano un nuovo ordine economico internazionale. Per tracciare i percorsi concreti di una educazione autentica alla pace. Per esporsi, magari anche con i segni paradossali ma eloquenti dell'obiezione di coscienza, in tutte le sue forme, sui crinali della contraddizione.
Don Tonino Bello
UN'ALTRA MURGIA E' POSSIBILE
La nostra voce vi giunge dal cuore più interno della Puglia, dalla terra dei falchi che sorvolano spazi silenti e nudi, senza confini; un paesaggio straordinario, costruito con sapienza e arte da infinite generazioni di uomini laboriosi.
L'Alta Murgia rappresenta oggi un modello in cui si addensano le principali contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo. Molti sono i pericoli che minacciano la sopravvivenza del patrimonio storico e naturale di quest'area interna del Mezzogiorno e che hanno come unica finalità quella di trasformarla definitivamente in un'area marginale e di risulta.
Questo territorio subisce, tra l'altro, ancora oggi, la presenza di ben cinque poligoni di tiro militare, lo spandimento illegale di rifiuti velenosi e, non ultimo, è stato individuato tra i più probabili siti per lo stoccaggio nazionale di scorie nucleari...
Un colpevole ritardo non consente ancora l'istituzione del Parco Nazionale nonostante sia stata sancita da una legge nazionale (426/98).
Dobbiamo assolutamente sciogliere queste contraddizioni e ribadire con forza la volontà molte volte espressa dalla sua gente, da un ampio schieramento di forze di base e dalla maggioranza delle comunità locali, di realizzare sull'Alta Murgia il primo parco rurale d'Italia.
Il nostro impegno si ricongiunge a quello espresso dal vasto movimento che si mobilitò contro le servitù militari e contro le guerre del passato e, nel difficile presente, opponendosi alla cultura dell'indifferenza, delle armi e del dominio, è impegnato con coerenza, contro tutte le guerre - a partire da quelle in Iraq e nel Medio Oriente - e per la costruzione permanente della pace nel sud, per la tutela di un inestimabile e prezioso territorio, per la realizzazione di progetti sociali ed economici alternativi in aderenza alla istintiva attitudine della nostra terra ai modelli e ai moduli della non violenza.
La sfida è alta.
Oggi come allora vi invitiamo a esprimere il netto rifiuto alla militarizzazione,alla nuclearizzazione e al degrado dell'Alta Murgia e dichiarare con forza la nostra volontà di costruire insieme un Parco rurale all'insegna della pace e di uno sviluppo durevole.
Comitato promotore tel/fax 080.314.9809,
Ufficio Stampa tel 349.22.49.168, email info@altramurgia.it
www.altramurgia.it