Gay/Egitto: 11 omosessuali assolti, ma gli arresti e le
torture continuano
Fonte: Human Rights Watch
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI@ecquologia.it
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corte di appello di 11 uomini condannati per atti di sesso consensuale con
persone dello stesso sesso e' un passo avanti, ma gli arresti e le torture degli
omosessuali in Egitto continuano, ha detto Human Rights Watch. La corte
d'appello ha rovesciato le 11 sentenze il 20 Luglio.
Gli uomini erano tra i 16 condannati lo scorso
Febbraio, quando la polizia mise sotto controllo il telefono di un appartamento
privato al Cairo in seguito alla segnalazione di un informatore che aveva visto
gli uomini visitare il proprietario. La polizia arresto' gli uomini le cui
conversazioni registrate si riferivano ad atti omosessuali. Furono accusati di
"depravazione abituale", punibile fino a 3 anni di prigione dalla legge 10/1961.
La parola "depravazione" nella legge criminalizza il sesso consensuale e non
commerciale tra uomini.
Gli uomini sono stati torturati durante la
detenzione e, secondo la testimonianza di uno di loro, tenuti in isolamento per
15 giorni nella sezione femminile del carcere; li' le guardie li picchiavano tre
volte al giorno. Tredici uomini apparivano raramente davanti
alla corte durante il processo, e altri tre sono stati processati in loro
assenza. Solo due sono stati assolti in Aprile. Il resto ha ricevuto condanne da
uno a tre anni e mezzo di prigione.
Durante la lettura dell'annullamento delle
sentenze per 11 di loro, il giudice ha affermato: "siamo cosi' disgustati di
voi, non riusciamo nemmeno a guardarvi. Cio' che avete commesso e' un
grosso peccato, ma purtroppo il caso ha avuto errori procedurali e la corte vi
ha assolto tutti". HRW ha accolto con favore l'assoluzione, ma sostiene che i
giudici hanno il dovere di affermare i diritti degli accusati invece di
nascondersi dietro questioni procedurali e falsi tecnicismi.
Molti attivisti in Egitto segnalano che gli arresti di gay attraverso lo spionaggio su internet sono continuati negli ultimi mesi. Le corti di appello hanno avuto un altissimo numero di annullamenti di condanne per "depravazione", basate su prove inconsistenti e trappole organizzate dalla polizia. Tuttavia non tutti gli appelli hanno esito positivo. HRW e' preoccupata per l'arresto di Zaki Saad Zaki Abd al-Malak, un 23enne "adescato" dalla polizia tramite Internet. Dopo aver chattato con un uomo nel Gennaio 2002, Malak si e' recato al Cairo per incontrarlo; nel luogo dove si erano dati appuntamento, la polizia lo ha arrestato. Malak ha detto a degli attivisti che la polizia lo picchiava giornalmente durante la detenzione di due settimane in una stazione di polizia. In un incontro col suo legale, la sua faccia era ancora sporca di sangue. Nel Febbraio 2002, Malak e' stato condannato per atti abituali
di depravazione, e per aver pubblicizzato atti indecenti contro la morale
pubblica. E' stato condannato a 3 anni di prigione, seguita da 3 anni di
controllo da parte della polizia. La sentenza e' stata confermata in appello, e
un altro appello e' ancora in sospeso presso la corte di cassazione,
l'organo giudiziario di appello piu' importante.
Il 17 Febbraio 2003, un'altra corte di appello
ha confermato la sentenza di Wissam Toufic Abyad, un Libanese 26enne. La polizia
lo arresto' dopo che aveva organizzato un incontro con "Raoul", che Abyad aveva
incontrato in un sito gay di pagine personali (www.gaydar.com). La polizia ha usato il
nickname "Raoul" in diversi altri casi per "adescare" gli omosessuali sospetti.
Abyad e' stato condannato ad un anno e tre mesi di carcere, con le stesse accuse
usate contro Zaki Saad Zaki Abd al-Malak. Abyad rimane in prigione, e ha
presentato appello alla corte di cassazione. E' tempo di fermare gli arresti e
le torture contro gli uomini sospettati di condotta omosessuale, ha detto HRW.
Ancora oggi rimangono imprigionati uomini per atti privati, in una continua
repressione che viola il diritto internazionale.
Per maggiori info:
Gay/ONU: Rimandata al 2004 la risoluzione
sull'orientamento sessuale
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