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l'incontro del nulla
L'incontro del "NULLA"
Venerdì 14 febbraio 2003, alle ore 9.30, presso la sede dell'agenzia delle
dogane, si è svolto l'incontro tra il sottosegretario di stato On. Maria
Teresa Armosino (fresca della delega al personale lasciata in eredità dal
sott. Sen. Vegas) e le OO.SS. del Ministero dell'Economia e delle Finanze,
del Dipartimento delle Politiche Fiscali e delle Agenzie Fiscali.
L'incontro ha avuto, come oggetto, sia il decreto sul riassetto
organizzativo del ministero e le modifiche al decreto legislativo 30 luglio
1999 n. 300 che le procedure di riqualificazione.
Come nelle migliori situazioni "kafkiane", la complessità della materia, il
sovrapporsi di situazioni diverse e, come ammesso dalla stessa
sottosegretaria, la sua totale inesperienza, non hanno portato a nessuna
conclusione concreta se non quella dei soliti buoni propositi.
Sul primo punto, gli interventi hanno fatto registrare il disappunto sia
sul metodo sia sul merito del provvedimento legislativo. Sul secondo punto,
e cioè quello sulle riqualificazioni, dopo una pausa, l'atmosfera si è
alquanto riscaldata.
La pregiudiziale di apertura (il rispetto del contratto integrativo nella
sua interezza e quindi la ripresa delle procedure di riqualificazioni senza
alcuna modifica dei criteri), dichiarata dal rappresentante della UIL ha,
di fatto, "spiazzato" le altre OO.SS. confederali che, per non rompere la
finta unità, hanno condiviso l'intervento ma erano, sotto sotto, pronte a
trattare con l'amministrazione. Questa pregiudiziale, il sottosegretario
non ha fatto altro che utilizzarla per chiudere l'incontro, dopo aver
assicurato una sua attenta riflessione su quanto esposto. Ore 14.00 circa.
Questi, in maniera molto succinta e, credeteci, con enorme difficoltà per
riassumerveli, sono i fatti.
Gli interventi della delegazione trattante delle RdB, hanno posto in luce
l'intenzione dell'autorità politica di continuare a destrutturate l'intera
amministrazione, portando avanti, a colpi di interventi legislativi, lo
smantellamento, pezzo dopo pezzo. Di fatto, con il D.L.194, la riforma del
97 è carta straccia. Il potere che il vertice del Dipartimento della
Ragioneria Generale dello Stato ha ottenuto dall'accentratore ministro
Tremonti, ha ricreato una netta separazione tra i lavoratori (non è un caso
che la stessa amministrazione abbia già applicato il D.L. 6.9.2002 n. 194
richiedendo una rilevazione del personale in servizio al 1.1.2003
escludendo il personale delle ex RPS) i quali si vedranno discriminare a
secondo della loro appartenenza o, ancora peggio, subiranno il ricatto
dell'incertezza del futuro del servizio in cui operano, come nei
Dipartimenti Provinciali del Tesoro, di fatto, già smantellati. Inoltre,
invece di intervenire con una seria politica di lotta all'evasione fiscale,
anziché di condono, con l'intervento di modifica dell'art. 60 del D.L. n.
300, si elimina, di fatto, l'autonomia delle agenzie fiscali, le quali sono
sottoposte al controllo politico sulla legittimità dei propri atti. Nessuna
giustificazione si può trovare né in termini di efficienza né nel
contenimento dei costi. Le verifiche in corso, sono state chiuse laddove i
verificati hanno semplicemente affermato di voler aderire al condono. Il
contenzioso è fermo. Gli accertamenti sono bloccati. E quello che aspetta
ai lavoratori delle agenzie è il compito aberrante di assistere gli ex
evasori fiscali!
L'iniziativa senatoriale (presentata da F.I.) di trasformare in fondazione
il catasto, il diniego del transito dei colleghi ai comuni, il futuro del
personale delle commissioni tributarie e delle Agenzie Fiscali, la volontà
di apportare profonde modifiche, soddisfacendo la richiesta di
decentramento, pone seri interrogativi sia sul futuro di migliaia di
colleghi sia sulle prestazioni rese.
E' doveroso, inoltre, far chiarezza, non per puro spirito polemico, anche
nei confronti di quelle OO.SS. che non hanno mai detto una parola contro i
processi di privatizzazione e di esternalizzazione dei servizi, iniziati
durante il governo di centrosinistra. Anzi, sono stati portati avanti con
il loro avallo e benedizione. Ora, da una parte starnazzano perché sono
calpestate le prerogative sindacali e dall'altro rivendicano il rispetto
del protocollo di intesa del 4.2.2002, firmato da CGIL, CISL, UIL con l'ex
ministro Frattini e il vice presidente Fini, che sostanzialmente, fa dello
smantellamento della Pubblica Amministrazione, in concerto con le OO.SS.
confederali, il suo fondamento.
Per quanto riguarda la riqualificazione, abbiamo ribadito la piena
responsabilità che grava sulle spalle dell'amministrazione e delle OO.SS.
firmatarie del contratto integrativo. Tralasciando il metodo applicato
(tavoli separati, peraltro invocati nuovamente dalla CISL) l'impasse che si
è venuto a creare, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, ha
evidenziato tutti i limiti dei criteri che si sono adottati. Trovare una
soluzione, senza andare ad un ulteriore restringimento delle possibilità di
riqualificarsi, è un'ardua impresa. Non si risolve, con alchimie,
percentuali e invarianza della spesa, il mansionismo dilagante né si dà una
seria risposta alle aspettative di carriera dei lavoratori.
E' necessario cambiare pagina. A partire dal rinnovo contrattuale, dove, la
possibilità di trovare soluzioni ad un nuovo ordinamento professionale è
concreta. Certo, chi è disposto a trattare ulteriori diminuzioni dei posti
vacanti messi a bando, concordare tecniche che aumentino la lacerazione tra
i lavoratori e inserire il mansionismo d'area (stesse funzioni, diverso
trattamento retributivo), troverà sul suo cammino, la forte opposizione
delle RdB.
Roma 17.2.2003
Coordinamento Nazionale Ministero dell'Economia e delle Finanze
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