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Andreotti
Vi trasmetto l'intervento che ho fatto stasera nel consiglio comunale di
Milano.
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Sorprende la sorpresa. Come se Andreotti fosse nato ieri, come se non fosse
il protagonista di una carriera irresistibile ma assai discussa.
Nel mio piccolo la condanna morale e politica nei suoi confronti l'ho
emessa 15 anni fa. Choccante fu la lettura di "Delitto imperfetto" di Nando
dalla Chiesa. E da quel dì, ho seguito, con molto distacco, le vicende
giudiziarie mentre invece ho combattuto, con molta foga, l'andreottismo.
L'andreottismo è il realismo ad oltranza, il realismo mane e sera, servito
a colazione, a pranzo, a cena. Mediare, mediare sempre su tutto e con tutti,
non rompere mai perché la rottura favorisce il nemico. Non rompere neppure
quando c'è di mezzo la violenza e la morte.
L'andreottismo è la politica che, in nome del realismo, utilizza anche la
criminalità organizzata, è la politica che si intreccia con la mafia (la
"polimafia" scrisse un giorno Pansa). Ma come si fa a mediare con la morte?
La politica può tentare di riunire nello stesso fronte il padrone e
l'operaio, il bianco e il nero, il credente e l'ateo, ma non può mai mettere
insieme la vittima e l'aggressore!
L'andreottismo purtroppo non è stato spurgato dalla vita politica italiana.
Ecco perché quasi tutti i leader, compreso il Capo dello Stato, hanno
reagito così sdegnati alla sentenza di Perugia. La campana di quei 24 anni
suona anche per loro. Specie per quei (ex) democristiani che se la prendono
coi giudici e che fanno finta di non capire la vera radice della tragedia
della Dc e il perché del suo inesorabile declino: un partito non può
contenere troppo a lungo al suo interno le vittime dei delitti di mafia - e
di camorra, e di terrorismo deviato dalla P2 - e i complici, se non i
mandanti, di tali delitti.
L'orologio della politica italiana è ancora fermo lì, a quel 20 marzo del
'79. Quando le lancette ripartiranno?
Quando finalmente si farà tesoro dellì'esperienza negativa (ex malo bonus,
dicevano gli antichi).
Quando gli uomini politici si metteranno sulla gobba il fardello delle
proprie responsabilità.
Quando uno, anche uno solo, avrà il coraggio di dire: "sì, confesso che
l'ho fatto io, proprio io".
Quando si farà un bagno di verità.
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Giovanni Colombo
Presidente della Rosa Bianca
Consigliere comunale di Milano - indipendente Ds
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