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28/10 Roma: appello congiunto Baldini & Castoldi, Diario, EditoriRiuniti
lunedì 28 ottobre ore 11.30
Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Roma - c.so Vittorio Emanuele, 349
Conferenza stampa
Presentazione dell'appello congiunto Baldini & Castoldi, Diario, Editori
Riuniti e degli autori
Marco Travaglio, Elio Veltri, Gianni Barbacetto e Mario Portanova
relativa ai risarcimenti di oltre 50 milioni di euro complessivi richiesti dal
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e da alcuni esponenti di
Mediaset per aver pubblicato
Le toghe rosse, Berlusconeide e L'odore dei soldi
All'appello hanno aderito numerosi esponenti del mondo della cultura italiana
e migliaia di cittadini.
interverranno
Alessandro Dalai, Luca Formenton, Bruno Ricca, Paolo Serventi Longhi,
Marco Travaglio, Elio Veltri
adesioni
Altan, Corrado Augias, Giovanni Bachelet, Giovanni Berlinguer, Carlo
Bernardini,
Enzo Biagi, Gloria Buffo, Giulietto Chiesa, Antonio Caponnetto, Marco
Cassini, Sergio Cofferati,
Vincenzo Consolo, Ferdinando Cordova, Giovanni De Mauro, Tullio De Mauro,
Carmine Donzelli, Edoardo Erba, Sandro Ferri, Paolo Flores d'Arcais, Dario
Fo, Iaia Forte, Carlo Ginzburg,
Carlo Lucarelli, Giuseppe Lumia, Curzio Maltese, Enzo Marzo, Ettore
Masina, Nanni Moretti,
Moni Ovadia, Sandra Ozzola , Nicola Piovani, Francesco Pardi, Valentino
Parlato,
Marcelle Padovani, Domenico Procacci, Franca Rame, Paolo Rumiz, Sandro
Ruotolo,
Michele Santoro, Paolo Serventi Longhi , Paolo Sylos Labini, Corrado
Stajano, Nicola Tranfaglia,
Gianni Vattimo, Guido Vergani
carla buzza
relazioni esterne Editori Riuniti tel. 06/68899548-68899546 cell.
333/3921900
"appello congiunto"
Baldini &Castoldi
diario
Editori Riuniti
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da quando nel 2001 è tornato
a Palazzo Chigi, ha denunciato in sede civile Marco Travaglio ed Elio
Veltri, nonchè gli Editori Riuniti e la Baldini &Castoldi. Si tratta degli
autori e degli editori di due libri a lui sgraditi: L'odore dei soldi e Le
toghe rosse. Per il primo pretende che il Tribunale di Roma gli riconosca
un risarcimento danni pari a 10 milioni di euro (20 miliardi di vecchie
lire), per il secondo chiede 5 milioni di euro (10 miliardi). Una cifra non
epressa, perché "inaudita" sarebbe "la gravità del fatto", è stata
richiesta anche al settimanale "Diario", diretto da Enrico Deaglio, per il
numero speciale Berlusconeide. Ulteriori 35 milioni di euro (68 miliardi
di lire) sono stati poi richiesti nelle dieci cause intentate da lui
stesso, da suoi amici e sue aziende contro gli autori dell'Odore dei soldi,
contro chi, come Carlo Freccero e Daniele Luttazzi, aveva osato presentarlo
in televisione, contro Gianni Barbacetto di "Diario" e contro l'autore di
Le toghe rosse.
Silvio Berlusconi, oltre che il capo del governo italiano, è l'uomo più
ricco e più potente d'Italia. Se davvero avesse a cuore la verità e la sua
onorabilità, sporgerebbe querela in sede penale, anche contro i numerosi
organi d'informazione internazionali, che hanno commentato le vicende
contenute nei libri e contro le case editrici che li hanno tradotti
all'estero, chiedendo una sentenza di merito a lui favorevole: incaricando
cioè un pubblico ministero di indagare sull'attendibilità dei libri
contestati e affidando a un giudice terzo la sentenza definitiva. Invece,
prescindendo dal merito, chiede subito i danni. Vuole i soldi, tanti soldi,
da privati cittadini che mai hanno visto e mai vedranno la somma richiesta
e che rischiano, perciò, la rovina per tutta la vita. E da tre piccole case
editrici che, se dovessero perdere una sola di queste cause, sarebbero
costrette a chiudere i battenti.
Quando in politica il galateo contava qualcosa, chi assumeva incarichi
istituzionali si affrettava a chiudere le sue liti private, rimetteva le
querele, rinunciava alle cause in corso per poter svolgere un ruolo super
partes e dedicarsi soltanto agli interessi generali. Non è più così. Ma
questa non è una lite privata. È una questione di libertà e di democrazia,
che riguarda tutti. Senza un forte intervento di chiunque possa
interrompere questa spirale perversa, nessuno in Italia oserà più
disturbare il manovratore scrivendo e pubblicando libri e articoli scomodi
per il potere. E noi cittadini saremmo (ancor) meno informati e meno liberi.